Capitolo LXII

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Song: AC/DC - Back in black
Harry battè le mani e passò la bottiglietta d'acqua a Katherine.
La ragazza l'aprì e bevve un lungo sorso, e nel gesto di sollevare la bottiglia le si gonfiarono i bicipiti.
Non era diventata una bodybuilder, questo era certo, ma in sei mesi, Harry aveva fatto un ottimo lavoro.
La piccolina rapita un anno prima era ormai lontana anni luce.
Katherine si era trasformata in una ragazza agguerrita, con la forza necessaria per prendere a pugni un sacco da boxe.
Il suo corpo era ancora minuto, ma era forte e soprattutto non aveva perso la capacità che Louis tanto lodava: la velocità.
Già, Louis.
Harry aveva cercato di perdonarlo, e sorprendentemente ci era riuscito. Rose l'aveva lasciato per altri motivi, con i quali Louis non c'entrava nulla.
Il ragionamento non era arrivato da solo, ovviamente, ma ci aveva pensato Katherine, aiutata da Zayn.
Zayn, dal canto suo, si stava preoccupando per la propria piccolina, che piccolina non era più.
Era molto più determinata e stava via via perdendo la propria dolcezza tra quei pugni.
Zayn sapeva che non l'avrebbe mai potuta proteggere da qualsiasi cosa ed era giusto che lei si difendesse da sola, ma da un lato si sentiva inutile.
Katherine sembrava amare più la palestra che lui.
Le liti per l'allenamento erano sempre più frequenti, e a Natale la lite era sfociata in un sonoro schiaffo sullo zigomo di Zayn.
Non era più come prima.
Liam era, se possibile, anche più preoccupato.
Anche Niall si occupava di allenare Katherine, ma stava sviluppando progetti per lei che nemmeno Louis avrebbe ideato.
Aveva intenzione di sfidare mezza Londra tramite Katherine e combattimenti tra ragazze.
Quando Zayn guardava preoccupato le nocche insanguinate della ragazza, Niall le elogiava e aggiungeva sempre: "Sei quasi pronta."
Quel quasi fu eliminato un pomeriggio di Marzo.
Era passato un anno esatto da quando erano state imprigionate e Zayn e Katherine stavano ricordando i vari momenti seduti sul divano, in uno dei rari momenti di pace.
Quando c'erano quei momenti, Zayn tornava a sperare.
Sarebbe cambiata, da quel momento in poi.
Era la solita Katherine, solo un po' più forte.
L'aveva fatto per Matthew, si ripeteva. Voleva farsi perdonare in questo modo, imparando a difendersi.
Il ragazzo infilò la mano nei ricciolini folti della ragazza, che ormai le sfioravano la spalla.
"Ricordi quando mi sono svegliato accanto a te nella soffitta e mi sono fatto male?"
Katherine rise contro la spalla di Zayn.
"Non ti aspettavi che fossi ancora con te?"
"Non esattamente. Non lo so nemmeno spiegare, sinceramente."
Niall fece il suo ingresso con un sorriso trionfante.
"Ti ho trovato la sfidante, Kat. Stasera."
La ragazza si illuminò all'istante.
"Davvero? A che ora?"
"Alle undici e mezza, stanotte. Si chiama Jennifer, e le farai il culo."
Katherine gli rivolse un sorriso d'intesa.
"Sei pronta." Confermò Niall, ridacchiando.
Zayn sospirò come se provasse dolore.
"Kat, ma stasera volevamo stare insieme sotto le coperte a ricordare questo anno..."
Katherine si mordicchiò il labbro.
"Lo possiamo fare fino alle undici, no?"
"Sai benissimo cosa volevo fare, dopo le undici"
Katherine sbuffò.
"Ma non mi capiterà di nuovo e se mi tirassi indietro passerei per una vigliacca!"
Zayn si alzò di scatto dal divano.
"Fa' come ti pare."

Lo spiazzale era già pieno. Katherine sentiva l'adrenalina scorrerle nelle vene. Scese dal minivan e si guardò attorno alla ricerca della propria sfidante.
Di fronte a sé vide la banda di Irwin e, dentro di sé, sperava di vedere comparire Chiara alle spalle di Luke.
Il pensiero andò automaticamente anche a Rose, che probabilmente era tornata a studiare all'università e si era dimenticata di loro.
Sospirò e si voltò verso Niall.
"Chi devo sfidare?"
"Non è ancora arrivata." Replicò il biondo.
Zayn seguì lo scambio di battute e sperò che Jennifer non ci andasse più.
Non voleva vedere Katherine sporcarsi le mani di sangue, ma non poteva impedirglielo.
"Sta arrivando!" Esclamò Luke, dall'altro lato dello spiazzale.
Katherine sentì il fiato mancarle, ma si impose di restare calma. Si era allenata abbastanza da poter far male a chiunque.
Ricordò le parole di Harry.
"Conta sulla tua velocità per schivare e per sorprenderla."

Una fila di SUV neri, con i vetri schermati, raggiunse lo spiazzale.
"Ian" mormorò Louis, che era stato zitto durante tutto il tragitto dall'hotel allo spiazzale.
"L'hai fatta sfidare con una di Ian?!" Gridò Zayn, fuori di sé. "Vuoi ammazzarla? Siccome non hai più la ragazza non significa che devi toglierla anche a me!"
Niall, senza neanche pensarci, spintonò l'amico.
"Non dirlo mai più."
"E tu non farlo mai più! Katherine non combatterà proprio nessuno, né stasera, né mai!"
Michael, della banda di Irwin, si avvicinò.
"Malik, lasciala fare. Jennifer non è un granché!"
"Zayn, davvero..." mormorò Katherine, avvicinandosi al proprio ragazzo. "Posso farcela."
Zayn la guardò deluso e alzò le mani, come a dirle: "Sei libera." Subito dopo sentirono una voce parlare a loro.
"Tomlinson, stabiliamo il premio di questo scontro."
Louis mosse un passo in avanti, sicuro di sè.
"Il vincitore guadagna un membro a scelta della banda perdente."
Ian strinse gli occhi verde ghiaccio, poi fece un sorrisino.
"Ci sto."
Il resto della banda di Louis era esterrefatto. Katherine assunse un'espressione sconvolta.
"Lou, non puoi affidarmi una responsabilità del genere! E anche se vincessi, non lo voglio uno come loro in casa!"
Louis le sorrise appena.
"Tranquilla, Katherine. So cosa faccio."
Ian ridacchiò in modo roco, come un suono proveniente dalle caverne.
"Giusto!" Esclamò, come se avesse appena ricevuto la notizia più bella della sua vita. "Voi non sapete!"
Harry corrugò la fronte.
"Cosa dovremmo sapere?"
Ian rise ancora più forte e indicò i SUV dietro di lui.
Battè le mani e le portiere si aprirono, mostrando cinque o sei uomini e donne di varie età, vestiti interamente di nero e giacche di palle. Nessuno di loro aveva un difetto.
Gambe snelle ma muscolose, braccia e spalle ben definite dalle curve dei muscoli, visi spigolosi e sguardi determinati.
Dopo una serie di uomini imponenti che si disposero dietro Ian a semicerchio, fu il turno delle donne.
Niall si sporse verso Katherine e le indicò una ragazza altissima e con le spalle più larghe dei ragazzi che la precedevano.
Ma non fu tanto quella la cosa sconvolgente, quanto la ragazza che la seguiva.
I capelli che una volta superavano le spalle ora sfioravano appena il profilo della mascella ed erano perfettamente piastrati.
Gli occhi scuri erano contornati da una linea netta di eyeliner nero, le labbra colorate di un bordeaux intenso, gli zigomi alti messi in rilievo dalla terra scura che si stendeva al di sotto.
Le gambe, una volta morbide da toccare si erano quasi dimezzate in larghezza e un tessuto nero e lucido le fasciava, mettendone in evidenza la muscolatura.
Una maglione dello stesso colore le copriva il busto, evidenziando il punto vita stretto e il seno prosperoso.
Ma dietro quella maschera di forza e cosmetici, il suo sguardo sarebbe stato riconoscibile tra mille.
Harry mosse un passo in avanti prima che il cervello potesse impedirglielo e sulle sue labbra si era già formato quel nome, di cui non sentiva il suono e il sapore da mesi.
"Rose".

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