Capitolo XVIII

95 10 5
                                    

Le dita del ragazzo disegnavano cerchi immaginari sulla pelle di lei, spalmando la pomata per schiarire i lividi.
Chiara chiuse gli occhi, incapace di vedere la scena e trattenne il respiro quando sentì il fiato del ragazzo sulla propria pelle. Sentì i peli rizzarsi e la pelle diventare d'oca. Niall interpretò quel cambiamento per freddo e accese il calorifero.
"Va meglio?" chiese, apprensivo. La ragazza annuì frettolosamente.
"Girati, penso tu abbia ancora tanti lividi sulla schiena." Parlò sottovoce, come per non rendere reali quelle parole. Quando la ragazza si girò, Niall rabbrividì come aveva fatto lei.
I lividi partivano da in mezzo alle scapole fino in corrispondenza dei reni. Erano violacei, tendenti al giallo, segno che stavano guarendo.
Niall scaldò nuovamente le mani tra di loro, per non farla rabbrividire, e riprese a curarla. Chiara non poteva farci niente. Appena sentiva le mani di quel ragazzo addosso, tratteneva il respiro e lo rilasciava in sospiri tremanti. Era il suo corpo che reagiva e il suo cervello non comandava niente.
Sentì il ciuffo biondo di Niall solleticarle la nuca, mentre lui si chinava per curarla.
"Ehm..." balbettò lui, imbarazzato, indugiando sul bordo del reggiseno. "Potresti sbottonarlo? Ci sono dei lividi dietro la fascia e non riesco ad arrivarci."
Sembrava tremendamente impacciato dalla situazione.
"Fallo tu" disse Chiara, senza girarsi a guardarlo e trattenendo a stento un sorrisino. "Non ci arrivo."
"Oh, ehm...Okay." Le tolse il gancetto e la fascia ricadde lungo i fianchi stretti della ragazza, che stava dimenticando spesso e volentieri di respirare correttamente.
Sentì i polpastrelli del ragazzo toccarle gentilmente i lividi in quel punto e poi procedere verso il basso.
I movimenti si facevano sempre più lenti e Chiara sperava con tutta sé stessa che il ragazzo stesse esitando di proposito, per prolungare quel momento.
"Ti prego, ti prego" pensava. "Non fermarti."
Sapeva che i lividi da curare erano finiti, ma non voleva interrompere quella sensazione che sentiva. Lo stomaco in tensione, il respiro trattenuto, la pelle d'oca, le scosse elettriche che quei polpastrelli le trasmettevano, il massaggio lento delle dita di lui, i suoi capelli biondi che le solleticavano la pelle.
"Ecco fatto" annunciò il ragazzo, riagganciando il reggiseno.
"Grazie mille". La ragazza si girò per regalargli un altro di quei sorrisi dolci, innocenti e spensierati, a dispetto di ciò che dicevano i suoi occhi.
Niall le porse la maglietta già pronta per essere indossata, piegandola.
"Alza le braccia, piccolina." Disse, fingendo una voce adulta. La ragazza scoppiò a ridere.
"So vestirmi da sola!"
"Naah, non sei capace" replicò lui, arricciando il naso.
Chiara alzò le braccia come una bambina obbediente e Niall le infilò la maglietta, facendo scivolare le dita e il tessuto sulla sua pelle. Di nuovo, la ragazza trattenne il fiato e chiuse gli occhi per godersi meglio la sensazione.
Poi, sempre tenendo le mani vicino al suo corpo, il ragazzo l'abbracciò, posando la testa nell'incavo del suo collo. Chiara sorrise e fece incontrare le loro guance mentre ricambiava l'abbraccio e sentiva il cuore che impazziva nel suo petto.
Poi fu colta da un improvviso senso di colpa. Capì perché quel ragazzo le faceva battere così forte il cuore.
Assomigliava a Luke. Certo, solo di aspetto, ma glielo ricordava e anche tanto. Il suo cervello vedeva Niall e il suo cuore lo associava a Luke e lei non ci capiva più niente. Spinse via il biondo e corse fuori dalla stanza.

Rose aveva fatto un sogno strano e confuso. Quando aprì gli occhi, però, si era dimenticata la maggior parte dei particolari. Ricordava solo un fast food vecchio stile e una vecchietta come cameriera. Si stropicciò gli occhi e vide Harry, seduto per terra con una confezione di treccine al miele.
"Ti piace il miele?" chiese, mentre ne sbocconcellava una.
Rose annuì e si mise seduta. Diede un'occhiata all'angolo di Katherine e vide che era ancora vuoto. Cercò Chiara e neanche lei era lì. Comparve sulla soglia poco dopo. Camminava rigida e con l'espressione illeggibile. Probabilmente aveva litigato nuovamente con Niall.
Si mise in un angolino.
"Vuoi una treccina?" domandò Harry, parlandole. Chiara scosse la testa e fece una smorfia come se stesse per vomitare. Poi si nascose sotto la coperta fino a coprirsi anche i capelli.
Harry guardò Rose, in cerca di spiegazioni.
"Mi sono appena svegliata" disse. "Non ne ho idea!"
"A proposito, hai fatto un buon riposino?"
"Sìsì" la ragazza sbadigliò. "E Kat?"
"Uhm, credo sia ancora da Louis. È andata via da solo venti minuti, alla fine."
Rose rabbrividì. Quel porco ci impiegava pure parecchio per soddisfare i propri piaceri.
"È così strano." Affermò Harry, masticando la brioche.
"Che cosa?"
"Sono disgustato dal mio amico per colpa vostra. Non si era mai approfittato di una ragazza in questo modo."
"Sei disgustato da Louis perché è un grande figlio di puttana senza cuore, e lo hai capito solo dopo che vi ha costretti a fare cose indicibili." Sputò Rose, con rabbia.
"E lui se n'è lavato le mani" proseguì Harry. Poi vide che la ragazza si era intimorita a parlare del leader e parlò con voce ferma e determinata. "Non ti farà più niente, è chiaro? Ve ne ha fatte troppe solo per potersi vantare di avere tre ragazze prigioniere e di usarle a suo piacere. Ma questa soffitta del cazzo è l'ultima che vi fa. Lo sento."
Rose fu sorpresa da quel tono e riuscì a mormorare un debole "Lo spero tanto."
"Non c'è bisogno di sperare. Lo sarà e basta. Altrimenti toccherò il fondo una seconda volta picchiando il mio migliore amico."
La prima era stata quando aveva picchiato lei, capì Rose. Ma non si lasciò colpire da quelle parole.
"N-non voglio parlarne. S-sei il miglior amico di quell'essere e fai le stesse cose che fa lui."
"Non ho mai violentato una ragazza. Quando ti ho baciata pensavo che avresti ceduto a me. Ma non l'hai fatto e non sono andato oltre."
"Non sei andato oltre perché ti ho staccato un labbro!"
Harry rise.
"Ma avrei potuto bloccarti e costringerti. Ma mi disgusta la sola idea e non mi eccita."
Rose sbuffò. "Oh, il piccolino non si emoziona!"
Harry rise di nuovo per la sua smorfia.
"Ma non è per quello. È proprio impensabile per me violentare una ragazza. Se lei non ti vuole, rassegnati. È patetico costringerla."
La ragazza lo guardò a lungo.
"In fondo, non sei così uguale a Tomlinson..."
Harry scrollò le spalle con fare noncurante.
"No, altrimenti il capo sarei io."
Rose scostò la coperta e gli fece spazio.
"Se chiudiamo gli occhi ci possiamo svegliare altrove, per favore?" chiese il ragazzo, accoccolandosi.
"Se fosse vero, avrei chiuso gli occhi già tempo fa." La ragazza sembrava sul punto di piangere per l'ennesima volta. Era così fragile, pensò Harry.

"A me funziona, vedi." Chiuse gli occhi. "Ora vedo un panorama mozzafiato su una città fatta di edifici bianchi. Vedi i fuochi d'artificio?"
Rose sorrise tra le lacrime e tentò invano di chiudere gli occhi.
"N-no.."
"Ma come? Sono qui, li vedi?" Posò una mano sugli occhi della ragazza, costringendola a chiuderli. "Sono colorati e rumorosi, e sembra ti divorino con le loro luci."
Rose singhiozzò e pianse più forte.
"L-li vedo anche io."
Harry sentendo quei singhiozzi si sentì morire, ma continuò imperterrito a parlare.
"Vedi? Ora concentrati su uno di quei fuochi, sul tuo preferito. A me piace il salice tutto dorato, tieni presente? Ora lascia che ti inghiotta fino a portarti altrove, dove vuoi tu."
"Harry, non ce la faccio!" Si allontanò dal corpo di Harry con le lacrime gli occhi. Il ragazzo ci rimase davvero male per il tentativo fallito, ma come aveva sempre fatto, non si arrese.
"Magari hai bisogno di fare una cosa più semplice, prima."
"C-cosa?" chiese lei, asciugandosi le guance.
"Respira profondamente e immagina il bianco totale. Poi immagina una linea nera al centro e due pallini all'estremità. Se riesci a concentrarti su un pallino, vedrai la linea muoversi verso l'altro. E viceversa. Funziona davvero."
Rose obbedì. Respirò profondamente e chiuse gli occhi, facendo quello che Harry le aveva detto. Poi scoppiò a ridere.
"Mio Dio, è vero!"
Il ragazzo rise di rimando.
"Visto? Ci riesci!" esclamò, contento. Rose riaprì gli occhi e brillavano.
"È stato divertente!"
Harry dimenticò di rispondere. Si perse nei suoi occhi accesi e si sentì completo.

RedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora