Epilogo - Capitolo XC

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Il corridoio verso la sala parto gli faceva venire ancora la nausea, nonostante fossero passati due anni.
Sentì la manina di Louise sfilarsi dalla propria e istintivamente la avvertì.
"Non correre, Louise!" La avvertì Harry.
"Coookie!" Esclamò la piccolina e corse verso Liam, che teneva in braccio un cucciolo di cane color miele, con delle macchioline scure.
"Non si saluta la zia e lo zio?" La riprese Rose.
La piccola stava già coccolando il cagnolino, che le dava sonore leccate sulle guanciotte e guardò colpevole Phoebe e Liam.
Harry ancora non capiva come quei due potessero andare d'accordo, ma poi ricordava che si poteva dire lo stesso di lui e Rose, quindi non commentava.
"Sciao..." Disse la piccola e si protese per baciare le guance degli zii.
"E Nicole e Luca?" Domandò, puntando gli occhietti verdi in quelli di Liam.
Liam le accarezzò premurosamente i ricciolini scuri.
"Stanno arrivando, li ho chiamati poco fa!"
"E sio Sein? Cookie solo?" La bambina chiedeva di zio Zayn, che era abituata a vedere sempre con Cookie.
Harry si chinò alla sua altezza.
"Zio Zayn e zia Kat sono in quella stanza..." E indicò la porta. "Tra poco nascerà il tuo cuginetto!"
"Un altro?!" Chiese la bambina, incredula, schiudendo le labbrucce identiche a quelle di Rose.
"Luiiss!" Altre due voci dolcissime riempirono il corridoio e due bimbi raggiunsero la cuginetta, rischiando di rovinare a terra per la fretta.
Luca e Nicole si avvicinarono alla cuginetta più grande e la abbracciarono.
Niall rise alla vista di quella scena e salutò gli altri.
"Sono impazienti di conoscere il loro ciginetto." Annunciò Chiara, ridendo.
Poco dopo i piccoli si misero a fare le coccole a Cookie, che si dimenava perché non ne poteva più di farsi torturare il muso e le orecchie.
Harry camminava avanti e indietro nervosamente, mentre gli altri chiacchieravano emozionati.
Ad un tratto Nicole si girò verso Niall, guardandolo con gli occhi nocciola come quelli della mamma.
"E il ciginetto?" Chiese, confusa.
Il ragazzo rise, prendendola in braccio per coccolarla.
"Vorremmo saperlo anche noi, sai?"

Zayn accarezzò i ricci della ragazza, per poi baciarle la fronte sudata.
"Piccolina, un ultimo sforzo..." Mormorò, mentre stringeva le sue dita tra le proprie.
Katherine piangeva di dolore. Era in travaglio da ormai dodici ore e le contrazioni le stavano martoriando il corpo.
Zayn non sapeva cosa fare per alleviarle la sofferenza, se non sorriderle e asciugarle il sudore dalla fronte.
Katherine non parlava molto, era troppo stanca per farlo, cercava solo un po' di forza e la prendeva dall'intreccio di dita.
Zayn vedeva già un anello dorato attorno all'anulare della ragazza e attorno al proprio. Si sarebbero sposati tre mesi dopo. Ironia della sorte, le aveva fatto la proposta la sera prima, qualche minuto prima che Katherine sentisse le acque rompersi.
La ragazza nascose il viso nel petto di Zayn, cercando un po' di conforto.
"Ci sei quasi." Disse il ragazzo, stringendola a sé. "Ci sei quasi, amore mio. Non vedi l'ora di abbracciarlo?"
Katherine riuscì solo ad annuire perché i dolori ripresero a farla urlare.
L'ostetrica le diceva di spingere, perché vedeva la testa e non mancava molto.
Katherine gettò la testa all'indietro e gridò con tutto il fiato che aveva in gola, mettendoci tutta la forza che le restava per l'ultima spinta.
Un attimo dopo il pianto di un bambino riempì la stanza, e Katherine scoppiò in lacrime nell'udire quel suono.
Zayn le baciò dolcemente le guance, le tempie, mentre le mormorava parole dolci di conforto.
"Sei stata bravissima, amore mio, sei fantastica."
La ragazza protese le labbra per avere un bacio, che non le fu negato, e poco dopo l'ostetrica porse loro un fagottino bianco.
"Ian" mormorò Katherine, appena lo adagiarono tra le sue braccia.
Il neonato aveva gli occhi cerulei aperti, e i capelli neri appiccicati alla testolina per via del sangue e della placenta.
"Hey, amore mio..." Lo chiamò Katherine, accarezzandogli la manina.
Zayn non si accorgeva nemmeno più delle lacrime che gli rigavano le guance, mentre osservava il faccino dolce del bambino.
"Amore di papà" disse, stringendogli un piedino nella manona.
"Signore, dobbiamo lavare il piccolo e apportare dei punti a sua moglie...Vada ad avvisare la sua famiglia." Disse l'ostetrica.
Zayn si allontanò da Katherine e da Ian con un bacio e si tolse la cuffia dai capelli per raggiungere la sala d'attesa.
"Sio Sein!" Esclamò Louise, andandogli incontro.
Cookie abbaiò di sollievo, non potendone più di quei bimbi che lo torturavano, e andando ad accucciarsi ai piedi di Zayn.
Harry sobbalzò e lo raggiunse.
"Va tutto bene." Disse, mentre sorrideva di felicità e amore. "Pesa tre chili, è bellissimo."
"Come si chiama?" Domandò Phoebe, stringendo la mano di Liam.
"Ian, Kat l'ha chiamato così appena l'ha visto."
I presenti sorrisero, commossi, mentre i bambini saltellavano.
"Ciginetto!" Disse Luca, tirando i pantaloni di Zayn con una mano.
Chiara prese in braccio il bambino per evitare che spogliasse lo zio a furia di tirargli i pantaloni.
"Vogliono vederlo!"
Zayn rise e pizzicò la guanciotta del piccolo Horan.
"Credo che tra una mezz'oretta potrete vederlo...Per ora Katherine ha bisogno di riposo."
I bambini chiesero ai genitori quanto ci mettesse mezz'ora a passare, mentre Zayn aspettò che riportassero Katherine e Ian in stanza.

Katherine si sentiva leggera e non avvertiva neanche il minimo dolore. Un bimbo ricciolino, con gli occhioni enormi la raggiunse con un sorriso spensierato.
La ragazza strinse al petto il bambino ricciolino, che rideva spensierato.
"Ciao Matthew!" Esclamò, godendosi il suo profumo.
"Mamma!" Rispose il piccolo, con la sua vocina dolcissima. "È nato il fratellino!"
Katherine annuì, con un sorrisino.
"Sì, è nato. Sei felice?"
Il bambino si portò le manine alle guanciotte e annuì.
"Certo che siamo felici!" Disse un uomo, afferrando Matthew e prendendolo in braccio.
Katherine alzò lo sguardo e vide Ian. I riccioli neri erano tutti scompigliati e il verde degli occhi brillava.
"Si chiama come me!"
Matthew rise e strinse le braccine attorno al collo dello zio.
"Direi che come nomi non possiamo lamentarci!" Disse un'altra voce alle sue spalle, e quando Katherine si girò vide Nick. Era vestito da motociclista, ed era felicissimo. Quegli occhi tristi che aveva notato l'ultima volta erano solo un ricordo.
"Zayn avrebbe voluto chiamarlo come te, ma Chiara..." Fece per dire la ragazza.
"Chiara vi ha battuti sul tempo, lo so!" La interruppe il ragazzo.
Louis, accanto a lui, si strinse nelle spalle.
"Louise è particolarmente carina solo perché ha il mio nome."
"Smettila con questa storia" lo rimbeccò Ian, mentre lasciava che Matthew scendesse dalle sue braccia per andare a giocare con Luca, il fratellino di Chiara, che Katherine riconobbe perché le sembrava di vedere Chiara in versione piccola e maschile.
La ragazza si fiondò ad abbracciare stretto il fratello, sorridendo perché le sembrava vero, fatto di carne ed ossa.
L'uomo la strinse stretta stretta, accarezzandole la schiena.
"Auguri, mammina."
Poi Louis si aggiunse, baciandole le guance e facendole gli auguri.
"Allora, cognatina, il prossimo come lo chiamate?" Chiese Nick, ridacchiando mentre la abbracciava.
Katherine si sentì arrossire, perché aveva davvero affrontato quel discorso con Zayn.
"Michael, oppure Michelle. Spero sia femminuccia!"
Louis diede una gomitata a Nick, ridendo sotto i baffi.
"Perché fate quella faccia, voi due?" Indagò la ragazza, insospettita da quello scambio di sguardi.
Un attimo dopo sentì delle braccia cingerle la vita e un odore fin troppo familiare invaderle le narici.
"Mickey" mormorò lei, sentendo il fiato venirle meno. Si voltò e vide quegli occhi grigi e quel sorriso dolcissimo, il tutto incorniciato da capelli rosso fuoco.
"Ciao, bellissima! Spero anch'io sia femminuccia, e spero che ti somigli tanto."
Katherine lo abbracciò stretto, mentre sentiva le lacrime bagnarle le guance e tuffarsi nella tshirt dei Nirvana del ragazzo.
Michael la accolse nelle proprie braccia, accarezzandole la schiena con le mani callose da chitarrista.
Poi soffiò nel suo orecchio.
"Amore mio, svegliati...Il resto della famiglia vuole vederti."
Katherine lo guardò negli occhi, implorandolo di non andarsene, di stringerla ancora un po', di farla sentire protetta.
"No, aspetta...voglio rivederti, Mickey..."
Il ragazzo posò teneramente le labbra sulle sue, stampandovi un bacio.
"Non si può, amore. Noi riusciamo ad apparire in sogno in circostanze particolari...Ma posso dirti che mi sto occupando io di Matthew. Sta benissimo, cresce bene e ti somiglia sempre più. Mi sembra di stare con te! Poi qui si sta bene, non soffro più e ho anche trovato degli amici!"
La ragazza gli accarezzò dolcemente il viso, come faceva quando ascoltava anche Harry o Zayn. Era un gesto premuroso che adorava e gli altri adoravano.
"Ora va'." Disse Michael, e le baciò un polso.
Katherine annuì e sbattè le palpebre, ritrovandosi in ospedale.
Davanti a lei, una scena bellissima.
Zayn teneva in braccio il fagottino, e stringeva in mano un biberon che stava facendo bere al bambino.
"Me l'avevi promesso, Zayn, e hai mantenuto la promessa." Disse la ragazza, sorridendo.
Zayn sobbalzò, ma non fece cadere il biberon.
"Oh, sei sveglia! Ma di che promessa parli?"
"Mi avevi promesso che avrei avuto una famiglia bellissima anch'io, che non sarei stata orfana per sempre. E grazie a te ora ho una famiglia bellissima."
Zayn sorrise, ed era uno di quei sorrisi commossi, che nessuna parola saprebbe descrivere.
Un attimo dopo Niall fece capolino dalla porta.
"Si può?" Domandò.
Katherine annuì.
"Entrate."
E tutta la famiglia si riversò nella stanza, festeggiando il nuovo arrivato con abbracci, lacrime e risate.
In fin dei conti, quell'hotel, distrutto com'era, aveva creato tanto.


Fine.

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