Capitolo 10

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Dopo un'oretta, lei era sempre al bancone a bere, mentre io sul ciglio della strada.

Mandava giú un bicchiere dopo l'altro, mentre si girava ogni tanto a guardarmi.

Sentivo i suoi occhi puntati su di me, quasi perennemente, e mi mettava soggezione.

"Chissà cosa starà pensando... 'uh, guarda quella povera puttana come si guadagna da vivere'..."

Sapevo quello che pensava la gente delle prostitute.

Molte volte mi hanno insultata o mi hanno parlato alle spalle, dicendo cose orribili...

Alla fine, una macchina si fermó davanti a me.

Il finestrino del passeggiero si abbassó, e io mi ci appoggiai con i gomiti, affacciandomi all'interno.

Sentii gli occhi di Lauren puntati su di me più che mai.

<< Ehi, tesoro... >> dissi mentre mi abbassavo.

<< Guarda chi si rivede >> rispose la voce all'interno.

Guando visualizzai il suo volto, lo riconobbi: era il fratello di Lauren.

Ecco perchè sentivo cosí fortemente i suoi occhi su di me.

<< Ehi, ciao... Luke >>

Per fortuna mi ricordai il suo nome.

<< Wow, ti ricordi di me! Ero venuto quì per riprendere mia sorella... ma ora che vedo te... >>

Chiamó sua sorella, che si avvicinó alla macchina, buttando il bicchiere per strada.

Mi passó accanto, sfiorando con il suo braccio il mio.

Aprí la portiera e si mise a sedere sul posto del passeggero.

Dopo essersi chiusa dentro, guardó il fratello, poi guardó me.

<< Allora? Si va? >> chiese.

Non ricevendo una risposta si innervosí.

<< Hai intenzione di portartela a casa? >> domandó, parlando, ovviamente, di me.

Sembrava arrabbiata.

Il fratello annuí, e mi fece salire in macchina.

Lei aveva le braccia incrociate al petto.

Perchè faceva cosí?

Qualche ora fa mi ha dato la sua giacca per riscaldarmi, e ora mi tratta cosí di merda?

<< Il solito della scorsa volta, tesoro >> disse, mettendo in moto.

Lauren sospiró.

Per tutto il viaggio nessuno disse niente.

Appena arrivati mi portó in camera sua.

Il sesso con Luke duró addirittura meno dell'altra volta...

Ma era il cliente che doveva rimanere soddisfatto, non la puttana.

Come al solito finsi un orgasmo.

Quando venne si addormentó dopo pochi minuti, il tempo di riprendermi dal dolore della ferita che era causato da ogni mio sforzo.

Mi rivestii, rimettendomi addosso, per sbaglio, anche la giacca di Lauren.

Quando arrivai in sala la intravidi in cucina, di spalle, a bere un caffè.

Mi venne una forte fitta al fianco, e mugolai senza volerlo, portandomi la mano sopra la ferita.

Vidi con la coda dell'occhio una massa di capelli spostarsi, segno che si era accorta della mia presenza e che si era girata.

"Oh oh... cazzo"

Appoggió la tazza, e venne verso di me.

Si mise davanti a me, forse un po' troppo vicina, e mi mise la mano sul fianco ferito.

<< Tutto okay? >>

Sussultai al suo tocco.

<< S-sì >> affermai con il tono più convinto che riuscii a fare.

<< Va bene >> mugoló, poi si allontanó, e andó a frugare nel portafogli di suo fratello.

Mi diede i soldi.

<< Luke ti ha detto per caso di darti un extra? >>

Scossi la testa.

<< Ah no? >> chiese accigliata << Hai finto un orgasmo da Oscar >>

Mi fece ridere.

Incredibile, non avevo mai sentito la mia risata cosí sonora.

Lei sorrise, sforgiando i suoi denti bianchi.

<< Posso farti qualche domanda? >>

Mi prese il panico.

Cosa voleva chiedermi? Cosa voleva sapere? Perchè io?

Mentre la mia mente stava fondendo, annuii, involontariamente.

<< È obbligatorio prendere la pillola? >>

La prima domanda era una domanda facile.

<< Dipende dal protettore. Il mio mi ha dato la possibilità di scegliere tra i preservativi e pillola per il mio primo anno... Poi sarà obbligatoria >>

<< Mmh >> mugoló.

Era davanti a me, e continuava a guardarmi negli occhi, con il suo sguardo serio.

<< È vero che i clienti non possono baciarvi? >>

<< Assolutamente no >> affermai.

<< Perció non hai mai baciato un cliente tu >>

<< Mai >>

<< E un ragazzo? >>

I suoi occhi brillavano di curiosità.

Stavamo entrando troppo nel personale, e io mi sentivo già a disagio.

<< Io non parlo dei miei affari privati... Perció finiamo quí questa conversazione >>

Rimase seria. Immobile.

I suoi occhi intriganti erano fissi suoi miei.

In quel momento mi ricordai che avevo ancora la sua giacca addosso, perció me la tolsi e gliela porsi.

<< Grazie mille per questa, puoi riprendertela >>

La afferró al volo, e prima che potesse dire qualcosa, corsi verso la porta e uscii fuori.

Il mio cuore batteva forte... troppo forte.

H.O.PDove le storie prendono vita. Scoprilo ora