Capitolo 46

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Sembrava un dolce bambino che non sapeva dov'era la mamma.

In mano aveva una lettera, ancora sigillata.

<< Ehm, mi hanno dato delle coordinate e mi hanno detto di essere in quel luogo per le 23... e, ehm, mi sono ritrovato qui >> guardò l'oggetto tra le sue mani << questa mi hanno detto di darla a te >> disse, insicuro.

Mi porse la busta, la presi e la aprii.

Iniziai a leggere la lettera al suo interno.

"Abbiamo visto che eri la più giovane tra tutte le prostitute di Austin, e abbiamo pensato di prenotarti per il nostro amico. Sei il suo regalo di compleanno per fargli perdere la verginità. Mi raccomando, trattalo bene e fagli passare una notte indimenticabile!"

Dopo averla letta spostai lo sguardo su Shawn, che mi stava mangiando con gli occhi.

Dovevo essere la sua prima volta?

Presi un profondo respiro, buttai la lettera per terra, e mi immedesimai nella "fidanzatina perfetta".

<< Ciao, Shawn >> mormorai avvicinandomi << Buon compleanno >>

Appoggiai le mie mani sulla sua schiena e iniziai a sussurrargli cose dolce all'orecchio.

Appoggiai il mio corpo sul suo e iniziai a muovermi leggermente in sù e in giù.

Sentii il suo respiro sul collo, accelerare notevolmente.

Sorrisi, era così ingenuo.

<< Come ti chiami? >> chiese timidamente.

<< Camila >> risposi togliendogli la maglia e dirigendolo verso il letto.

<< Sei una prostituta? >>

Mi misi a ridere.

<< Sì >>

<< Ti hanno ingaggiato i miei amici, vero? >>

Annuii buttandolo dolcemente sul materasso.

Era leggermente imbarazzato.

Mi misi a sedere sopra di lui, iniziai ad accarezzargli il petto scendendo verso gli addominali.

"Che corpo" pensai.

Per essere giovane aveva un corpo davvero niente male.

Si vedeva che era inesperto: rimase fermo, con le mani ai lati dei suoi fianchi, con lo sguardo fisso su di me.

<< I-io sono vergine... non ho mai fatto niente...>> balbettò.

Misi un dito davanti alla sua bocca e mi avvicinai al suo volto.

<< Ssh >> sussurrai << Lo so >>

Tornai a guardarlo dall'alto e mi tolsi la maglia.

Subito dopo tolsi anche il reggiseno e lo buttai sul pavimento.

Guardò il mio seno, arrossì e deglutì rumorosamente.

Era ancora immobile, non sapeva cosa fare, perciò presi la sua mano sinistra e la appoggiai sul seno destro.

La sua mano era grande e calda, diversamente da quelle di una donna era meno delicata e con un tocco più forte.

Si fece coraggio e me lo palpò leggermente, facendomi aprire la bocca a quella mossa improvvisa.

Sentii qualcosa sotto di me crescere dentro ai suoi pantaloni.

H.O.PDove le storie prendono vita. Scoprilo ora