Capitolo LXXXI

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Zayn cercò di scardinare la porta della cella.
"Stronzi!" Gridò, con tutto il fiato che aveva in gola. "Avete ucciso mio fratello oltre i miei genitori! Morite! Morite tutti, andate all'inferno!" la voce gli si spezzò, e il ragazzo ricominciò a piangere di rabbia.
Niall, Louis e Liam lo guardavano, impotenti e lo accolsero tra le loro braccia forti.
Erano stati separati da Chiara e da Rose, e nessuno sapeva dove fossero.
Louis era convinto che Ian sapesse di quel blitz.
Ma non riusciva a capire perché avesse salvato Katherine e non Rose. Chissà cosa gli girava in quella testa.
Liam asciugò pazientemente le lacrime a Zayn con la stoffa ruvida delle lenzuola e accennò un sorriso.
"Cerca di comportarti bene. Non vuoi rivedere la tua piccolina? Vi siete appena ritrovati e avete ancora tanto da vivere."
Zayn parve rilassarsi al pensiero di Katherine e si accoccolò sulla branda.
Cercò di abbassare le palpebre per immaginarsi le labbra della ragazza, ma al loro interno vedeva ancora la scena agghiacciante di quando aveva visto il corpo del fratello accasciarsi a terra, morto.
Non aveva potuto nemmeno dirgli le ultime parole. Dirgli che gli voleva bene, che sicuramente il suo secondo bambino si sarebbe chiamato come lui, dirgli che sarebbe stato per sempre la sua famiglia.
Poi si era scatenato l'inferno, e si era ritrovato a terra, mentre i poliziotti lo picchiavano come dei bulli prepotenti. L'avevano spintonato verso la volante, e lui aveva gridato tantissimi di quegli insulti che uno degli agenti aveva afferrato la pistola e gliel'aveva puntata contro. Il corpo era partito, ma non era arrivato.
Ai suoi piedi, aveva visto Michael accasciarsi, con una macchia rossa all'addome.
Zayn era rimasto inerme e quell'attimo di esitazione era servito ai poliziotti a spingerlo in uno dei furgoncini.
Michael si era sacrificato per lui, perché sapeva benissimo che se Zayn fosse morto, Katherine l'avrebbe seguito, e Michael aveva fatto così tanto per salvarla che non avrebbe mai permesso una cosa del genere.
Michael aveva salvato per ben tre volte la sua ragazza, pensò Zayn.
Quando lui l'aveva lasciata, Michael l'aveva accolta, proteggendola da quel mondo cattivo a cui la ragazza non era pronta, avendo vissuto sempre nella realtà ovattata dell'orfanotrofio. Niall gli aveva raccontato di come Michael aveva trattato Katherine, nella strada per andare al distretto. E gli aveva detto anche di come Michael aveva aiutato Katherine a riprendersi dopo il tentativo di suicidio. E il terzo salvataggio di Michael era stato salvare Zayn per salvare di conseguenza Katherine.
Zayn si sentì improvvisamente insignificante davanti all'amore di Michael nei confronti di Katherine.

Niall aveva corso con Chiara fino a quando era stato possibile. Si erano nascosti dietro il tavolo e poi erano sgattaiolati dalla finestra. La macchina sportiva di Chiara non era vicina, anzi.
Dovevano correre e sperare di non essere presi.
"Io sono veloce" aveva detto Chiara. "Nasconditi, prendo la macchina e torno indietro a prenderti!"
Niall aveva scosso la testa.
"È il modo migliore per farci prendere entrambi" aveva detto, guardandola con gli occhi azzurri colmi di preoccupazione.
"Insieme" avevano detto all'unisono, e poi si erano messi a ridere. Avevano intrecciato le dita, come a fondersi l'uno con l'altra, ma i poliziotti li avevano spezzati pur di separarli.
Avevano lottato fino allo stremo pur di liberarsi e tornare insieme, come due calamite che si attraggono.
Ma non era bastato.
Chiara si era raggomitolata sulla brandina e stava pregando mentalmente che Niall stesse bene. Capì di amarlo davvero tanto, perché non le importava di restare in carcere, ma le interessava che Niall uscisse e fosse finalmente libero.
Rose, invece, camminava nervosamente da una parte all'altra della cella.
"Ian sapeva. Ma perché ha preso Kat? Si è scocciato di me? Cosa vuole fare? Farla uccidere da quell'energumeno di Jennifer? Che cazzo gli frulla per la testa?"
Chiara osservava i movimenti frenetici di Rose, a partire dal mento che tremava, fino alle ginocchia che non sembravano essere stabili.
La fece sedere e le sorrise.
"Ci ritroviamo qui, io e te." disse. "Non è strano?"
Rose accennò un sorriso.
"Come ai vecchi tempi."
Si raccontarono tutto ciò che era successo in quel periodo in cui non si erano viste. Erano cambiate molto entrambe ed era evidente, ma per quanto si cambi, casa resta casa e ci si trova  sempre bene.
Come avevano già fatto in passato, si diedero forza a vicenda. E scherzarono.
Chiara scagliò un cuscino contro la faccia di Rose, e iniziarono a ridere senza un motivo.
Entrambe pensarono che semplicemente lo meritavano e ne avevano bisogno.
Si addormentarono solo all'alba, una di schiena all'altra.

Liam si svegliò per primo e osservò i suoi amici in silenzio. Niall dormiva profondamente, contro la sua schiena, e Liam si sentì tranquillizzato da quel suono. Nonostante tutte le difficoltà, Niall stava di nuovo bene. Il carcere era comunque un posto più sicuro che la banca di Irwin.
Zayn dormiva contro la schiena di Louis.
A Liam veniva quasi da ridere. Zayn aveva odiato Louis con tutto sé stesso e si era sempre rifiutato di parlargli di nuovo. Obbediva agli ordini, ma non fumava più con lui, evitava di respirare la sua stessa aria, quindi figurarsi intavolare una conversazione. Katherine aveva fatto parecchi tentativi, ma solo dopo che era andata via, Louis e Zayn erano tornati fratelli come prima, se non di più.
Il bene che si volevano era sicuramente maggiore del loro orgoglio. Più che andare d'accordo, si capivano. E le due cose non sono necessariamente legate.
Nessuno odiava più Louis, perché quelle ragazze avevano cambiato tutti e tutti avevano delle colpe nei loro confronti. Stava per tornare tutto a posto, ma era troppo bello per essere vero. Erano stati separati ed erano finiti in cella. E chissà cosa sarebbe successo dopo. Liam non riusciva davvero ad immaginare cosa sarebbe successo neanche l'ora successiva.
Improvvisamente, avvertì dei passi fuori dalla porta. Si facevano sempre più vicini e si fermarono dietro la porta. Sentì qualcuno maneggiare con le chiavi e poco dopo sulla soglia comparve un poliziotto.
"Sveglia!" Abbaiò, accendendo la torcia e illuminando i loro visi.
Tutti sobbalzarono nel sonno e si misero seduti sui letti.
Liam temeva che ci fosse un nuovo arrivato, e che non fosse tanto raccomandabile. Il poliziotto non aveva un'aria molto contenta.
"Alzatevi. Serve la cella."
"E noi dove andiamo?"
"Vi hanno pagato la cauzione. Andate a casa, se vi è rimasta."

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