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Quella straziante giornata di scuola era finita.
Non avevamo fatto lezione, siamo rimasti tre intere ore seduti nell'auditorium a guardare le esposizioni di alcuni alunni in modo da poterci preparare.
Inoltre ci hanno fatto fare il giro delle aule da studio, così da non perderci e poi finalmente abbiamo visitato le aule di danza.
Una signora, con un gran sorriso stampato in viso, si posiziona dietro ad un tavolo distribuendo quelle divise, che appena indossate, ci faranno realizzare tutti i nostri sogni: body e gonnellino nero, collant bianchi, e punte nuove di zecca, sono il simbolo tangibile di ciò che ci aspetterà in questa scuola.
Il lavoro sarà duro, ma noi siamo qua per imparare.

Ci avviciniamo lentamente rispettando la fila trepidante di ragazzi davanti a noi, per munirci di quelle meravigliose divise.

Subito dopo, con un sorriso che può far invidia alla più brava star di Hollywood, corriamo in camera nostra, seguite dal rumore scrosciante delle scarpe di una ragazza dai capelli neri e dagli occhi blu, che mi rivolge un' occhiata di disinteresse e sminuimento.
Mi acciglio, ma continuo a camminare facendo finta di niente, riprendendo a parlare con Abby normalmente.
Entriamo in stanza, e un profumo di freschezza ci avvolge.
Sistemo lentamente i miei vestiti nel grande armadio di noce, mentre Abby scorrazza per la stanza in cerca di un caricabatteria.
Questa ragazza è davvero speciale, credo proprio che diventeremo ottime amiche.

Ad un tratto, la sua espressione scalpitante prende il sopravvento e lascia il posto ad una confusa e sbalordita.

"Domani vieni con me a fare shopping, non si discute" dice lanciandomi un'occhiataccia.
E nonostante l'idea non mi alletti molto, non posso fare altro che annuire.

Ad interrompere le nostre conversazioni fu il bussare alla porta, insistentemente.
Ci guardiamo accigliate, pensando entrambe la stessa cosa.
Ci avviamo alla porta per aprirla, e sul ciglio della stessa, il ragazzo dalle pozze blu mi guarda con aria saccente.

"Cosa vuoi?" prende parola Abby.

"Lei" mi indica mentre lo dice.
Spalanco la bocca.

"Vattene" dice autoritaria Abby.

"Non ti ho mica interpellato" ghigna "Io voglio lei" ripete continuando a guardarmi.
Questa situazione è davvero strana.
Se si presentasse un belloccio del genere alla porta di altre ragazze, ripetendo testuali parole, gli sarebbero cadute già ai piedi.
Ma io non sono altre ragazze.
Il mio disinteresse verso la sua persona meschina e irritante è percepibile.
Nonostante io lo conosca da solo poche ore, la prima impressione non è stata delle migliori.

"Sisi, ti fai apprezzare vedo" controbatte Abby, mentre ancora io cerco di metabolizzare la situazione.

"Allora? Vieni?" dice porgendomi una mano.
Spalanco per l' ennesima volta la bocca.
Poi, faccio un passo indietro.

"Perché dovrei?" finalmente il grande nodo si scioglie e le parole cominciano ad uscire fluide dalla mia bocca.

"L'acidità scorre ancora fra le vene" sputa.

"Ma queste frasi poetiche da dove?" chiedo da finta curiosa.

"Sempre stronza mi dicono" controbatte.

"Sempre senza cervello mi riferiscono" dico alzando un sopraciglio in segno di sfida.

Abby invece è fra noi due, che tutta contenta se la ride.
Pronto! Ho bisogno di rinforzi.

Stronzo sul ciglio della porta a ore 7:00 PM.

"Non penso tu possa sopravvivere a lungo in questa scuola" esclama cogliendo la sfida silenziosa che gli avevo lanciato.

"Ancora siamo solo all' inizio" rispondo secca.

"Sappi che da oggi la tua permanenza qui non sarà facile." dice in tono minaccioso.

"Non capisco, stai cercando di farmi paura? Perché non ci stai riuscendo."

"Luke, esci dal nostro parametro di vista immediatamente" dice Abby poco prima che Luke possa rispondere alla mia provocazione.

Questa situazione è alquanto stressante.
E non ho fatto nulla per mettermici in mezzo.
Non ho bisogno di dilemmi in più.
Non ho bisogno di enigmi da risolvere o frasi da decifrare.
La mia vita, per quanto sfortunata possa essere, va bene così.
Ho cose più importanti a cui pensare, piuttosto che litigare con un ragazzo senza cervello.

"Voglio solo conoscerti, tutto qua" risponde con tono più calmo.

Comincio a pensare sia bipolare.

"Beh, io sinceramente non ci tengo così tanto" dico, e con mia grande sorpresa anche il mio tono si calma.

"Perché no?" chiede con aria da cane bastonato.

Questo comportamento mi fa impazzire.
E alle sette di sera, dopo una giornata straziante, il mio cervello non connette più di tanto.
Mi sta mandando in confusione.

"Ho sani principi, e non vorrei finire nel letto di un ragazzo che cinque minuti dopo ne porta un' altra, mi dispiace." dico semplicemente.

Siamo ancora sul ciglio della porta, e i nostri sguardi fugaci si incontrano e si sfiorano così lentamente, ma allo stesso tempo così voraci  che la potenza mi fa quasi perdere l' equilibrio.
Il mio stomaco si riempie di nodi e la mia bocca di amarezza.

"Vedo che ti fai condizionare dalle parole altrui" dice senza alcuna emozione nella voce, impassibile.

"Vorresti dirmi che non è la verità?" dico calma.

"Hai ragione, lo è, ma non puoi sapere se io abbia o meno le stesse intenzioni con te."

"Mi dispiace Luke, ma iniziamo con una piccola nozione se vuoi conoscermi, non sono il tipo che si fida subito della gente, ci devi lavorare parecchio se lo vuoi davvero, ma ti consiglio di risparmiarti questa fatica, è inutile."

"Otterró quello che voglio, fosse l' ultima cosa che faccio." dice determinato prima di andarsene.
La sua determinazione mi lascia allibita.

"Patetico" esclama Abby schifata.

"Già" è tutto ciò che riesco a dire.

Il cellulare squilla e sullo sfondo compare l' immagine di mio fratello.
Mi precipito verso il comodino per rispondere.
Una voce fraterna è proprio ciò che adesso mi serve.

《Il mio ossigeno sei tu》[veky_veky]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora