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Dopo la brutta chiacchierata sul fatto mio, torno velocemente in stanza.

Scrivo un messaggio ad Abigail per vedere dove si trova in modo da poterla raggiungere.

'Sono in mensa con alcune amiche, ti aspetto, un bacio xx." è la sua risposta.

Vorrei proprio sapere com' è andata con il ragazzo..il migliore amico di Luke, com'è che si chiamava? Austin?

Esco di nuovo dalla stanza e mi dirigo verso la mensa. 

Avvisto Abigail a pochi passi da me e le vado in contro.

"Allora, tutto okay?"mi chiede con tono di voce abbastanza strano.

"Sì, tu piuttosto cosa mi racconti? " chiedo ammiccando.

"Oh nulla di nuovo" risponde titubante cambiando direzione dello sguardo.

"Abby!" la rimprovero guardandola negli occhi.

"Nulla!! Anzi, tra te e Luke cos' è successo? Sembravate molto affiatati!" dice alzando il tono della voce.

Spalanco gli occhi e apro la bocca.

"Chiudi quella bocca, che ti entrano le mosche!" mi riprende la mia amica.

"Eh? Ah si. Non ci stavate mica spiando?" chiedo portandomi le mani ai fianchi.

"Noi? No!" dice mentre la sua voce si fa più acuta.

Roteo gli occhi e dopo aver sbuffato sorrido.

"Ritorno in camera, mi sono ricordata che devo fare una cosa importante, ci vediamo in stanza!."dico salutandola.

Prendo il cellulare, e mentre cerco un po' di musica da scaricare mi incammino verso la mia stanza.

In lontananza noto due ragazzi sbaciucchiarsi.
La ragazza ha lunghi capelli neri, la figura mi sembra familiare.
Indossa un vestitino cortissimo, che a mala pena gli copre il lato B e una maglia con un enorme scollo a V che mette in risalto il balconcino generoso.
Il ragazzo, crespi capelli neri corvino, braccia muscolose.
Indossa una maglia nera semplice a maniche corte, abbastanza sottile da far trasparire i lineamenti dei muscoli.
La bacia com forza, e non so neanche perché, rimango a guardare un' ordibilitá del genere.
Riesco a riconoscerli solo quando, entrambi forse scocciati dai mie sguardi indiscreti, si girano per guardarmi.
La ragazza è un viso conosciuto come prevedevo, è la stessa ragazza che il primo giorno di scuola mi guardò con alta sufficienza, il ragazzo, beh, chi se non Luke?

Rimango leggermente scossa.
Non ci sono rimasta male, almeno, credo di non esserci rimasta male.
Dopo tutto neanche lo conosco.

Resto a guardarlo per un po ',  il gelo negli occhi ed il sorriso di chi sa fare tutto.
L' arroganza nella personalità.
Gli occhi della ragazza si alternano tra la mia e la sua figura.
Il sorriso compiaciuto di chi farebbe di tutto pur di farmi stare male.
E sono qua da poco.
Non è un buon inizio.
Affatto.

Sorrido, un sorriso che sta a significare consenso, approvazione, un "me lo aspettavo" bello pieno, tosto e spento.
Poi abbasso lo sguardo e continuo per la mia strada.
Il viso di Luke prima di girarmi era un misto di compiacimento e orgoglio.
Tipico.

La mia mente comincia a riempirsi di ricordi: mamma, papà, Lucy, Lucas, sofferenza più grande di ciò non penso ci sia.
Però, adesso, perché sto provando una sensazione simile? Solo meno forte?
La stessa sensazione di solitudine e vuoto.
Le lacrime si accumulano velocemente, e, non posso fare altro che sbattere le palpebre per evitare che la vista mi si annebbi.
Enorme sbaglio.
Perché gocce intense cominciano a rigarmi le guance, e il ricordo di coloro che non ci sono più mi fa rabbia.

Aumento di più il passo, non ho mai avuto così tanta voglia di chiudermi in stanza e rimanere sola con i miei assidui pensieri, la mia solitudine e soprattutto il mio dolore.

Sento dei passi venirmi dietro, e presa dalla paura di farmi vedere in queste pessime condizioni, decido di aumentare ancora di più il passo.
Ormai ci sono quasi.

Arrivo davanti la porta della mia camera, le lacrime continuano a scendere impetuose.
Non riesco a trovare la chiave, e la figura offuscata che vedo da lontano mi sta raggiungendo.

Finalmente trovo la chiave e apro frettolosamente.

Cerco di chiudere la porta ma la figura che adesso riesco a riconoscere mette il piede in mezzo.

"Vattene!!"grido in preda alla rabbia, mentre le lacrime aumentano.

Non posso vederlo, non posso guardarlo, non posso parlargli, o forse posso ma non voglio, questo non ha importanza.
Non è il momento.
Sola.
Questo è ciò che voglio.
Solitudine.
Vuoto.
Tristezza.
Amarezza.
Lacrime.

Continua a guardarmi, evidentemente scioccato dalla mia reazione.
Lo sono anche io.

"È solo un altro graffio, sappilo. Nessuno mi farà provare più quel dolore. Tantomeno tu, non ci riuscirai." dico assottigliando lo sguardo.

Toglie il piede.
Sbatto la porta più forte che posso, e corro in stanza, pronta a lasciar spazio alla mia solitudine.

Dolore.
Dolore comunicano le lacrime affogate nel cuscino.
Dolore.

《Il mio ossigeno sei tu》[veky_veky]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora