Capitolo XLVII

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Avevano lasciato una bionda all'aeroporto e ne avevano ritrovata una in hotel. La presenza di nessuna delle due era stata richiesta, eppure, erano lì.
Tiffany sorrideva con le labbra rosso sgargiante e si passava distrattamente una mano tra le extension.
"Tiffany" disse Louis, muovendo un passo in avanti. "Che ci fai qui?"
"Irwin mi ha cacciata e anche piuttosto malamente." Sbadigliò con una mano. "Ho bisogno di un posto finché non potrò permettermi una nuova casa."
"Le prostitute come te vengono sottopagate." Intervenne Chiara. "Non potrai mai permetterti una nuova casa."
Tiffany gettò la testa indietro e rise.
"Oh, lei è la vincitrice smemorata di Dubai!"
Chiara corrugò la fronte e guardò Niall confusa.
"Vincitrice di cosa?" chiese al Biondo. Il ragazzo la condusse piano verso le scale, dopo aver lanciato un'occhiataccia a Tiffany.
"Ora ti spiego con calma, Chiara."
La ragazza lo seguì senza troppe storie e si lasciò aiutare.
Louis incrociò le braccia sul petto, gonfiando i muscoli per incutere più timore ed esprimere autorità.
"Nel caso non ti fosse chiaro, Tiffany, questo era un hotel, non lo è tuttora. Quindi, smamma."
La bionda lanciò un'occhiatina ad Harry, che teneva ancora per mano Katherine.
"Oh, Hazzie, ti prego! Digli di farmi restare!"
Rose s'irrigidì e allargò leggermente le narici.
Il riccio sbatté più volte le palpebre, quasi confuso dal comportamento della bionda, poi lanciò un'occhiatina a Louis e a Rose, che erano ancora l'uno accanto all'altra.
"Non sono io che comando." Si limitò a dire, con una scrollata di spalle. Rose sentì il cuore stringersi. Non era né un buon sì né un buon no e questa indifferenza la ferì. Gli sarebbe importato qualcosa quando lei se ne sarebbe andata?
Louis fece un cenno con il capo.
"Bene, mettiamolo ai voti. Quanti a favore?"
I ragazzi della stanza, ad eccezione di Louis, alzarono la mano.
Katherine sgranò gli occhi quando vide i ragazzi accanto a lei sollevare la mano in aria. Poi fece saettare lo sguardo verso Liam, e anche lui aveva il palmo in aria.
Li guardò sconvolta.
"Quanti contro?"
Katherine alzò prontamente la mano, seguita da Rose.
Louis arricciò il naso disgustato.
"Bene, ti diamo una settimana di permanenza gratuita. Poi vattene"
"E portati via quei topi morti che hai in testa." Proseguì la ricciolina, visibilmente infastidita. Lasciò le mani di Zayn e Harry con un gesto teatrale.
"Vado a fare la spesa. Sei allergica a qualcosa?"
Tiffany fece una risatina acuta e trapanante.
"Ma certo che no, sciocchina. Mangio tutto!"
Katherine la squadrò dalla testa ai piedi.
"E per mantenere queste ossa cosa fai? Ah sì, quella dev'essere l'attività fisica che ti fa bruciare calorie e non ti fa mettere su grasso."
Tiffany rise ancora e nonostante fosse parecchio più alta di Katherine, sembrava la bambina della situazione.
"Ma se vado sempre in giro in tacchi a spillo!" esclamò, ridendo. "Non so nemmeno cosa sia una palestra!"
Katherine alzò un sopracciglio.
"Sei veramente così stupida? Parlavo delle scopate che ti fai."
Tiffany smise di ridere e le si avvicinò con fare intimidatorio.
"Senti, nanetta, porta rispetto per quella che ha fatto godere il tuo ragazzo molto più di quanto faccia tu. È diventato così esperto grazie a me."
Katherine spalancò la bocca e si girò verso Zayn.
"Ma ti sei fatto entrambe le biondine?!" Il ragazzo boccheggiò.
"NO!"
"Ah, tu stai con Malik? Ti ho vista mano a mano con Styles e credevo che avessi scelto il partito migliore."
"Zayn è il partito migliore." Ribatté la ricciolina, lanciandole un'occhiataccia truce.
"Mmh, andresti d'accordo con Phoebe. Mentre ti dissanguavi a Dubai parlavate di questo? Oh, ma quanto è bravo Zayan quando me la lecca?!"
Katherine non ci vide più dalla rabbia e la spintonò con una spallata. Poi prese i soldi dalla cassa della reception e alcune buste della spesa. Si fiondò fuori, dando altre due spallate a Zayn e ad Harry e si diresse al supermercato.
Da quando non erano più prigioniere Katherine cucinava e Chiara e Rose facevano la spesa. Ma quel giorno la ragazza voleva andarsene dall'hotel il più presto possibile. E la cosa strana era che pochi minuti prima non vedeva l'ora di rimetterci piede.

Rose la odiava. Era arrivata in hotel da a malapena dieci minuti e aveva già fatto litigare Katherine con Harry e Zayn e aveva confuso la mente già provata di Chiara.
Erano le sue migliori amiche e non avrebbe permesso che una troietta come Tiffany spargesse zizzania.
Avrebbe voluto seguire Katherine, ma non ne ebbe il coraggio e si limitò a scendere in cucina per spolverarla un po', visto che in quelle due settimane, quasi tre, era rimasta intoccata. Nessuno sapeva esattamente dove mettere le mani se Katherine non c'era.
Tiffany ancheggiò verso Harry e posò le mani smaltate sul suo petto.
"Devo parlarti."
"Ti ascolto" replicò il ragazzo, senza un particolare tono di voce.
La bionda si guardò attorno e fece un risolino.
"In privato, sciocchino."
Louis trattenne Rose da un polso, visto che la ragazza stava già per avventarsi e tirarle i topi morti dalla testa fino a farla diventare calva.
Harry notò le dita di Louis strette attorno al polso di Rose e tornò a guardare Tiffany. Avvolse un braccio intorno ai suoi fianchi e la condusse di sopra.

Per Niall fu piuttosto strano raccontare a Chiara la storia della sua vita. Proprio lei avrebbe dovuto saperla più di tutti!
Le spiegò che dopo la morte della mamma si erano trasferiti in Brasile e tentò tutta la delicatezza e la calma possibile quando le parlò di Dominic. Con grande fatica, si sforzò di essere onesto e le parlò anche di Luke, e a quel punto Chiara arrossì, dipingendo le guance paffute di un amabile color rosa acceso.
Niall le accarezzò le guance sorridendo.
"Com'è Luke?" chiese Chiara, appoggiandosi al cuscino. Avevano passato tutta la serata a parlare e Niall si era sforzato di non piangerle in faccia parecchie volte.
"Biondo, occhi azzurri, molto alto e ha un piercing al labbro."
"E lui è il mio ragazzo?" domandò ancora, sentendosi avvampare. Ecco perché il fatto che Niall le piacesse le sembrava strano. Era il suo tipo, sì, ma non era Luke.
"Era" la corresse Niall. Decise di non specificare che ora era lui il suo ragazzo. Il primario dell'ospedale di Dubai aveva consigliato loro di non sovraccaricarla di informazioni. Già parlarle della vita precedente fatta con Dominic era stato faticoso.
"Voglio vederlo" annunciò Chiara. "Voglio Luke."
Ed era sincera, di una sincerità disarmante e innocente, che ferì ancora di più il cuore del ragazzo.
"Ora dormi, Chiara. È stata una lunga giornata e devi riabituarti al fuso orario inglese."
Spense la luce e si alzò da letto.
"Buonanotte Niall." Gli disse, con un sorriso da bambina. Niall sentì il cuore saltare svariati battiti mentre chiudeva la porta dietro di sé. La rivoleva a tutti i costi.
Liam lo aspettava nel corridoio, con un cipiglio preoccupato.
"Dobbiamo portarla da Hemmings." Disse. Niall trasalì. Come osava il suo migliore amico aiutarlo a sprofondare invece che dargli una mano a risalire?
Liam lesse l'espressione di Niall e annuì per sottolineare il concetto.
"Dobbiamo assecondare i suoi desideri. Deve ricordare piano piano."
"Ma non ricorda nemmeno Dominic!" esclamò il ragazzo. "Non ricorda nemmeno che suo fratello è morto e non ho avuto il coraggio di inserirlo nel racconto!"
"Ho sentito. L'idea di raccontarle di Dominic senza specificare il motivo per il quale abbia lavorato per lui è stata una mossa giusta. Il ricordo si deve costruire piano piano, partendo dalla cosa meno sconvolgente. Ma Niall, devi lasciarla andare e rassegnarti che non può tornare ad essere subito tua. Dopo Luke si ricorderà di te."
Il biondo si passò una mano tra i capelli e poi sul viso, strofinandoci sopra il palmo. Si accasciò contro il muro e chiuse gli occhi, stanco anche di piangere.

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