Secondo libro - Capitolo XXVI

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"Cosa hai deciso di fare, alla fine? Resterai?" chiese il ragazzo, stendendosi sul prato.
Katherine sospirò e si stese accanto a lui, poggiandosi su un fianco.
"Sì, per un po'. Dopo che avrò racimolato abbastanza soldi mi pagherò la facoltà di medicina e andrò via."
Zayn boccheggiò, non aspettandosi quella risposta.
"Kat, non è così facile..."
La ragazza gli rivolse un'occhiata confusa.
"No?"
"Non è una cosa così facile uscire da questo mondo. Una volta che ci sei entrato, be'...Non hai scampo."
Vide Katherine farsi pensierosa. Le baciò dolcemente la fronte.
"Cosa c'è?"
"Ma potremo continuare a sentirci, vero?"
"Non sarebbe così difficile, ma ognuno avrebbe la propria vita...Ci perderemmo di vista. Vorrei vederti al sicuro e allo stesso tempo stare con te."
"Se tornassi alla vita di prima tornerei a pulire i bagni del pronto soccorso. Guadagnerei una miseria, tra l'altro, e poi non vedrei più te. Se restassi, invece..."
Lascio la frase sospesa.
"Saresti in pericolo costante, questo non dimenticarlo" disse Zayn, nervoso.
"Be', tecnicamente lo sono anche in ospedale. Sono stata rapita lì."
"Piccola" Zayn le prese le mani. "Pensaci bene, ti chiedo solo questo. La vita qui non è facile."
"Chiara resta" Katherine sospirò. "È sempre appartenuta a questa vita."
"Secondo me Rose non resterà."
Zayn non sapeva neanche cosa consigliarle e vide la confusione farsi strada sul viso della ragazza.
"Scusa, scusa, ti sto facendo impazzire!"
La ragazza sorprendentemente, rise.
"Sta' tranquillo." E così dicendo si accoccolò su di lui. Il ragazzo le accarezzò i capelli e parlò tra essi.
"Vorrei che restassi qui con me. Sono troppo egoista per lasciarti andare e rimanere solo."
Per Katherine l'idea di restare diventava ogni minuto più allettante. E poi, aveva promesso ad Harry che avrebbe convinto Rose. E lei stessa credeva che tornare alla vita di prima sarebbe stata solo una pazzia irrealizzabile. Zayn la vide silenziosa e decise di intervenire.
"Ti sto solo dicendo ciò che voglio io, ma dovresti essere in grado di scindere e capire cosa vuoi tu."
Katherine non ci pensò nemmeno.
"Io voglio te" disse. Poi si rese conto di ciò che le era appena uscito di bocca e si sentì il viso in fiamme.
"V-voglio dire, voglio stare qua!" Cercò di rimediare, ma Zayn aveva già capito e rideva. Le baciò le guance calde per il rossore e mormorò: "Anch'io voglio te."
Proseguì con i baci sulle sue labbra e sentì il corpo di Katherine in tensione.
"Dovresti ricordarti di respirare mentre mi baci..."
"Io respiro, sei tu che te lo prendi! Sei così dannatamente attraente. In tutti i sensi, dico...Faccio fatica a starti lontana."
Zayn decise di essere egoista. Era nella sua indole e non sarebbe cambiato. Avrebbe protetto lui, Katherine. Ma se la sarebbe tenuta.
"Non dovrai farlo in ogni caso, anche perché neanche io riesco a starti lontano."
"E stammi vicino, allora. Non mandarmi via."
Il ragazzo si portò una mano sul cuore, in segno di promessa.
Vide la ragazza imbarazzarsi, come faceva spesso e guardare il cielo.
"Signor Malik" fece lei. "Lei sa che quella esattamente su di noi è l'Orsa Maggiore? E se fa caso, poco più in là c'è la stella polare, quella che brilla più di tutte, un po' come i suoi occhi in questo momento, signore."
"Non voglio alzare gli occhi al cielo, signorina.. Davanti a me ho la stella più bella in assoluto che illumina l'unica via che porta al mio cuore."
Zayn sorrise ancora, e vide la ragazza sorridere con lui, in modo teneramente imbarazzato. E così le stelle sopra di lui sparirono.

Niall aprì gli occhi e sorrise. Probabilmente per la prima volta in vita sua, si svegliava così, già felice.
Chiara dormiva accanto a lui, respirando regolarmente.
Il biondo la guardò dormire a lungo, non riuscendo a distogliere lo sguardo dallo spettacolo che la ragazza offriva. Aveva i capelli castani sparsi sul cuscino, gli angoli delle labbra erano leggermente piegati all'insù e le ciglia creavano delle piccole lunette castane sotto le palpebre.
Una guancia era schiacciata contro il cuscino, dandole un'espressione ancora più serena.
"Quanto sei bella" mormorò Niall, accarezzandole una guancia con l'indice.
Voleva davvero alzarsi e andare a prepararle una colazione con i fiocchi, ma non riusciva davvero a spostare gli occhi. Quando si ordinò di alzarsi e farlo, Chiara si svegliò per il movimento e l'assenza di calore.
Strizzò gli occhi e schiuse le labbra per sbadigliare.
"Buongiorno" mormorò, mentre si stiracchiava.
Niall sorrise e le lasciò un bacio tra i capelli.
"Ciao principessa"
Chiara gli regalò un sorriso da bambina e scostò le coperte per alzarsi. Avevano trascorso l'intero pomeriggio precedente in macchina, per andare a comprarle dei vestiti che ora occupavano metà dell'armadio di Niall. Il ragazzo era convinto che lei gli chiedesse una camera per sé, ma non l'aveva fatto. Lei preferiva le macchine.

I due scesero in cucina, tenendosi per mano.
Una figura esile si muoveva vicino al piano cottura, cantando distrattamente un pezzo dei Guns N' Roses.
"Oh, wo-ho, sweet child o'mine!" cantava la ragazza, mentre girava un pancake in padella. "Oh, wo-ho sweet love o'mine!"
Niall scoppiò a ridere.
"Ciao Katherine!"
"Ma tu sei normale che sei sveglia già alle otto di mattina e stai preparando i pancakes cantando?" domandò Chiara, contrariata.
Katherine rise.
"Certo che sono normale! Ne volete un po'?"
I tre si sedettero a tavola e mangiarono, chiacchierando.
"Io resto qua" annunciò Katherine. Chiara sorrise e batté il cinque.
"Allora oggi porto te e Rose a scegliere la macchina per me!"
"E io?" chiese Niall, mettendo il labbro inferiore all'infuori. Chiara ci stampò un bacio sopra, poi rise.
"Anche tu, ovviamente. Ma solo perché paghi."
Niall finse di sbuffare, ma poi rise.
"Ehm, Chiara" li interruppe Katherine. "Rose ha intenzione di non restare"
"Cosa?!" esclamò Chiara, in italiano. "Ma è scema?"
"Be', come puoi biasimarla? Non vedevamo l'ora di andare via fino ad un paio di settimane fa."
"Sì, ma le condizioni sono cambiate!"
"A tal proposito" intervenne una voce. "Vi volevo chiedere di fare di tutto e di sfoderare le vostre migliori parole e doti persuasive"
Alzarono lo sguardo e videro Zayn entrare nella stanza, con i pantaloni larghi del pigiama e una canotta bianca aderente, in contrasto con la sua carnagione e i suoi tatuaggi neri.
Mosse qualche passo nella stanza con un sorriso, fino a raggiungere la sedia su cui era seduta Katherine e stamparle un bacio tra i capelli. Poi si sedette accanto a lei.
"Ieri Harry mi ha detto che non la vede poi così convinta."
Katherine e Chiara si guardarono, capendosi.
"Faremo di tutto" rispose Chiara. "A costo di legarla e ficcarle in quella testolina che restare è la cosa migliore."
Poco dopo che ebbe finito di parlare, Rose fece il suo ingresso in cucina.
"Buongiorno" salutò, accennando un sorriso. Katherine non sapeva come iniziare il discorso, ma Chiara ci aveva già pensato.
"Hey Rose!" le sorrise. "Oggi vieni con noi a scegliere la mia nuova auto?"
Rose le guardò, in difficoltà. Vide la fossetta sulla guancia sinistra di Katherine e si obbligò a smettere di fissarla, visto che le ricordava un altro paio di fossette.
"Io...io non resto qui" disse. Da dietro le spalle di Rose, Zayn pregò Katherine con gli occhi.
Chiara schiuse le labbra, fingendosi particolarmente sorpresa, anche se lo sapeva già.
"M-ma restiamo entrambe! Si sta bene qua, adesso, o no?"
Rose sospirò e chiuse gli occhi per concentrarsi su ciò che doveva dire.
"Ma io ho il college e non posso fare la criminale di notte e la secchiona che studia Shakespeare di giorno..."
Chiara non sapeva più cosa dire. Di solito era molto più eloquente, ma davanti a quella logica stringente aveva finito le parole. Così, insieme a Zayn, mandò i segnali di fumo d'emergenza a Katherine, che si morse il labbro.
"Hai detto che prima di questo posto eri sola...Meglio Shakespeare che tutti noi?" chiese la ragazza, facendo un gesto che indicava tutti i presenti.
Rose le rivolse uno sguardo triste.
"E il mio sogno?"
Nel frattempo Zayn si mise in ginocchio e intrecciò le proprie mani come se stesse pregando.
Katherine le rivolse un'occhiata triste, che a Rose ricordò tremendamente la stessa faccina da cucciolo bastonato che faceva Harry. Quel dannato ragazzo era ovunque.
"Rose, ti prego." Prese contemporaneamente la mano sua e quella di Chiara. "Siamo una squadra vincente, no?"
"Non farmi quella faccia" la implorò Rose, chiudendo gli occhi per non guardarla.
"Sarà la faccia che avrò se andrai via." Mormorò Katherine, accarezzandole le dita con il pollice.
"No, non anche tu..."
Rose abbracciò contemporaneamente Katherine e Chiara. Non lo facevano dal giorno prima, quando erano pronte a scappare. E ora volevano restare e il cuore di Rose le urlava di fare lo stesso.
Se fosse andata via avrebbe sentito la loro mancanza per sempre. Erano le prime amiche che aveva e non poteva dimenticarle, proprio no.
Sentì le braccia di Chiara e Katherine stringerla in un abbraccio caldo e accogliente. Zayn, nel frattempo, pregava in tutte le lingue che conosceva.
"Dai, staremo bene insieme! Stavamo bene nel dolore e nello schifo totale. Ora staremo anche meglio, no?" disse Chiara, rivolgendole uno di quei sorrisini da angelo.
Rose sospirò, richiudendo gli occhi.
"Va bene, va bene" disse. "Resto qui e cerco di fare l'autoditatta!"
Le due ragazze lanciarono un gridolino acuto di felicità e la strinsero nuovamente.
"Voglio condividere ancora tante cose con voi" disse Katherine, sorridendo raggiante. Poi mentre si abbracciavano ancora, fece l'occhiolino ad Harry che era appena entrato.

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