Capitolo XLII

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Song: Broken Strings - James Morrison

Niall si alzò per l'ennesima volta dalla scomoda sedia di plastica e tornò a consumare le suole delle scarpe sul pavimento di marmo dell'ospedale.
Nessuno si degnava di parlare. Ogni volta che incrociava un dottore o un infermiere lo bloccava e chiedeva informazioni, ma tutti scuotevano la testa senza neanche guardarlo negli occhi e andavano via.
L'aveva operata d'urgenza appena erano arrivati al pronto soccorso. Il problema era che Chiara era in sala operatoria da almeno due ore e nessuno parlava.
Non sapeva neanche quale fosse la diagnosi.
Liam posò una mano sul braccio di Niall e lo bloccò dalla sua passeggiata nervosa. Poi, sempre con la mano, lo ricondusse a sedersi.
Niall sospirò e chiuse gli occhi, appoggiando la testa al muro.
L'attesa sarebbe stata interminabile.

Rose intrecciò la mano a quella di Harry mentre aspettavano Zayn e Katherine. Erano nella stanzetta da più di un'ora e la dottoressa non aveva voluto parlare. Il personale di quell'ospedale aveva la stessa caratteristica comune.
Harry si alzò e bussò alla porta.
"Ragazzi? Tutto bene?" chiese, tendendo l'orecchio per captare ogni suono.
La porta si aprì con un cigolio e sulla soglia comparve Zayn. Katherine era poco dietro di lui. Si tenevano per mano e la loro presa era così salda da apparire indissolubile.
"Avete gli occhi gonfi" notò Rose, alzandosi e raggiungendo il gruppo.
Zayn guardò Katherine, chiedendo un silenzioso assenso che la ragazza gli diede con un cenno del capo.
"Kat era incinta."
Harry strabuzzò gli occhi e fece per abbracciarli, poi si bloccò con le braccia a mezz'aria.
"Un momento...Hai detto era?"
Zayn e Katherine annuirono.
Rose sentì un conato di vomito minacciare di fuoriuscire.
"S-scusate" bisbigliò, poi corse in bagno e si chiuse a chiave. Si appoggiò alla tazza e vomitò fino a non trovarsi più niente nello stomaco.

Il dottore percorse il corridoio fino a raggiungere Niall, Liam, Louis e Phoebe, che erano lì, in attesa.
Niall scattò in piedi e si avvicinò.
"Allora?"
L'uomo si tolse gli occhiali e fece un sospiro. Il biondo capì che non erano buone notizie.
"Signor Horan, la ragazza ha subito lievi danni a livello cerebrale. Siamo riusciti ad operarla e l'operazione è andata a buon fine, ma per salvarla dal coma abbiamo urtato un nervo e..."
"Non mi interessano i dettagli" lo interruppe Niall. "Voglio sapere in che condizioni è ora."
"È fuori pericolo." Chiarì il dottore, provocando sospiri di sollievo. "Ma la sua memoria ha subito dei danni. Temo che avrà solo la memoria passata."
"Quindi non si ricorderà di noi" disse Liam, poi scattò in piedi e si affrettò a sostenere Niall, che sembrava sul punto di svenire.
Louis lo raggiunse un istante dopo e lo fecero sedere. Phoebe si procurò un giornale e gli fece aria con i fogli.
Niall fissò il vuoto con il respiro corto, poi si nascose il viso nelle mani.
"Per ora non potete vederla...Vi chiamerò io quando sarà possibile." Concluse il dottore, poi si allontanò.
Niall vide la figura bianca del dottore allontanarsi e poi si lasciò andare al buio.

Louis bussò alla porta del bagno.
"Rose?"
Harry l'aveva mandato a controllarla, sapendo che a lui non avrebbe mai risposto. Magari l'odio che provava per il leader l'avrebbe fatta parlare o sfogare in qualche modo. Lui aspettava fuori ed ascoltava.
"Vattene via!" gridò Rose, ma non era un grido di rabbia, più di disperazione. Aveva la voce incrinata e roca.
"Rose, abbiamo appena finito di preoccuparci per Kat e ora lo stiamo facendo per Chiara. Una alla volta, per favore." Cercò di sdrammatizzare, fallendo miseramente. Rose aprì la porta del bagno. Non aveva le lacrime sul viso, ma aveva gli occhi rossi ed era pallida.
"Sto bene. Credo solo di aver mangiato qualcosa di avariato."
Louis accennò un sorriso.
"Qualcosa di avariato come Kat?"
Rose trasalì e gli occhi rossi si riempirono nuovamente di lacrime. Le ginocchia cedettero e cadde a terra, prendendosi in mano il viso. La sua schiena curvata in avanti era percorsa da tremolii e sussulti.
"Rose, oh mio Dio!" Louis si inginocchiò con lei. "Che succede?"
"Vattene via, Louis, vattene!" singhiozzò Rose, spingendolo con una mano sul petto.
Le mani del ragazzo si chiusero intorno alle braccia della ragazza e la tennero ferma.
"Smettila di fare la bambina isterica e spiegami cosa c'è che non va."
"Era un bambino ed è.... morto."
Louis capì che ci fosse qualcos'altro sotto, ma non essendo abituato alla delicatezza le fece la domanda a bruciapelo.
"Ma tu che c'entri, Rose?
"L-lou, io sono sterile. N-non potrò mai avere un bambino tutto mio..."
Louis spalancò gli occhi blu, schiudendo le labbra.
"Merda."
"E v-volevo vedere almeno dei bambini attorno a me, c-che avrei trattato come se f-fossero miei figli."
Louis parve intristirsi. Era strana quell'espressione sul suo viso. Inusuale, insolita.
"M-ma Rose, come fai a saperlo? Hai diciott'anni...Come puoi essere sterile?"
Si aspettava uno schiaffo dritto in viso, oppure un altro urlo di dolore, ma Rose si limitò ad abbassare gli occhi.
"Non te ne fregherebbe niente."
"Questo sta a me stabilirlo. L'alternativa sarebbe stare fermo in sala d'attesa a vedere il muso lungo di Niall. Almeno mi intrattengo, no?"
Riuscì a rubarle un sorriso stiracchiato. Rose lo prese da un polso e lo portò a sedersi con la schiena contro le piastrelle.
"Harry non lo sa e non lo deve sapere."
Louis si portò una mano sul cuore e sollevò l'altra, in segno di promessa. Rose fece un respiro profondo e chiuse gli occhi per concentrarsi.
"Harry ti ha mai raccontato di mio padre?"
Il ragazzo scosse la testa e Rose sentì il cuore sciogliersi. Era un essere perfetto in tutto, quel ragazzo, e più il tempo passava più si convinceva di provare qualcosa di forte per lui.
Rose si fece coraggio e raccontò a Louis la situazione che aveva in famiglia. Il ragazzo ascoltò, con gli occhi blu puntati sui suoi, senza fiatare.
Rose non sapeva perché gli stesse dicendo tutto, ma sapeva che si sentiva a proprio agio. E soprattutto, sapeva di fidarsi.
"Un giorno, o meglio...una sera, mio padre esagerò sia con me che con mia madre." Rose deglutì rumorosamente. "Ci ricoverarono d'urgenza."
La voce le si incrinò pericolosamente.
"Tra i vari controlli emerse che ho una sorta di deformazione all'utero che mi impedirebbe di..."
Senza che Rose proseguisse, Louis avvolse le braccia intorno al suo corpo. La percepì irrigidirsi, ma pian piano sciogliersi al suo calore e lasciarsi stringere. Il calore le invase il corpo e le diede una sensazione piacevole che le fece dimenticare anche del motivo per il quale era in quel bagno a piangere.
"Non esiste un'operazione che può risolverlo?" le chiese, una volta che l'abbraccio fu rotto. Rose lo guardò, immergendosi in quegli occhi blu e sentendosi subito meglio.
"Solo un chirurgo può farmela, e lavora in una clinica costosa. No, Louis, so a cosa stai pensando..."
Louis sgranò gli occhi, e man mano che lo osservava, Rose sentiva quel blu alleviarle il mal di testa causato dalle troppe lacrime e il bruciore allo stomaco.
"Non stavo pensando a niente!"
"Sì, invece. Pensavi ad un colpo per comprarmi l'operazione. Dovresti organizzarne uno ad una banca centrale, e davvero..." Rose sospirò, perché sentì il fiato venirle meno. "Non ne vale la pena."
Il ragazzo emise un rantolo di dolore come se lo avessero colpito.
"Ti hanno tagliato le ali." E sull'ultima parola la voce gli si incrinò. "Hanno tagliato le ali ad una farfalla che era appena uscita dal bozzolo e aveva appena spiccato il volo. E ora oltre a non avere le ali, ha il cuore anche fin troppo pesante."
Rose si sentì completamente capita. Probabilmente era la prima volta che le succedeva davvero.
"E una farfalla senza ali a cosa credi che serva? N-non è nemmeno bella da vedere."
Il ragazzo non seppe fare altro che abbracciarla, e nonostante il suo petto non fosse scolpito e largo come quello di Harry, Rose vi trovò protezione.

Phoebe fece aria a Niall fino a quando non vide i suoi occhi riaprirsi. Liam, nel frattempo, l'aveva riempito di schiaffi.
Il ragazzo si rimise seduto a fatica e si passò una mano sul viso.
"N-non posso farlo." Mormorò. "Non ce la faccio."
Liam si sedette di fronte a lui e lo guardò negli occhi.
"Invece lo farai, se la ami. Si innamorerà di nuovo, Niall, sappiamo entrambi che la cosa è scritta nel destino. Siete troppo testoni per trovarvi un'altra persona."
Al biondo sfuggì un sorrisino. Era vero, avevano due caratteri forti che non facevano altro che scontrarsi, ma erano modellati l'uno sull'altro, come se fossero fatti anche per incastrarsi e vivere in simbiosi.
"Ora alza quelle chiappette dalla sedia e va' a vederla."

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