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"Signor Jonson?" mi richiama il medico.
Alzo subito la testa, e mi avvicino verso l'uomo barbuto.

"Mi dica" rispondo.

"La signorina Anna sta bene, non è molto grave, è stato effettivamente un crollo celebrale dovuto a stress, o un calo di zuccheri. 
Anche se è molto strano il fatto che ancora non si sia svegliata.
La cosa importante è che non faccia sforzi fisici per almeno cinque giorni, e magari le prescrivo anche un integratore, in modo da farle reggere di più lo stress."

"È perfetto. Grazie mille. Ma sa più o meno fra quanto si sveglierà?" chiedo.

"Stia tranquillo, tra una mezz'oretta potrà ritornare a casa, giusto il tempo di tenerla un po' sotto osservazione per assicurarci che non sia qualcosa di più grave."

Annuisco e mi siedo di nuovo nei divanetti della sala d' attesa, vicino ad Abby e Austin.
Mi prendo la testa fra le mani, evidentemente frustrato.
Questo interesse verso questa ragazza non so da dove sia venuto, ed è tutto così nuovo e strano.

"È tutta colpa mia" continuo a ripetere a bassa voce prendendomi la testa fra le mani.

Ed improvvisamente sento delle braccia intorno al mio corpo.
Abby mi sta abbracciando.

"No Luke, non è colpa tua.
Anna è sempre stata così, per ogni cosa sta male, e quando poi comincia a pensare, a farsi problemi che non esistono le succede questo.
Non me l'ha detto, ma l'ho capito da sola.
Fa la perfettina, la forte, la 'so tutto io ', sorride sempre ,ma in fondo in fondo è debole, è fragile e non merita del male, e tu non gliene devi fare chiaro??" dice in tono pacato.

"Io l'ho sempre saputo.
Dal primo giorno in cui l'ho vista.
Si nasconde dietro quell' aria spensierata e felice, eppure, quando le ho chiesto di parlarmi di lei, si è tirata indietro. Io so che si tiene qualcosa dentro, lo dicono i suoi occhi spenti. "

"Forse dovresti semplicemente lasciarle del tempo.
Lei non ti conosce, cerca di proteggersi da qualunque cosa le possa fare del male, come in questo caso.
Tu sei il suo male, e lei ti vuole tenere lontano. Ed io non posso fare altro che sostenerla, anche io voglio proteggerla da te e da ciò che sei.
Io credo non si aprirà facilmente con nessuno di noi, ma credo anche che, un giorno, quando sarà pronta, quando capirà chi siamo, lo farà.
E tutto questo è strano. Tu, Luke Jonson,  che ti interessi per la prima volta ad una ragazza. Cos' è? Qualcosa di nuovo? Amore forse?"

"Abigail lascia stare!" la interrompo.

"Vuoi dirmi che non è la verità?" mi chiede.

"No..non lo so. È strano. Basta, per favore." la supplico.

Questa storia è un tale casino.
Insomma io che provo amore?
No, forse è solo un' illusione.
Tutto questo non può essere possibile.
Tutto questo non è possibile.
Un uragano.
Ecco una parola per descriverla.
Uragano.
La vita è così ingiusta a volte, e per quanto lo è stata, alla fine, quando capita una cosa bella, neanche ti fidi più, perché pensi sia solo uno scherzo.
È questa l' idea che in questo momento ho io.

"Luke?" mi chiama Abby.

"Mh?" le rispondo svogliato.

"Anna.."

"Parla!" la incito.

"Non si sveglia..." comincia a singhiozzare.

È passato troppo tempo, il fatto che non si svegli è strano.
Sento il cuore andare a mille, e per la prima volta, dopo quella notte, ho paura.

"Ti prendo"  mi urla la mamma correndomi dietro.
Faccio il giro del bancone della cucina, ridendo come un matto.

"Non mi prendi, non mi prendi!" urlo prendendomi gioco di lei.

Amo alla follia giocare con lei.
Entro in un universo parallelo, nella quale c'è solo l'unica donna della mia vita: mia madre.

"Piccolo" dice afferrandomi e buttandomi sul divano cominciando a farmi il solletico, mentre mi dimenavo fra le sue braccia.

Ad un tratto il campanello suona e la mamma si ferma per andare ad aprire.

Si stacca da me, lasciandomi via libera, e si avvia verso la porta.
Io vado a nascondermi, sapendo che appena la gente fuori dalla porta se ne sarebbe andata, avremmo ripreso a giocare, stavolta a nascondino.
Ma non potevo sapere che quella sarebbe stata l' ultima volta.

Un rumore agghiacciante, uno sparo, mi fa immobilizzare.
Esco dal nascondiglio, avviandomi alla porta.
Il corpo di mia madre steso a terra, macchiato dal sangue, mi provoca una paura spettrale, ed un dolore profondo.
Ero piccolo, ma non stupido.

《Il mio ossigeno sei tu》[veky_veky]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora