Capitolo 68

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Continuai a scuoterla cercando di svegliarla, ma ormai era andata.

Mi accasciai sopra di lei e scoppiai in un interminabile pianto.

<< Lauren, no >> singhiozzai << Ti prego non lasciarmi >>

Afferrai la maglia mentre piangevo, e strofinai la testa sul suo petto.

<< Ti scongiuro >> sussurrai.

Dopo pochi minuti, sentii un suono in lontananza.

Il volume di quel suono aumentò gradualmente, fino a che non si fece riconoscibile.

In meno di un minuto arrivarono due ambulanze e due pattuglie della polizia.

Dai mezzi di soccorso bianchi e rossi scesero quattro uomini, che si fiondarono su di noi.

Mi staccarono dal corpo di Lauren, e ci adagiarono su due lettini.

Non sentivo bene quello che stavano dicendo.

La mia mente stava distorcendo la realtà, e mi sentivo sempre di più strana.

Iniziai a sbattere gli occhi ripetutamente, cercando di vedere meglio ciò che mi circondava.

Riuscii ad ascoltare solo una parte della conversazione tra i quattro soccorritori che ci stavano visitando.

<< Hanno perso molto sangue tutte e due >> disse uno aprendomi per bene le palpebre e passando davanti con una lucina.

<< Questa ne ha perso molto, ha perso i sensi >> disse un altro riferendosi alla mia ragazza.

Sentii una quinta voce, più lontana da noi.

<< Questi sono tutti morti. Portate le due ragazza immediatamente all'ospedale. A questo massacro ci pensiamo noi >>

<< Okay >> dissero gli uomini << Questa codice giallo, lei codice rosso. Muoviamoci >>

Io entrai in un ambulanza, mentre Lauren nell'altra .

Partirono subito le sirene, e andammo all'ospedale.

Durante il viaggio ero come in dormiveglia.

Mi facevano delle domande, ma io ero da tutt'altra parte.

Non riuscivo a distinguere la realtà dal sogno, però sentii benissimo l'attimo in cui infilarono l'ago nella mia vena.

Esaminarono e tamponarono la ferita sulla spalla.

<< Il proiettile è ancora dentro. Dovremmo portarla all'istante in sala operatoria >>

Ero sul punto di perdere i sensi quando uno dei soccorritori mi guardò negli occhi.

<< Tranquilla >> affermò << Andrà tutto bene >>

Quello che successo dopo non lo so con precisione.

Svenni in ambulanza, poco prima di arrivare in ospedale.

Quando mi svegliai, vidi bianco.

Soltanto un bianco sfumato e accecante.

Per un momento pensai davvero di essere morta e di essermi svegliata in paradiso.

Alla fine l'immagine divenne più nitida, ero da sola in una piccola stanza.

Davanti a me c'era una televisione spenta, alla mia destra due letti vuoti, e alla mia sinistra, la porta che dava al corridoio.

Ero distesa sul letto, con un vestito bianco.

H.O.PDove le storie prendono vita. Scoprilo ora