Capitolo 33

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Lauren era davanti a me, in piedi, immobile, con le labbra serrate e lo sguardo sul pavimento.

Io continuavo a chiamarla, ma senza ricevere alcun segno di risposta.

Sembrava imbalsamata, pietrificata... una statua di marmo.

Provai ad avvicinarmi e a scuoterla lievemente.

<< Ehi, Lauren, ti prego rispondimi >> la supplicai.

Finalmente, dopo un'eternità di secondi, parlò.

<< No >>

Non era la risposta che volevo sentire.

<< Come, scusa? >>

Mi guardò negli occhi, con uno sguardo neutro.

<< Ci sono cose che non devi sapere >>

Rimasi senza parole.

<< Mi stai prendendo per il culo? >> stavo per dare i numeri << Tu stessa hai detto che visto che sono la tua ragazza avevo il diritto di sapere >>

<< Questo assolutamente no >>

Scossi la testa, arrabbiata.

<< Senti, non voglio litigare, okay? Dimmi almeno perché non me lo vuoi dire >>

<< Mi odieresti >> confessò.

<< Ma no... Lauren, sei la persona che amo, niente potrà farmi cambiare idea su di te >>

<< Invece questo sì >>

Sbuffai.

<< Ti prego, dimmelo >> la supplicai.

<< No >> affermò decisa.

Il suo sguardo era serio, e quel "no", fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Mi rimisi le calze e la gonna, molto velocemente, lasciando la maglia larga.

Volevo soltanto uscire da quella stanza prima di dare i numeri e spaccare tutto.

Afferrai la borsa e mi avviai verso l'uscita.

Lauren corse verso di me, afferrandomi il polso, mentre stavo per aprire la porta.

<< Camila, ti prego- >>

<< NO >> le urlai in faccia << VAFFANCULO >>

Mi liberai dalla sua presa, aprii la porta e la chiusi sbattendola con tutta la forza che avevo in corpo.

Fece un rumore molto forte, che risuonò in tutto l'appartamento e in tutto il corridoio.

Ci fu un attimo di silenzio, poi sentii dietro di me, dentro la stanza, Lauren urlare dalla rabbia.

<< Cazzo! >> urlava, tirando pugni sul legno.

H.O.PDove le storie prendono vita. Scoprilo ora