Capitolo 36

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Prima di andare all'appartamento delle prenotazioni, per passare un po' il tempo, Dinah mi invitò a mangiare qualcosa da "KFC".

Eravamo tutte e due state prenotate, e tutte e due dovevamo andare al solito appartamento, solo che io ero nella stanza di sempre (la 240), mentre lei nella 427, al piano di sopra.

Non era mai capitato, solitamente lei andava per strada o a casa di qualche ricco.

Questa volta eravamo tutte e due a farlo nello stesso luogo.

<< Mangi mai qualcosa prima di una nottata di sesso Mila? >> domandò.

Scossi la testa, azzardando un piccolo sorriso.

<< No? >> sembrava sorpresa << E come fai a trovare le energie per superare la notte con Lauren? >>

<< Boh >> risposi semplicemente << Sicuramente non mangiando schifezze come a quanto pare fai tu! >>

Mi rivolse un grande sorriso, poi mi lasciò al tavolo e andò a ordinare.

Tornò al tavolo con un piccolo barattolo con sei ali di pollo enormi.

<< Fai schifo >> dissi.

Si mise a ridere.

<< Okay >> e iniziò a mangiare.

Io davvero non riuscivo a capire come facesse a mangiare quella roba prima di andare a letto con un cliente.

Il cibo grasso appesantisce, fa male... eppure era lì, davanti ai miei occhi, che mangiava tranquillamente un'ala fritta e piccante dopo l'altra.

<< Vieni spesso qui? >> le domandai.

Lei con tutta tranquillità mi disse di sì, e mi spiegò che cenava in quel fast food praticamente ogni due giorni, prima di lavorare.

Appena terminò il suo pasto, si alzò e buttò il barattolo ormai vuoto in un cestino vicino l'uscita.

<< Andiamo Mila? >>

Mi alzai, e la seguii verso l'appartamento delle prenotazioni.

<< Finirò sicuramente prima di te... ci ritroviamo all'h.o.p o no? >> chiese Dinah appena arrivammo davanti all'ingresso.

<< Non lo so, DJ... Forse resterò a dormire tutta la notte con Lauren nella 240 >> spiegai << Però se non dovesse essere così, ti faccio sapere, va bene? >>

<< Okay, perfetto >>

Dopo quel piccolo chiarimento, entrammo insieme nella hall, e ci dirigemmo verso le scale.

Scricchiolavano sotto la pressione dei nostri tacchi e del nostro peso.

Ma oltre quel lieve rumore, il silenzio.

Nessuna di noi due parlò.

Quando arrivai davanti alla mia stanza, mi fermò un attimo.

<< Camila, mi raccomando >> disse seria, guardandomi negli occhi.

Annuii lentamente, e alla fine lei se ne andò al piano di sopra.

Io presi un bel respiro, aprii la porta ed entrai, rimanendo vicino alla soglia.

Il mio sguardo cercò nella stanza quello di Lauren, e non appena lo trovò, il mio cuore perse un battito.

Era a sedere sul bordo del letto, e mi guardava con un piccolo sorriso sulle labbra.

Si scostò il capelli, in un modo dannatamente sexy, spostando i suoi occhi verdi sul pavimento per un attimo.

Aveva dei jeans neri di pelle attillati, una maglia dei "the 1975" e sopra una felpa nera.

<< Ti stavo aspettando >> disse.

<< Com'è stata l'attesa? >> domandai.

Mi sorrise e si alzò, venendomi in contro.

<< Davvero, davvero, davvero straziante >> si morse il labbro.

Mi prese per i fianchi e mi portò a sé, iniziando a baciarmi il collo.

<< Questa volta chiudiamo la porta, eh? >> scherzai, sbattendo la porta alle mie spalle.

Si mise a ridere.

<< Perché? >>

La guardai dritto negli occhi, confusa.

"Giusto, non gliel'ho ancora detto"

<< Oggi Austin ha voluto parlarmi in privato, e mi ha detto che uno dei suoi aveva visto qualcosa... ho subito pensato che fosse stato per colpa della porta aperta >>

<< E...? >>

<< Ci avevano viste abbracciate per strada... ma avrebbero potuto seguirci fin qui e beccarci mentre ci baciavamo... Comunque Austin non sospetta di nulla, per ora >>

<< E non lo sospetterà mai >> affermò.

Scossi la testa, quasi divertita da quella frase.

<< Lauren... per un attimo che ci siamo abbracciate ci hanno beccate... figuriamoci se per una minima cosa ci distraiamo e abbassiamo la guardia senza volerlo >>

Deglutì, visibilmente distrutta.

<< Mi dispiace se non posso offrirti più protezione >>

Appoggiai la mia mano fredda sulla sua guancia calda e la accarezzai dolcemente.

<< Ma no... Con te sono sempre al sicuro >>

<< Non è vero >> mormorò con voce roca << È proprio per me che sei costantemente in pericolo... >>

I suoi occhi erano lucidi e il suo labbro inferiore tremava.

<< Ehi, ehi, ehi! >> esclamai << Ti prego, non piangere >>

La abbracciai fortissimo.

<< Come possiamo fare? Non possiamo continuare a vivere in questo stato di paura e di angoscia >> sussurrai.

<< Esiste un modo... Ma tu non vorrai sicuramente >> rispose.

<< Smettere? >>

<< Sì, smettere di fare tutto questo >>

<< Sai bene che non posso >>

<< Ma io continuerò a sperarci >>

Si avvicinò a me e mi baciò dolcemente.

<< Smetterò solo quando io e Dinah avremo il numero di soldi che ci serve >>

<< Posso darvi tutto io, basta che smettiate >>

Riaprì la bocca per dire qualcosa, ma si fermò, quasi pentita per quello che aveva detto.

<< Cosa? E con quali soldi? Non posso accettare quelli di tuo fratello, è come se li rubassi >>

Rimase in silenzio, sconfitta.

Sentivo che voleva dire qualcosa, ma continuava a tenerselo per sé.

I miei pensieri furono interrotti da un suo bacio appassionato.

Mi prese in braccio e mi buttò su letto, spogliandomi.

<< Ti adoro >> mormorava tra un bacio e l'altro.

<< Non voglio perderti >> mi lasciai sfuggire.

Mi morse il labbro inferiore.

<< Non ti lascerò mai andare via, tu non mi perderai mai >>

Si tolse la felpa, poi la maglia, e li lasciò cadere sul pavimento.

Stava per togliersi il reggiseno quando un rumore improvviso ci fece sobbalzare.

Riconobbi il rumore: la porta della stanza che si apriva.

Il mio cuore si fermò in quell'istante, quando calò il silenzio più totale.

H.O.PDove le storie prendono vita. Scoprilo ora