Primo libro - Capitolo I

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Louis sbuffò e si passò una mano tra i capelli, mentre impacchettava l'ennesimo carico di proiettili.
"A che punto siete?" Chiese ad alta voce, facendosi sentire per tutta la casa.
"Ho finito qui" Rispose la voce roca di Harry dalla camera. "Sto chiudendo i pacchi e poi raggiungo Liam nel furgoncino".
"Molto bene" borbottò Louis, mentre tagliava un altro pezzo di scotch con i denti e chiudeva il pacchetto.
"Io vi raggiungo in macchina con le armi. Avete almeno una pistola carica a testa?
"Affermativo, Tomlinson." Fu Zayn a parlare questa volta, mordicchiandosi un'unghia.
'Figurati' pensò Louis 'Zayn è sempre armato fino ai denti'. Il ragazzo era in effetti particolarmente propenso ad uccidere. E sapeva essere particolarmente fantasioso. Era stato quello il motivo che aveva spinto Louis a prenderlo con sé.
"Bene, Zayn. Va' pure con Liam e Harry nel furgoncino. Io vi raggiungo direttamente all'hotel abbandonato"
"Dov'è Niall?"
"Sta portando la prigioniera in hotel con la sua macchina." Louis scrollò le spalle, indifferente.
"Ci vediamo lì, allora." Zayn gli voltò le spalle e uscì dal loro covo.
Louis finì di impacchettare proiettili, armi, fucili, coltelli di vario genere e li caricò in macchina con non poca fatica. Una gang nemica aveva minacciato di rivelare il loro covo alla polizia.
Erano una gang piccola, loro cinque. Ma Louis era un abile leader e aveva saputo sfruttare ogni situazione a loro vantaggio, e man mano si stavano arricchendo e stavano guadagnando visibilità, e di conseguenza iniziavano ad essere temuti. Così quella gang nemica, di cui ricordava a malapena il nome, li aveva minacciati di farli arrestare. Louis non sapeva se credergli o no, ma nel dubbio, si era messo a cercare un posto isolato e tranquillo e l'aveva trovato poco fuori Londra. Era un hotel, forse una volta di lusso, completamente abbandonato, ancora completo di arredamento. Era un po' fatiscente, ma meglio della cella del carcere era.
Louis sospirò e guardò nostalgicamente i sotterranei di quell'edificio grigio. Era stato il loro primo nascondiglio e si era quasi affezionato. Poi si rimproverò.
"Tu non ti affezioni, Louis".
Salì in macchina e partì.

Rose ficcò nella borsa gli appunti della lezione su Shakespeare. Si guardò intorno, cercando di ricordare che altro le servisse.
"Astuccio". Lo prese dalla scrivania, mettendoci freneticamente dentro un paio di matite e una penna, e lo mise in borsa.
"Okay, posso andare". Prese le chiavi e chiuse la porta dell'appartamento. Oddio, appartamento era una parola grossa. Una topaia monolocale, in un sottoscala ammuffito di una casa popolare di periferia.
"Arrivata a metà strada si rese conto di aver dimenticato il cellulare.
"Oh, al diavolo. Tanto non mi cerca mai nessuno".
Era vero. Non sapeva nemmeno perché aveva quel cellulare. In Rubrica c'erano solo tre numeri.
Traffico Residuo, Servizio Clienti e Clinica. L'ultimo era particolarmente difficile da chiamare. Rose esitava sempre sulla maledetta cornetta verde, e poi non la premeva mai.
Non voleva avere brutte notizie perché, ormai erano solo brutte.
Sollevò il polso e vide l'orario.
Dieci minuti dopo sarebbe iniziata la lezione e lei era lì e doveva ancora raggiungere la fermata!
Alzò il passo e svoltò per una scorciatoia, pregando in tutte le lingue che conosceva che il professor Warner facesse tardi.

Liam procedeva tranquillamente lungo la strada per raggiungere l'hotel. Harry guardava distrattamente il paesaggio, mentre Zayn sonnecchiava.
Il ragazzo sospirò. Ogni giorno che viveva quella vita di rischio e pericolo lo convinceva sempre di più a scappare via.
Ma non poteva, non senza Niall. L'aveva seguito in quella pazzia, in quel capriccio, perché era il suo migliore amico e si era promesso che se non avesse potuto fermarlo, l'avrebbe seguito.
Ad un tratto vide due uomini in piedi, al centro della strada e una lunga macchina nera dietro di loro, che bloccava il passaggio.
Liam inchiodò con uno stridio di pneumatici. Zayn sobbalzò dal torpore in cui si trovava e Harry imprecò.
"Porca troia, Liam!"
Zayn strinse gli occhi.
"Johnson. Di nuovo qui." Il ragazzo strinse la mascella e scese dalla vettura.
Liam cercò di fermarlo e di invitarlo ad essere calmo, ma le parole si rifiutarono di uscire dalla bocca, perché il suo cervello sapeva già che sarebbero andate sprecate.
Harry seguì Zayn senza nemmeno pensarci due volte.
Liam rimase alla guida per un po', poi sospirò e li raggiunse.
Uno dei due uomini parlò. Aveva una brutta cicatrice che gli tagliava la fronte diagonalmente fino a metà occhio.
"Oh, ma salve ragazzi!" Sorrise con solo metà bocca.
"Che cazzo vuoi, Johnson?" Sbottò Zayn.
"Malik, calmino" Rispose l'altro uomo, che Liam non aveva mai visto.
"Calmino un cazzo" Harry intervenne, con le braccia conserte sul petto che si gonfiarono per via dei muscoli. "Cosa volete ancora?"
Johnson si accese una sigaretta e aspirò un lungo tiro.
"Condividere i vostri profitti, ragazzi."
"Con il-" Harry fece per parlare, ma Liam gli diede una gomitata.
Johnson fece un sorrisino.
"Siete giovani ed inesperti" Proseguì. "Se vi uniste a noi sapreste gestire meglio tutti i vostri traffici. Avete bisogno di uomini adulti che vi proteggano."
Liam non si accorse nemmeno che Harry aveva tirato fuori la pistola e l'aveva puntata sull'altro uomo. Il proiettile partì dalla canna della pistola con un botto e si fiondò nella carne dell'addome dell'uomo, che si accasciò con un urlo straziante.
Prima che Johnson potesse reagire, Zayn prese un coltellino dalla tasca e lo lanciò, prendendogli la spalla con una mira perfetta. Poi fece un passo in avanti.
"Noi non condividiamo un cazzo di niente, Johnson. Con nessuno, meno che mai con due vermi come voi."
L'uomo fece di tutto per afferrare la propria pistola, ma Zayn gliela tolse di mano con un calcio. Poi gli diede un pugno dritto sul naso per farlo accasciare su sé stesso.
"Harry" disse. "Ti faccio segno quando devi finirlo"
Il ragazzo annuì con un sorrisino. Zayn si avvicinò all'altro uomo che si teneva la pancia con una mano, ormai insanguinata.
"Vediamo che fare con te, ti va?" Gli sollevò il mento con la canna della pistola.
L'uomo emise un rantolo sofferente e singhiozzò. Zayn ridacchiò soddisfatto ed estrasse il coltello dalla spalla dell'altro con un colpo secco.
Poi, senza nemmeno dargli il tempo di vedere il movimento, infilzò il coltello dritto nel collo, nell'arteria pulsante.
Johnson urlò di puro terrore, mentre l'amico cadde a terra, dissanguandosi e in preda a degli spasmi di dolore.
Poi emise un gemito soffocato e morì, con gli occhi ancora sbarrati.
Zayn fece un sorrisetto ad Harry, che alzò la pistola e sparò Johnson dritto in fronte.
Liam aveva guardato la scena senza battere ciglio, ma aveva solo voglia di vomitare.
"Chiudeteli nei sacchi e caricateli nel bagagliaio. Prima di andare in hotel li seppelliremo" Disse, senza un particolare tono di voce.

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