La Tasca

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In un quotidiano risalente alla fine del 1930 venne riportato un tragico fatto di cronaca.

Qualche tempo prima un furto ai danni di una grande gioielleria era stato perpetrato da autori ignoti; la refurtiva scomparve per qualche settimana. In un transatlantico un passeggero si lamentò più volte del cattivo odore che proveniva dalla cabina adiacente alla sua (nella quale, a detta di molti, sostava una coppia di coniugi). Più volte gli fu risposto inoltre che la donna era gravemente malata e che pertanto necessitava di particolari unguenti dall'odore sgradevole.

Tale versione fu riconfermata anche dal marito stesso, che non tardò a scusarsi. Lo stesso passeggero però, allarmato dal progressivo aumentare di tale odore, volle andare a controllare la salute della donna. Penetrando nella cabina la trovò vuota, ad eccezione di una figura che riposava: avvicinandosi al letto il passeggero avvertì un odore insopportabile che lo costrinse da subito ad indietreggiare. Notò inoltre come la donna fosse immobile e visibilmente pallida. Dopo aver tentato di chiamarla più volte, si avvicinò e scostò le coperte. Quello che vide lo fece trasalire: la donna, chiaramente in putrefazione, aveva il ventre segnato da una profonda cucitura (quasi una tasca che qualcuno aveva precedentemente realizzato).

Non tardò a riferire la macabra scoperta al capitano della nave. Nello stesso giornale è riportato inoltre il motivo di tale scempio. Più tardi, infatti, alcuni medici rinveniranno il contenuto del ventre. Gioielli, gli stessi che erano stati rubati alcune settimane prima.

Il ladro non fu più ritrovato.


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