Capitolo LIV

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Song: Sweet child o'mine - Guns N Roses
Strong - London Grammar

Era ormai una settimana da quando era single ed era la peggiore sensazione del mondo. Rose odiava ammetterlo,ma in pochi mesi si era davvero abituata a stare in compagnia e ora non ne poteva fare a meno. Il pensiero di dover abbandonare tutto per andarsene in una villa di sconosciuti, che altro non era che una caserma militare le faceva girare la testa fino a darle il voltastomaco.
Dubitava fortemente che lì avrebbe trovato amici.
Gli ultimi giorni all'hotel furono a dir poco strazianti.
Si svegliava presto, come ogni mattina ormai, nonostante si addormentasse tardi. Il sonno era ormai un optional. Fissava il soffitto fino a quando non sentiva Katherine aprire la porta, ridere con Zayn e avviarsi con lui in cucina. Aspettava diciotto minuti contati (il tempo che ci voleva a fare i pancakes) e dopo di ché si pizzicava le guance per darsi un po' di rossore e li raggiungeva.
Faceva colazione, seduta accanto a Louis e a Liam, e fissava il posto vuoto di Chiara e di Niall. Il biondo si svegliava tardi, rientrava tardi e l'hotel era diventato esattamente quello per lui: un hotel, in cui dormire e mangiare.
Per quanto riguardava Harry, era come se fossero programmati per evitarsi. I loro sguardi non si incrociavano mai, e nonostante parlassero, le loro conversazioni si accavallavano in modo che non potessero sentire la voce né dell'uno né dell'altra.
Liam e Louis si lanciavano costantemente occhiatine, comunicando silenziosamente il loro dispiacere per quella situazione.
E la cosa che faceva stare peggio Rose, era come Harry si affidava a Katherine. L'aiutava in ogni cosa, l'abbracciava spesso e le girava intorno come un cagnolino. Scherzava con lei, infilava le dita nei suoi ricciolini, le tirava le guance. Erano tutti gesti che fino a due settimane prima avrebbe fatto con lei e solamente con lei.
Rose sapeva che Katherine non avrebbe mai visto Harry in quel senso. Amava troppo Zayn e si vedeva da un chilometro di distanza. Ma anche l'intesa con Harry era ben visibile, e la cosa che la mandava in bestia era che Zayn non ne era geloso, invece lei sì.
Rose era maledettamente gelosa e aveva paura che una volta che sarebbe andata via la cosa sarebbe sfuggita di mano ad entrambi.
Dopo colazione, Rose si alzava e andava in palestra con Louis. Il ragazzo le stava dando le basi necessarie per non morire il primo giorno da Ian.
Rose era già portatissima per sparare, quindi Louis si concentrava molto sulla velocità e sulla forza.
A pranzo, Louis si procurava una porzione di ciò che aveva preparato Katherine e li portava in palestra. Mangiavano, le teste l'una contro l'altra, respiravano i loro profumi e sonnecchiavano.
E la sera, Rose ammirava la fantasia di Louis nel trovarle delle cose da fare, per distrarla dalla risata roca di Harry, quella calda di Zayn e quella squillante di Katherine che venivano dal salotto.
Tra giochi da tavola improbabili e cibo spazzatura, Louis le aveva esaurite tutte.
Così, quella sera,fu Rose a decidere. Andarono in cucina.
La ragazza aprì il frigorifero e prese dei succhi di frutta e bevande zuccherate. Poi dalla credenza scelse tre superalcolici e fece fare lo stesso a Louis.
"Prepariamoci dei cocktails" spiegò Rose, quando il leader la fermò da un polso e le puntò i fari blu addosso con aria interrogativa.
Louis ridacchiò.
"L'allieva supera il maestro!" esclamò, mentre prendeva del succo ai frutti rossi e lo mischiava a del bourbon.
"Esatto, ma dobbiamo berli tutti, per quanto schifo facciano!" Rose rise appena. Con Louis era così facile.
Il ragazzo si portò una mano al cuore e annuì in segno di promessa.
Il risultato furono dei cocktails mal assortiti e fortissimi.
"Assaggia questo!" Esclamò Louis.
"E' buonissima e forte. Ti rispecchia, in effetti!"
Rose rise e lo ingollò. Non sapeva se fosse buono o meno, ma forte di sicuro. Ma avevano promesso di berne fino all'ultima goccia, e così fu.
Le mani di Louis vagavano per il corpo di Rose con brama, e le sue labbra soffiavano l'alito caldo sul suo collo.
Rose rideva continuamente, correndo per i corridoi come una bambina che aveva voglia di giocare.
Louis le fece segno di stare zitta, ma poi scoppiò a ridere anche lui.
Le loro mani si intrecciarono e, sfiniti, si buttarono sul letto di Louis. Fissarono il soffitto ancora ridendo, poi Louis disincastrò le mani e si girò su un lato.
"Fiorellino?" La chiamò, per farla girare verso di lui.
La ragazza si girò e lo guardò, con un sorriso spensierato che Louis non ricordava mai di averle visto sulle labbra.
"Occhi Blu, dimmi" rispose, mantenendo il sorriso.
Louis sentì il ghiaccio intorno al cuore sciogliersi e non sapeva per quale motivo. Forse per l'alcol? O per il calore del letto? O per quello del corpo di Rose accanto a sé?
Non ne era certo, ma sapeva che quella sensazione di scongelamento gli piaceva e anche parecchio.
"Mi piaci" disse, prima di poter riuscire a frenare le parole. L'alcol l'aveva privato di ogni freno inibitorio. Rose rise, gettando la testa all'indietro.
Afferrò la maglietta del ragazzo e lo attirò a sè.
Louis sapeva che quella era un'occasione più unica che rara, anche se l'alcol gli confondeva i pensieri.
Mise le mani sulle guance calde di Rose e le labbra sulle sue, in un contatto umido e aromatizzato alla vodka e coca cola.
Sentì il corpo di Rose reagire al suo, staccandosi dal materasso e aderire al suo. Le sue labbra ricambiavano inequivocabilmente il contatto ricco di foga, desiderio e follia, perché era proprio ciò che stavano facendo: una follia.
Ma a nessuno dei due interessava e presto le mani di lui si spostarono dalle guance lungo i fianchi, salendo e scendendo per creare un piacevole strofinio sulla pelle. Rose mugolò in apprezzamento nel bacio, mentre premeva il corpo contro quello del ragazzo e gli accarezzava la barba sulle guance. Non sapeva nemmeno che le piacesse così tanto.
Percepì la lingua di Louis tracciare il contorno delle sue labbra e istintivamente rilasciò un gemito nell'aria. Il ragazzo ne approfittò per far scivolare la lingua nella sua bocca schiusa, intrecciandola alla sua lingua e facendo tremare entrambi di passione. La sua mano callosa e affusolata premette sul seno di lei, affondando i polpastrelli nella stoffa. Rose si lasciò toccare e prendere da lui, sollevando la maglietta del ragazzo e tastando il fisico magro ma definito. Poi ridacchiò.
"Non ho idea di cosa tu mi stia facendo!" Esclamò.
"Sì che lo sai, chiedilo a lui."
Louis lanciò via la propria maglietta e si rifiondò a baciarla, mentre le portava la mano sul proprio cuore. Conosceva quelle labbra da pochi minuti e già non poteva fare a meno di loro. Rose si soffermò ad ammirare i molteplici tatuaggi sulla pelle del ragazzo: decori d'inchiostro nero si spandevano sotto diverse forme sul petto, le spalle, i bicipiti, gli avambracci e i polsi.
Le labbra sottili di Louis percorsero il mento della ragazza, scendendo verso il collo. Le sue mani vagavano al di sotto della maglietta, e il ragazzo godeva di ogni lembo di pelle che percepiva sotto le dita. Rose, tra lo stato di ebbrezza e l'astinenza, scalpitava per spogliarlo e farsi spogliare, e per la foga piccole gocce di sudore le imperlarono la fronte e il rossore le invase le guance. Louis notò la sua impazienza e ridacchiò, mettendosi in ginocchio sul materasso e porgendole il bacino. Rose si mise seduta e gli slacciò i jeans scuri, premendo con i palmi sul cavallo rigonfio. Lo liberò dai pantaloni e dai boxer, fermandosi un attimo a guardarlo in tutta la sua bellezza. Era più magro di Harry, ma non meno bello. Era una bellezza diversa, più timida e delicata, non prepotente come i muscoli e il viso del riccio.
Lo voleva.
Rose sollevò le braccia, mentre Louis faceva scorrere in alto la maglietta. Si chinò a baciarle il seno tramite la stoffa del reggiseno, inumidendola così tanto con i baci che si intravidero i capezzoli. Poi la liberò anche dai pantaloni, accarezzandole le cosce in modo totalmente diverso rispetto a come aveva fatto con Katherine. Con lei era stato un pensiero perverso a parlare, mentre con Rose era qualcosa di diverso. Quando anche l'ultimo pezzo di stoffa volò sul pavimento, Louis sentì uno strano rumore nel petto. Gli succedeva solo se rischiavano di essere beccati durante un colpo, mai prima di fare sesso.
Ma mentre spingeva a ritmo in lei, fece il grave errore di guardarla negli occhi e seppe che quella sera non fu solo sesso. A fine amplesso si abbracciarono, respirando l'uno il profumo dell'altra e immergendosi negli sguardi brillanti della persona accanto a sé.
Ad un tratto Rose corrugò la fronte.
"Che c'è? Ho qualcosa tra i denti?"
"N-no!" Louis scoppiò a ridere. "Sei pazza!"
Rose si strinse nelle spalle.
"Scusa, mi fissavi..."
"Mi piacciono le stelle, te l'ho detto a Dubai."
Rose sorrise, e Louis seppe cos'era stato: amore.

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