Capitolo LXXXIV

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Song: Imagine Dragons - I bet my life

Il seminterrato sembrava sprofondare ogni giorno di più nel terreno e impedire alla luce di illuminare anche solo un po' le stanze.
Tuttavia si stavano facendo forza e pian piano stavano tornando alla routine.
Liam e Chiara cucinavano, mentre gli altri facevano piccoli lavoretti. Dall'hotel erano riusciti a recuperare le armi e i soldi dalla cassaforte, che non erano pochi. Nonostante ciò, preferivano imbiancare muri, verniciare panchine, fare autolavaggio o fare da babysitter nel quartiere.
Stavano tornando alla normalità, una normalità comunque strana, ma si stava trasformando pian piano in abitudine.
Era ora di pranzo, quando il cellulare di Rose squillò, interrompendo la sua chiacchierata con Liam e Chiara. La ragazza sorrise di sollievo alla vista del nome che apparve sul LED.
"È Harry!" Esclamò, mentre le lacrime le riempivano gli occhi e la gioia il petto. Aveva provato milioni di volte a chiamarlo, ma risultava sempre irraggiungibile. Come un dispetto, come se lui fosse troppo in alto e lei troppo stupida e bassa per raggiungerlo.
"Pronto?"
"Rose?" Era la voce di Katherine.
"Piccolina" mormorò la ragazza e sorrise a Zayn.
Il ragazzo immediatamente sobbalzò e sgranò gli occhi.
"Metti il vivavoce!" Esclamò, avvicinandosi per poter sentire la voce della propria ragazza.
Rose obbedì e la risata sommessa della ragazza riempì la piccola cucina.
Tutti fissavano la scatoletta che Rose teneva in mano, con un lieve sorriso sulle labbra e gli occhi speranzosi.
"Amore" disse Zayn, prendendo il cellulare dalle dita di Rose.
"Ciao, scemo. Ciao a tutti!" E rise di nuovo, facendo battere il cuore di Zayn il triplo del normale.
"Ciaaaao!" Risposero gli altri, in coro.
"Ciao belli!" Era Harry, Rose ne era sicura al cento per cento.
"Haz" gemette, sgranando gli occhi. "Oh mio Dio, come stai?"
"Ciao, splendore. Stiamo bene entrambi, tranquilli...Ascoltate vi dobbia-"
"Oh mio Dio!" Esclamò Zayn. "Ma siete completamente impazziti? Non siete mica in vacanza che dovete chiamarci per dirci che va tutto bene! Un mese fa siete spariti dal nulla con il re della criminalità londinese, mentre noi venivamo arrestati e vedevamo i nostri amici morire!"
"Zayn, ascolta..."
"No, ascolta tu!" Gridò Zayn, fuori di sé. "Se state davvero bene perché vi degnate solo ora di chiamare? Hai idea di quanto stessi impazzendo senza di te, in una cella di due metri per due, mentre avevo ancora davanti agli occhi la scena di una pallottola che si ficcava nel petto di mio fratello, eh? Sai che avrei rischiato la morte, se non fosse stato per Michael che si è immolato per me e soprattutto per te? Lo sai? E tu dopo un mese, con tutta la calma, chiami, come se non fosse successo nulla, come se stessi in villeggiatura e facessi la telefonatina ai parenti per dire che va tutto bene e che vi state divertendo da matti!"
Il sollievo aveva lasciato posto a tanta rabbia nel cuore del ragazzo. Dopo un primo momento di incredulità, anche Rose non gli stava dando tutti i torti. Erano spariti, senza lasciare notizie.
"Zayn" disse la ragazza, con voce tremante. L'aveva fatta piangere, e Zayn sentì il senso di colpa attanagliargli il petto.
"So benissimo cos'avete passato. Vi potevamo chiamare solo adesso, e se potete ascoltarci, vi spiegheremo tutto dall'inizio."
Zayn si accorse di star piangendo quando cominciò a non leggere più il nome di Harry sul led del cellulare.
"Vi ascoltiamo." Fu Liam a rispondere e fu Harry ad iniziare il racconto.
"Ian è nostro fratello. Ecco perché ha preso solamente noi due. Non sapeva nulla del blitz, e io gli credo, anche perché si è prodigato immediatamente per farvi scagionare."
"Vostro che?" Chiese Niall, corrugando la fronte.
Si sentì Katherine prendere un respiro profondo e iniziare a raccontare.
Rose si sentì immediatamente in colpa per essere stata gelosa di lei nel primo periodo in cui aveva fatto amicizia con Harry, negli ultimi giorni a Dubai.
Erano fratelli, sangue dello stesso sangue. E ora si spiegava anche perché Ian aveva insistito tanto per averla. Sperava che avendo Rose con sé, Harry l'avrebbe seguita e facendoli riappacificare avrebbe accettato di buon grado il fatto che fossero fratelli.
La voce di Katherine si incrinò e seguì un attimo di pausa.
Zayn non riusciva a fermare le lacrime e avrebbe voluto attraversare il telefono per abbracciare Katherine e asciugarle ogni lacrima con dei baci.
"Ian sta morendo" fu Harry a dirlo, ma anche la sua voce cedette. "Nell'ultimo mese ci ha insegnato ogni cosa che sapeva."
"I suoi eredi siamo noi." Intervenne Katherine. "Ma non l'ha fatto per questo. Non voleva morire prima di averci visti e conosciuti."
Nuovamente, il fiato le mancò e Harry riprese la parola. Si davano sostegno a vicenda e mentre uno recuperava il respiro e la forza, l'altra parlava e viceversa.
"Ian è un pezzo di pane. Ci siamo divertiti tantissimo in quest'ultimo periodo, e non l'abbiamo fatto di sicuro alla faccia vostra. Ragazzi, davvero, vi vogliamo bene, ma Ian è..."
"È in ospedale. Stanotte ha avuto una crisi e il dottore ha detto chiaramente che non manca molto. Pensavamo avesse due mesi ancora, ma sarebbe già un miracolo se dovesse arrivare a domani. Con voi staremo tutta la vita e promettiamo di recuperare tutto il tempo perso al più presto, ma il tempo con Ian era davvero limitato e recuperare diciott'anni in un mese non è un'impresa da niente."
Rose annuì, anche se non poteva essere vista, mentre piangeva e si lasciava stringere da Louis.
"St-state tranquilli." Riuscì a dire Zayn. "Ma ora ci avete chiamati...Possiamo raggiungervi?"
"Sì, venite!" rispose immediatamente Katherine. "Ora firmiamo le carte per dimetterlo e torniamo alla villa. Non vuole morire in ospedale. Vi aspettiamo lì."
"Preparate le valigie. Le vostre camere sono pronte. Ma sbrigatevi, se volete salutarlo."
"Va bene, va bene. Ora ci organizziamo e vediamo come fare." Disse Rose.
"Hey, splendore" Proseguì Harry, e dal tono di voce si capiva che stesse sorridendo. "Sorridi, perché ti amo e ci rivediamo presto."
Rose sorrise tra le lacrime e arrossì.
"Ti amo anch'io, ci vediamo presto."
"Aspetta, fammi parlare con Zayn."
Il ragazzo prese il telefono e disattivò il vivavoce, lasciando la stanza per poter parlare con la propria ragazza e mormorarsi scuse e ti amo, tra lacrime e risate immotivate.

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