Capitolo 63

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Salii velocemente al posto del passeggero, letteralmente saltandoci dentro.

Il mio cuore batteva come un martello.

Stava per esplodere dentro al mio petto.

Sembrava che non avesse per niente l'intenzione di rallentare e calmarsi un attimo.

Per la prima volta in tutta la mia vita, avevo davvero paura.

Stavo sperimentando la vera paura.

La vera paura non era il semplice colpo al cuore di quando vedi un film horror e dici "madonna, che paura!", o quando un tuo amico si nasconde e salta fuori all'improvviso.

Quello non era niente in confronto a quello che stavo provando io.

Sudavo freddo e il mio cuore batteva molto velocemente.

Stavo provando la forma più estrema della paura: il terrore puro.

L'impulso di scappare era talmente elevato da ricercare una soluzione immediata, ma i miei muscoli erano paralizzati, come se fossero ghiacciati.

Volevo scappare, gridare, urlare a pieni polmoni, ma potevo nascondermi soltanto dentro me stessa.

Era tutto reale.

Non era un fottuto incubo, non potevo svegliami.

L'adrenalina circolava nelle mie vene, ed era una sensazione molto eccitante e inquietante allo stesso tempo.

Era davvero preoccupante, sembrava una cosa irreale.

Di solito vedevo scene simili nei film o nelle clip musicali.

Ma questa volta non la stavo vedendo da uno schermo, la stavo vivendo.

La mia mente non riusciva a realizzare, stava accadendo tutto così troppo in fretta.

I miei piedi mi facevano un male cane.

Ne alzai uno e notai che la parte delle calze che doveva coprire la pianta del piede si era lacerata, lasciandomi scoperto il piede, che era sporco per colpa dell'asfalto.

Notai anche una piccola ferita, che mi bruciava.

<< Vaffanculo >> mormorai toccandomelo.

Guardai Lauren, che nel frattempo era salita in macchina, sbattendo con furia la portiera.

Infilò la chiave e fece partire la macchina, pigiando come una dannata sull'acceleratore.

La macchina lussuosa seguì i suoi comandi, e partimmo sgommando.

Intanto anche Austin e i suoi leccapiedi erano saliti in macchina ed erano partiti al nostro inseguimento.

Per fortuna, visto che eravamo arrivate prima noi alla nostra autovettura, guadagnammo terreno.

Eravamo molto più distanti da loro, e per un attimo, mi tranquillizzai.

Entrai di nuovo nel panico quando iniziarono ad avvicinarsi a noi a grande velocità.

<< Lauren, ci stanno raggiungendo! >> urlai.

Spinse ancora di più l'acceleratore, arrivando a sfiorare i 120 km/h.

La velocità mi spinse verso lo schienale del seggiolino, facendo aderire ad esso perfettamente la mia schiena.

Curvò un paio di volte, come un pilota professionista, riuscendo a non schiantarsi o andare fuori strada.

<< Vai Lauren >> la incitai anche se nessuna di noi sapeva dove stavamo andando.

H.O.PDove le storie prendono vita. Scoprilo ora