Capitolo 41

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Passarono i minuti e si avvicinava sempre di più l'ora di tornare a casa.

Faceva così freddo che non mi sentivo più le gambe.

Le calze non mi tenevano abbastanza caldo, e la gonna non copriva per niente.

In quell'istante iniziò a piovere.

Erano quelli i momenti in cui mi fermavo a pensare a com'era la mia vita: un'inferno.

I miei genitori sono sempre stati assenti, lavoravo come prostituta per un pazzo, e come se non bastasse avevo perso la testa per una donna.

"Cosa devo fare con Lauren?" pensai mentre la pioggia scorreva sul mio viso.

Eppure non era difficile, dovevo solo decidere se tornare da lei o chiudere tutti i ponti e non parlarci più.

"Ho bisogno di tempo per dimenticarla" conclusi.

In quel preciso momento sentii dei passi dietro di me.

Quando si fermarono mi venne spontaneo girarmi.

Mi voltai verso la figura che era ferma davanti a me a poco più di due metri.

<< Lauren >> mormorai.

Era lì, di fronte a me, mentre la pioggia cadeva sulle nostre teste.

Il suo volto, i suoi capelli e i suoi vestiti erano fradici.

Mi guardava dritto negli occhi con uno sguardo neutro, tranquillo.

<< Ti ho visto salire in macchina con un uomo qualche ora fa >> disse.

<< Sì >> confermai senza problemi.

Respirò profondamente come per calmarsi.

<< Dio, Camila, non hai idea di come mi sia sentita >>

<< Ho ferito i tuoi sentimenti? Ti ho tradita? No, perché non stiamo più insieme >>

Mi interruppe.

<< No, non è per quello. Non si tratta di rabbia >> affermò << Non hai idea di quanta paura e di quanta tristezza mi ha dato il fatto che tu fossi andata a fare sesso a casa di quello sconosciuto >>

Continuava a guardarmi negli occhi e io non riuscivo a distogliere lo sguardo dai suoi che erano colorati di un verde acceso.

La pioggia continuava a cadere sempre più forte, ma Lauren era decisa a continuare a parlare.

<< Oltre al fatto che non ero io a passare la notte con te, era più la paura che ti facesse del male... Ed è l'ultima cosa che voglio >>

Non riuscivo a capire se stava piangendo, ma dal suo tono di voce si capiva che era così.

<< Tu non meriti di soffrire, non meriti di essere usata, non meriti di essere picchiata da qualche maniaco che pensa solo a scopare e a divertirsi. Tu meriti di essere amata da qualcuno che ti vuole per davvero, che ti vuole bene con tutta l'anima, che farebbe qualsiasi cosa per vederti felice... >>

Le mie lacrime iniziarono a mischiarsi con la pioggia che scorreva sulle mie guance.

Nessuno mi aveva detto delle cose simili.

Rimasi immobile, muta, come se quelle parole mi avessero colpita e affondata.

<< Camila >> continuò << se non vuoi che sia io quella persona, dimmelo, e sparirò dalla tua vita per sempre >>

Dovevo decidermi all'istante, in quel momento.

Non potevo farla aspettare ore.

"Cosa faccio?" pensai.

H.O.PDove le storie prendono vita. Scoprilo ora