Capitolo XXIII

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Song:
ACDC - Shoot to thrill

Katherine scivolò attraverso quella minuscola finestra e deglutì, quando vide che al pavimento mancavano più di due metri. Ma doveva sbrigarsi e il pensiero di Liam e di Zayn bloccati lì dentro la spronò.
Azzardò quel salto di due metri. Atterrò in piedi, grazie al cielo, ma sentì una forte botta lungo tutta la colonna vertebrale. Si riscosse subito e aprì la finestra più grande per poter far entrare anche Rose, che nel frattempo aveva preso una pistola dalla cintura di Niall.
"Chi la tiene?" chiese Rose, sottovoce.
Katherine indicò lei.
"Io?" domandò incredula Rose. Katherine annuì e poi si portò l'indice davanti alla bocca, per farle segno di fare silenzio.
Erano fortunate perché entrambe indossavano scarpe con la suola di gomma che non facevano il minimo rumore. Liam si occupava del loro abbigliamento e sceglieva le scarpe più silenziose, sapendo che prima o poi avrebbero provato a scappare.
Erano finite in un lungo corridoio spento e vuoto. Lo percorsero velocemente, prima che qualcuno le trovasse e aprirono la porta in fondo, sperando che non cigolasse.
Per fortuna, era un edificio nuovo e la porta si aprì silenziosamente, facendo apparire un'altra stanza, e questa volta trovarono gli uffici, deserti anch'essi. Le finestre erano bloccate da pesanti lastre di metallo, così come le porte. Era il sistema d'allarme, capirono le ragazze. Era scattato e aveva bloccato l'intero edificio, tranne quelle finestrelle sul retro.
"I ragazzi dovrebbero essere nel deposito" mormorò Katherine.
"Dobbiamo prima trovarli" suggerì Rose. "Poi mentre ci avviciniamo all'uscita qualcuno deve sbloccare il sistema d'allarme."
"È rischioso. Nel frattempo entrerebbero i poliziotti!" ribatté Katherine. "Bisogna correre."
Rose tacque, ma dal suo sguardo si capiva cosa volesse dire.
"Io sono piccola e leggera." Mormorò Katherine. "Posso farlo io, giusto?"
Rose annuì. Intendeva esattamente quello.
"Spara al sistema d'allarme e poi corri fuori. I poliziotti saranno impegnati a cercare i ragazzi nel deposito, sicuramente."
La ricciolina annuì. Rose le aveva appena consegnato la pistola quando le lastre di metallo che bloccavano tutte le uscite si sollevarono con uno stridio.
"L'hanno già disattivato!" esclamò Rose, in panico. "Ma perché sono idioti?"
Afferrò Katherine per una manica e la tirò dietro una scrivania. Si nascosero lì e sentirono quattro, o forse cinque poliziotti camminare all'interno della banca.
Katherine sentiva il cuore che rimbombava in gola e nella cassa toracica, fino a pulsare nelle orecchie. Il sudore le si congelò addosso, facendola rabbrividire.
"Che facciamo?" chiese Rose, solo muovendo il labiale.
La ricciolina sbirciò e vide che la squadra di poliziotti era costituita solo da quattro di loro. Gli altri erano nelle volanti, pronti ad arrestare i ragazzi.
"Sono nel deposito" disse uno dei poliziotti.
"Seguiamoli" rispose Katherine, senza usare la voce.
Rose annuì e si alzò. Seguirono i poliziotti ad una certa distanza, fino a finire in un enorme deposito pieno di scaffali.
"Uscite con le mani in bella vista!" esclamò uno dei poliziotti. "Se collaborate sarà più facile per tutti!"
Sentirono rumori tra gli scaffali e imprecazioni varie. I ragazzi erano lì.
Fu un attimo. Videro un braccio sporgersi e sparare nella direzione dei poliziotti. Uno di loro cadde sulle ginocchia.
Gli altri tre imprecarono e si sparpagliarono per il magazzino. Un altro proiettile saettò, ma prese solamente il bordo di uno scaffale di metallo.
Katherine e Rose sapevano che i ragazzi erano lì, nascosti tra gli scaffali. Così Rose puntò alla schiena del poliziotto ferito al ginocchio e gli sparò. Non esitò un istante. Katherine corse a rubare la pistola anche a lui e poi si fecero cenno di separarsi. Camminavano per i vari reparti ma non trovavano nessuno. Gli spari e le urla erano più lontani e quel magazzino era enorme.
Si guardavano intorno, sentivano i rumori, ma non riuscivano a raggiungere né i poliziotti né i ragazzi.
Ad un tratto, sfociarono in un corridoio più grande e videro un poliziotto a terra, circondato da una pozza di sangue e gli altri due in piedi vicino a lui. Gli sbirri non si accorsero di loro perché erano di spalle.
Più in là, delle figure che si nascondevano dietro gli scaffali.
All'improvviso una di quelle figure si sporse. Era Liam. Sparò, ma mancò il suo obiettivo. Il poliziotto, invece, lo prese in pieno braccio.
Il ragazzo si ritrasse, nascondendosi di nuovo, sibilando tra i denti per il dolore.
Katherine sentì le voci di Louis, Zayn e Harry accavallarsi, preoccupate per l'amico.
La ragazza tolse la sicura alla pistola rubata del poliziotto e sparò alla nuca del tipo che aveva ferito Liam. L'uomo cadde a corpo morto per terra, ad occhi sbarrati. Il poliziotto rimasto si girò verso lo sparo.
"Chi va là?!" gridò, protendendo le braccia con la pistola.
Katherine fece un cenno a Rose, che capì all'istante. Le fece un sorrisetto e si nascose dietro lo scaffale, mentre Katherine uscì dal proprio nascondiglio e si mostrò al poliziotto rimasto.
"Ma sei una ragazzina!" esclamò. Katherine scoppiò a piangere e fece cadere la pistola.
"Non volevo colpire il suo collega!" singhiozzò. "Volevo uccidere quelli! Quei bastardi hanno ucciso mia sorella!"
"Come sei finita qui?" chiese l'uomo, incredulo, mentre abbassava la pistola.
"L-li ho seguiti!" Katherine si asciugò le finte lacrime fingendo di tremare.
"Sei scossa, ragazzina. Ora nasconditi di nuovo, sistemo quei bastardi e poi mi segui in-"
Non poté terminare la frase che Rose gli sparò alle gambe ripetutamente, fino a farlo cadere.
Stringeva gli occhi quando sparava, notò Katherine, e corrugava le labbra.
Aveva una mira eccezionale e la ricciolina ne era impressionata. Il poliziotto svenne poco dopo, accasciandosi. Katherine gli tolse la pistola dalle mani e seguì Rose fuori dal suo nascondiglio.

Harry sentiva il cuore impazzito nel petto. Da quando era stato arruolato da Louis non era mai successa una cosa del genere.
Aveva sentito una voce da ragazzina e poi altri spari. Nessuno dei quattro osava affacciarsi per controllare.
"Ragazzi?" chiese una voce gentile. Harry si guardò addosso. Non era ferito. Non poteva essere morto. Non poteva essere quella voce.
"L'avete sentito?" domandò Liam, premendosi una mano insanguinata sul braccio ferito. Gli altri annuirono.
Allora non sto impazzendo, si disse Harry. Presero coraggio ed uscirono tutti e quattro insieme. Videro i tre corpi dei poliziotti per terra e davanti a loro Katherine e Rose con le pistole in mano.
Harry strabuzzò gli occhi verdi.
"R-Rose?" Si stropicciò gli occhi, incredulo. La ragazza gli allungò la pistola, tremando.
"Prendila tu, ti prego. Non so nemmeno cosa ho fatto!"
Harry la prese e inserì la sicura prima di metterla nella cintura. Poi scoppiò a ridere in una risata liberatoria.
"Hai fatto una cosa fighissima!" poi la guardò, ancora con il sorrisone stampato sulle labbra. "Mi hai salvato anche letteralmente".
La ragazza avvampò.
"Dobbiamo andare" Lo tirò da un polso, mentre gli altri correvano già per raggiungere l'uscita. Spalancarono la porta e salirono velocemente in macchina, mentre Chiara diede gas.
"Corri!" gridò Liam, sedendosi sui sedili posteriori, accanto a Louis. Subito dopo salì Zayn e poi Harry. Le due ragazze si sedettero in braccio agli ultimi due, non sapendo dove altro mettersi.
Chiara partì con una sgommata e fece un sorrisino a Niall.
Mentre la ragazza correva, sentirono le sirene delle volanti spiegarsi a tutto volume e partire all'inseguimento.
"Cazzo" imprecò Chiara, in italiano, ma mentre sfrecciava tra le strade di Londra sorrideva.
Non era scappata più, alla fine, ma mentre i ragazzi si stringevano nei sedili posteriori e la incoraggiavano ad andare più veloce e Niall le sorrideva ogni tanto, Chiara ebbe la certezza di sentirsi finalmente libera.

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