Capitolo 66

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<< Questo è quello che succede a chi non rispetta le mie regole >> disse Austin.

Lauren aveva chiuso gli occhi, e Austin era pronto per spararle dritto in testa.

Quelle parole scossero definitivamente qualcosa dentro di me.

Sentii la rabbia e la tristezza fondersi in un unica cosa.

Era la sensazione più forte che io avessi mai provato.

Il mio cuore batteva come non mai, e sentivo crescere alla velocità della luce la mia vena sul collo.

Tutta quell'adrenalina che si era accumulata esplose in un'unica grande azione.

Accadde tutto in pochi secondi.

Con un paio di fortissimi strattoni mi liberai dalla presa dello scagnozzo.

Mi girai verso di lui e lo spinsi, facendolo cadere.

La paura, la tristezza e il dolore mi stavano dando una grande forza che non avrei mai potuto avere.

Ero una piccola ragazza, discretamente gracile, che aveva appena buttato per terra un uomo di quasi 80 kg.

Appena cadde per terra, la sua pistola balzò fuori dalla tasca, scontrandosi con la ghiaia.

Non mi feci troppe domande, anzi, non pensai affatto, e la afferrai con due mani all'istante.

Appena toccai la pistola, mi vennero i brividi.

Non avevo mai impugnato un arma, non ne avevo mai usata una, non avevo mai ucciso qualcuno.

Rimasi sconvolta per un attimo, ma tornai alla realtà quando l'uomo di Austin si stava rialzando.

Puntai la pistola verso di lui e sparai due colpi, senza fare caso dove lo colpivo.

Lo guardai per pochi secondi negli occhi.

Era stupito e sconvolto allo stesso tempo.

Teneva la bocca aperta imprecando per il dolore.

Lo avevo colpito al ginocchio e alla coscia sinistra.

Il sangue usciva dalla sua gamba come un fiume in piena.

Si accasciò sui sassolini e si rotolò per il dolore, cercando di tappare con le mani i buchi da dove usciva il suo liquido vitale.

Lui era a terra, fuori uno.

Mi girai di scatto verso il suo compare, che stava venendo verso di me per fermarmi.

Tirò fuori la pistola e sparammo contemporaneamente.

Io lo colpii in pieno petto, e cadde per terra, lasciando cadere la sua arma.

Il proiettile che sparò lui mi sfiorò il braccio, procurandomi solo una ferita.

Soffrii in silenzio per il bruciore che mi provocava e continuai a stare in piedi, a testa alta.

Per una volta mi sentivo davvero forte.

L'uomo che prima teneva Lauren per la spalla era andato in soccorso del suo amico per terra.

La sua maglietta era ormai zuppa di sangue, e i suoi occhi si erano persi nell'infinito.

<< Cazzo >> gridò.

Mi guardò arrabbiato e prima che si potesse alzare, sparai altri due colpi verso la sua direzione.

Il primo proiettile non lo colpì, ma il secondo lo prese sul collo.

Si mise una mano su di esso cercando ti fermare l'emorragia, fallendo miseramente.

H.O.PDove le storie prendono vita. Scoprilo ora