Capitolo 15

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Mi svegliai che erano le 9.

<< Cazzo >> esclamai quando vidi l'orario sul mio cellulare.

Primo: ero in ritardo per il lavoro,
Secondo: non avevo mandato nessun messaggio a Dinah per dirle che stavo bene.

Da quando mi stuprarono, in quella stanza, voleva avere la prova che ero ancora viva.

Sboccai il telefono, e mi ritrovai 27 chiamate perse e 35 messaggi...

<< Oddio, Dinah >> borbottai.

"Ehi, Mila, sono le 5:30, il sole sta sorgendo, sei già uscita?"

"Ci ritroviamo all'h.o.p?"

"Mila?"

"Ci sei?"

"Camila, stai bene? Ti prego rispondimi, sono quasi le sei"

"Ti sto chiamando da venti minuti, e continui a non rispondermi"

"Karla Camila Cabello, mi stai facendo preoccupare a morte, ti prego rispondimi"

"Cazzo, sto pensando al peggio"

Tutti messaggi così.

L'ultimo risaliva a una mezz'oretta prima del mio risveglio.

"Sto arrivando, muoio se non ti trovo lì"

Non feci in tempo a risponderle che sentii dei forti rumori provenienti dal piano di sotto.

<< Oh oh >>

Potevo riconoscere ovunque quel rumore di tacchi.

Dinah sfondò la porta pochi secondi dopo, trovandomi nuda sul letto, tra le coperte.

<< Cristo, Camila >> gridò << Che ci fai ancora qui? E ancora nuda! >>

Davanti a quella sgridata, mi misi a ridere.

<< Ridi? Ho pensato che ti aveva stuprato, che ti avevano uccisa e che ti avevano abbandonato in un fosso >>

Era davvero preoccupata, ma alla fine tirò un sospiro di sollievo.

<< Mi dispiace >> mormorai con gli occhi da cucciolo << Mi sono addormentata >>

<< Ho visto >> mi fece notare << Sei ancora nuda tra le coperte... E la tizia con cui sei stata stanotte? >>

<< Se n'è andata >>

Annuì, poco convinta.

<< Non ti ha fatto nulla mentre dormivi? >>

<< Dinah Jane Hansen! Che ti salta in mente! No! >>

<< Come fai ad esserne certa? >>

<< Lei non é cattiva >> affermai convinta.

Mi guardò con uno sguardo interrogativo.

Io mi alzai, e iniziai a rivestirmi sotto il suo sguardo ancora dubbioso.

<< Dimmi un po' >> interruppe il silenzio << Ti é piaciuto? >>

Mi girai verso di lei.

<< Cosa? >>

<< Scopare con lei >>

<< Non abbiamo scopato >>

Dinah venne verso di me.

<< E allora cosa avete fatto? >>

<< Abbiamo fatto l'amore >> confessai.

Rimase a bocca aperta.

<< Voi cosa? >>

<< So che hai capito benissimo >>

Sembrava scioccata, arrabbiata e felice allo stesso tempo.

I suoi occhi brillavano.

<< L'ho baciata >> conclusi.

A quel punto Dinah scoppiò come una bomba.

<< HAI BACIATO E HAI FATTO L'AMORE PER LA PRIMA VOLTA CON UNA DONNA? >>

Annuii.

<< Chi è questa che ti ha fatto perdere la testa, Mila? >> ridacchiò.

<< L'hai già vista >>

<< Davvero? Chi è? Una delle prostitute di Austin? >>

Scossi la testa.

<< Ti ricordi quella notte che io mi sono fatta Micheal, e tu l'amico cucciolone? Hai presente l'unica ragazza che era con loro? >>

Dinah ci pensò su.

<< Quella con i capelli neri e gli occhi verdi da urlo? >>

<< Esatto, proprio quella >>

Iniziò a battere le mani freneticamente.

<< Uh uh! >> esclamò << Mi devi raccontare tutto! È brava? >>

<< Bravissima, ma ti racconterò i dettagli dopo >>

Mise il broncio, ma dopo qualche minuto diventò seria.

<< Hai fatto l'amore, durante il lavoro... hai baciato un cliente... >>

Iniziai a realizzare solo in quel momento cosa avevo combinato.

<< Camila >> mugolò Dinah << Mica c'è qualcosa di serio tra voi due? >>

Volevo scuotere la testa, ma non si mosse.

<< Non la devi più vedere... È per il tuo, e il suo, di bene... Sai cosa farebbe Austin... >>

Aveva ragione.

Austin poteva sembrare tenero, ma se infrangevi una delle sue regole potevi finire male... molto male.

Se eri una delle sue puttane non finivi male... finivi male se eri il cliente.

Quelle più importanti erano:
Non stuprare, non maltrattare, non baciare e non avere una relazione con la prostituta.

E se continuavamo, Lauren poteva finire come il porco che mi aveva stuprata:

Morta.

H.O.PDove le storie prendono vita. Scoprilo ora