Capitolo 39

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Avevo chiuso con lei, definitivamente.

Non volevo più avere a che fare con Lauren Jauregui.

Sapeva del mio profondo odio verso i ricchi ma nonostante ciò, decise di non dirmi niente, peggiorando tutto.

Facendo così aveva perso la mia fiducia.

Rimasi in camera mia a piangere per chissà quanto tempo.

Avevo chiuso la porta e la tapparella, per non far entrare la luce e rumori del mondo esterno.

Mi spogliai, rimanendo solo con l'intimo.

Spensi tutte le luci e alla fine mi misi a sedere sul letto, con lo sguardo perso nel vuoto.

Mi ero chiusa in me stessa.

Ripensai a tutti gli sguardi che ci eravamo scambiate, i suoi modi di fare, come facevamo l'amore...

Ripensai a tutte le cose che le avevo permesso di fare,ma soprattutto pensavo ad una in particolare: le avevo dato il permesso di essere il mio primo bacio.

Chiusi gli occhi per ricordarmi quel momento.

Lo stavo vivendo una seconda volta, iniziai a riprovare tutte le emozioni e tutte le sensazioni di quel momento.

Il suo tocco delicato sulla mia pelle, il modo in cui prese i miei capelli e me li tirò dolcemente per alzarmi il volto, fino a guardarmi negli occhi, mentre le nostre labbra erano a pochi millimetri di distanza.

Mi toccai le labbra risentendo il suo respiro caldo sulla mia bocca.

Il ricordo delle sue labbra mi fecero venire i brividi: erano schiuse, rosse e gonfie per tutti i baci che aveva posato sulla mia pelle accaldata.

E poi, in un attimo, si avvicinó, lentamente, guardando la mia bocca.

Mi ricordai come mi guardò negli occhi, perchè ero io che dovevo darle il consenso...

I suoi occhi verdi andavano a fuoco, si vedeva che moriva dalla voglia di baciarmi.

E io come una scema la presi per le guance e la baciai...

Mi aveva stregata e io avevo fatto una grande cazzata a cadere nel suo incantesimo.

Mi coprii gli occhi con le mani.

"Stupidi ricordi, stupida memoria" continuai a ripetermi in testa.

Dopo una nottata di ricordi e autocommiserazione mi vestii per andare a lavoro.

Non avevo dormito per niente.

Come al solito, intorno alle nove mi presentai al bar per il secondo turno.

Appena entrai dentro, il mio occhio venne catturato da una figura che conoscevo.

Mi fermai di scatto, subito dopo l'entrata: Lauren era seduta a un tavolo, che si guardava intorno.

Sul tavolo c'erano quattro bicchieri di caffè con sopra il suo nome.

Era vestita da dura, ma dal suo sguardo sembrava un cucciolo smarrito.

Volevo fare retro marcia, camminare silenziosamente e uscire... ma la mia collega, Emma, mi aveva visto.

<< Camila! >> esclamò da dietro al bancone, guardando verso di me.

Spostai un attimo lo sguardo su Lauren che si era girata non appena aveva sentito il mio nome.

Io rimasi pietrificata al contatto con i suoi occhi, sempre meravigliosi.

H.O.PDove le storie prendono vita. Scoprilo ora