Capitolo LIII

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Harry vagò per l'hotel per quelle che gli sembrarono ore, cercando disperatamente qualcosa. Non sapeva neanche lui cosa, ma sapeva di averne bisogno. Forse ossigeno, forse un abbraccio, forse un sorriso e una pacca rassicurante sulla spalla o forse Rose. Ah, no...L'ultima era senza forse.
Incrociò Tiffany, con il rossetto rosa ancora sbavato per il bacio che si erano scambiati qualche minuto prima. Appena la vide, Harry sentì un conato farsi strada nell'esofago, ed istintivamente si portò una mano sullo stomaco. Era anche colpa di come aveva trattato Tiffany se ora era in quella situazione.
"Scusami" mormorò, prima di allontanarsi e scendere ancora, fino a trovarsi in cucina, dove sapeva che si trovasse Katherine.
Da quando erano tornati a Dubai, la ricciolina non l'aveva lasciato un minuto da solo. Gli stava sempre accanto e si assicurava che sorridesse, spesso facendo la stupida con Zayn.
Erano praticamente due fratelli per lui. Sì, ad Harry quella definizione piaceva.
Ma quando li vide intenti a baciarsi, a sussurrarsi parole dolci e a guardarsi in modo inequivocabilmente innamorato, si sentì decisamente di troppo e fece per indietreggiare senza fare rumore.
Ma Katherine doveva avere un radar particolarmente potente, perché si voltò verso di lui e senza dire una parola gli andò incontro.
Harry si rifugiò nel suo petto, nonostante fosse minuscola rispetto a lui e dovette piegarsi parecchio per farlo. Ma così accoccolato si sentì protetto e tra quelle braccine minuscole sapeva di essere ben accolto, al contrario di come era stato respinto dal cuore di qualcun altro.
Presto sentì anche le braccia di Zayn aggiungersi alla stretta, in modo più forte, ma sempre affettuoso.
Harry singhiozzò nel petto di Katherine, mormorando vagamente cos'era successo.
"M-mi ha lasciato." Balbettò, tra i singhiozzi e le lacrime. Vide la confusione farsi strada sul volto di Katherine, che corrugò le sopracciglia e sbatté le palpebre più volte.
"Che?"
Harry tornò in posizione eretta e annuì, per poi strofinarsi gli occhi con il dorso della mano.
Katherine si sedette su uno sgabello alto per essere alla sua altezza e poterlo guardare negli occhi con comodità. Gli prese le mani tra le proprie e puntò gli occhi scuri in quelli verdi del ragazzo.
Harry fece un respiro tremante e con molta calma iniziò a raccontare ciò che era successo. Era stata la rottura più dolorosa che avesse mai vissuto. Ne aveva avute tante e ne aveva scaricate tante. A volte era stato scaricato lui, ma dopo una sana sbronza si era ripreso ed era andato avanti, gettandosi a capofitto nel lavoro.
Ma una litigata così, con tutti quei sentimenti di mezzo, non gli era mai capitata.
Se guardava Katherine negli occhi riusciva a parlare, ma appena distoglieva lo sguardo per posarlo sulle loro mani incastrate, gli veniva da piangere notando che la pelle di Katherine non era leggermente olivastra come quella di Rose, e gli occhi di Katherine non erano piccoli come quelli di Rose. La voce gli tremava e voleva solo gridare il nome di Rose, quelle quattro dolorose lettere, fino ad obbligarla a restare con lui.
Poi Katherine intercettava nuovamente il suo sguardo e Harry si calmava, trovando la forza necessaria per continuare a parlare.
A fine racconto fece un respiro tremante e Katherine lo abbracciò, seduta sullo sgabello, e posando una guancia sulla sua spalla.
Harry fece lo stesso, e respirando il profumo completamente diverso da quello di Rose, ricominciò a piangere e a singhiozzare.
Un attimo dopo le sue narici furono invase dal profumo di tabacco e dopobarba di Zayn, che appoggiò il mento sulla testa di Harry e strinse tra le braccia le persone fondamentali della propria vita.
La porta della cucina si aprì, e l'abbraccio di gruppo si sciolse a malincuore. Niall era sulla soglia, con gli occhi celesti messi in risalto dalle vene rosse che li contornavano.
Aveva l'aria distrutta, era pallido e visibilmente stanco.
Katherine corrugò la fronte.
"Che è successo?"
Il biondo non riuscì a parlare e si aggiunse all'abbraccio.
Katherine abbracciò entrambi, ridendo appena e guardando Zayn da sopra le loro teste. Il moro le sorrise.
"Non saranno Matteo, ma sono dei validi sostituti. Ragazzi, per favore, quella mammina è anche mia!"
Niall e Harry risero tra le braccia di Katherine, che non riuscivano neanche a stringerli insieme per quanto erano larghi di spalle.
E in quel momento tutti seppero che nonostante il dolore, ragazze che non ti riconoscevano più, bambini che morivano prima del previsto e troiette che si presentavano a sorpresa, niente e nessuno avrebbe rotto il loro equilibrio di famiglia.

Tiffany uscì dal bagno della propria stanza con il naso arricciato. Quella stanza evidentemente non veniva pulita da parecchi anni. Era lì da una settimana e nessuno si era degnato di andare a lavarlo. Lei, di sicuro, non l'avrebbe mai fatto.
Si sedette sul letto e prese il cellulare, per poter messaggiare con Phoebe. Da quando era partita per Dubai non si erano sentite per niente. Aprì la conversazione Whatsapp con l'altra bionda e iniziò a digitare il messaggio.
Ad un tratto, dalla stanza accanto, sentì dei gemiti sommessi. Corrugò la fronte e posò il cellulare. Si sfilò le scarpe con i tacchi e lentamente sgattaiolò fuori.
L'unica porta chiusa era quella della suite, e di lì venivano quei gemiti.
"Rose, oh..." sentì, e il suo cuore ebbe come un tuffo. Ecco perché Harry, dopo quel bacio, non si era più fatto vedere. Si mordicchiò il labbro per non piangere. Poi ricordò che quella non era la stanza di Harry.
E la suite poteva essere solo di una persona: Louis.
Si portò velocemente una mano alla bocca per non scoppiare a ridere. Il leader della gang che si immaginava la fidanzata del suo migliore amico per godere? Phoebe avrebbe riso fino al giorno dopo!
Protese meglio l'orecchio e sentì i gemiti femminili mischiarsi alla voce del ragazzo. Ah be', non se la stava mica immaginando.
"Ops" mormorò, e poi tornò velocemente in camera per scoppiare a ridere nel cuscino.
Inviò un messaggio ad Ian.
"Mi hanno servito un motivo per mettere zizzania su un piatto d'argento." Ridacchiò mentre digitava. "La bella famigliola sarà sfasciata prima del previsto"

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