"Qayin, fratello mio, perché?"
Ma come, mio caro Hevel, non trovi tutto ciò affascinante? Alza lo sguardo, sorridi alla vita!
Macabro, raccapricciante, terribile, mostruoso, orripilante. Mio Dio, è bellissimo! Non metafisico, ma realtà!
Reale come le lacrime che rigano il tuo volto. Reale come il sangue che sporca il mio coltello. Reale come la testa fracassata di nostra madre.
Unisciti a me, sopprimi i tuoi falsi ideali, banchetta! O, in alternativa, divieni tu, mia portata.
Io non sono il tuo rozzo Dio, io ti dono il libero arbitrio! Cosa vuoi fare, dunque?
Tic tac, tic tac, tic tac... Tempo finito.
Fratello mio, lo senti anche tu questo rumore? È ora di pranzare. Abbiamo fame.
Vieni a tavola, Wally, è pronto!
E così il bambino fece, Lasciando i suoi giocattoli in terra, In attesa di continuare.
Bon appétit.