"Sono tutti inferiori."
Davvero lo pensi?
Davvero pensi che tutti o quasi siano inferiori a te, che debbano solo fermarsi di fare qualsiasi cosa e mettersi a strisciare ai tuoi piedi?
Certo che lo pensi, ma per quanto riguarda me, hai inferto troppe sofferenze.
Prima hai picchiato tua madre, che vecchia com'è, ha bisogno di essere imboccata, ma tu non hai pazienza, e quando per l'ennesima volta si è rifiutata di mangiare i tuoi occhi si sono infuocati di rabbia, e le hai spezzato l'avambraccio e un paio di costole a calci, per poi portarla all'ospedale e dover pagare per i tuoi errori, sei stato fortunato; i medici hanno creduto che fosse caduta dalle scale.
Poi tratti male tua moglie, la fai sentire uno schifo, picchi anche lei, a letto sei un violento, e nonostante lei ti implori di smetterla, ne esce sempre con un occhio nero.
Hai stuprato tua figlia, così bella non la merita nessun altro, vero?
Ma tutto questo si fermerà.
Nessuno verrà più ferito dalla tua superbia.
Ti ho cercato, e ti ho trovato su un sito di chat, non ti fai schifo a tradire tua moglie?
Ah no, tu sei migliore.
Dopo averti trovato ti ho chiesto di incontrarci in un vicolo della tua città, con la scusa di essere una giovane ragazza in cerca di "esperienze", ci sei cascato subito.
E adesso sei qui, confuso, vedi di fronte a te uno sconosciuto, decisamente più debole di te, anche se più alto, ma cominci ad avvertire un forte mal di testa, porti una mano alla tempia, la massaggi ma non serve a nulla, il tuo corpo è troppo debole per stare all'altezza di un certo essere che ti trovi davanti..."demone" lo chiamerebbero alcuni, ma è sbagliato; anche la definizione "mostro" è sbagliata, è semplicemente un essere che probabilmente sta solo nella tua immaginazione.
Ma il dolore è troppo forte, e aumenta sempre di più, corrughi le sopracciglia, abbassi la testa e guardi davanti a te: quel...coso ti sta osservando, non riesci a capire la sua corporatura, indossa una vestaglia lunga, un impermeabile forse, potrebbe assomigliare al tizio del cartone che guardava tua figlia ieri...come si chiamava? "Hellsing" o qualcosa del genere, ma non hai voglia di pensarci, il dolore si fa più forte, comincia a martellare sulle tempie, stai per esplodere...e poi, buio.
Ti risvegli in una stanza, non la riconosci, sembra una di quelle prigioni medievali, con le torce alle pareti e la muffa negli angoli, creata dalla troppa umidità celata nella stanza...fa freddo, e per la prima volta nella tua vitahai paura.
Ti guardi attorno e noti che nella stanza c'è solo un oggetto: un coltello, da cucina, di quelli lunghi, affilati...ma questo è arrugginito, se sprofondasse nella carne farebbe molto male, e soprattutto infezione, anche solo un taglio ucciderebbe, lentamente...meglio portarselo dietro.
Prendi il coltello lentamente, sei scosso e impaurito, non sai cosa stia succedendo, finché non vedi una porta, non sai dove conduca, eppure la apri.
Al contatto con la maniglia un brivido ti percorre la schiena, è gelida; abbassi lentamente la maniglia, ed esci dalla stanza; come fai un passo fuori senti una voce rieccheggiare tra le mura del corridoio in fronte a te.
"Allora, ti piace la tua nuova casa?"
-Cosa? Nuova casa?- Pensi. Non puoi vivere qui. È uno schifo, non è adatto a te.
"Esatto, almeno per un po'"
Che? Ti ha letto nella mente?
"Non so chi tu sia, o cosa tu voglia, ma uscirò di qui, dimmi solo cosa devo fare!"