Capitolo XXXIV

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Louis estrasse la pistola dalla cintura e la puntò immediatamente davanti a sé. Sentiva il cuore battere forte nella cassa toracica, fino ad assordargli le orecchie.
Era successo tutto d'un colpo.
Le porte di vetro dell'hotel erano state rotte con un fracasso assurdo di vetri e proiettili. Si era alzato un grande polverone e una volta che si fu calmato, Louis aveva visto Dominic. Alle sue spalle la sua banda al completo, tranne, come aveva notato Louis, Luke. E ovviamente Chiara, che era con loro.
Ora puntava la pistola sul gruppo, anche se si rendeva conto di essere patetico. Era solo e loro erano almeno una quindicina di persone.
Ma i soccorsi non tardarono ad arrivare.
Harry irruppe nella stanza con un grido e con due pistole tra le dita.
"LOUIS!" urlò, mentre entrava. Poi la sua espressione si rilassò appena vide che l'amico, espressione shockata a parte, stava bene.
Dominic fece un passo con un'espressione soddisfatta e vincente e mise piede nell'hotel.
Come aveva fatto a scoprire che si trovavano lì? Louis si sentì, per l'ennesima volta, un fallimento. Quel nuovo nascondiglio era durato a malapena due mesi prima di essere scoperto di nuovo.
"Consegnatemi Chiara" disse, con il suo accento strano.
"L'ho vinta" Replicò immediatamente Louis, muovendo un passo verso Dominic. "Ora è mia."
"La rivoglio." Rispose Dominic, senza scomporsi.
"Che succede?" chiese una voce femminile. Rose comparve un istante dopo sulle scale, con gli occhi sgranati. Nelle sue dita era incastrata una pistola dall'aspetto pratico.
Harry sentì una piccola stretta al cuore vedendola così. In quella settimana si era allenata duramente, notte e giorno, e i primi risultati si vedevano. Non propriamente sul corpo, ma sul portamento e sulla fierezza. Saper maneggiare un'arma consapevolmente e sapersi arrampicare le aveva portato sicurezza e si leggeva dallo sguardo e dalle spalle ben diritte.
"Direi decisamente che lei non è Chiara" proseguì Dominic, imperterrito. Rose capì senza che nessun altro spiegasse qualcosa. Sgranò ancora di più gli occhi e sollevò la pistola davanti a sé, tenendola con due mani.
"No, non lo sono, ma posso farti il culo lo stesso"
Dominic estrasse una pistola in un gesto così veloce da essere quasi invisibile e la puntò verso la ragazza, ma subito dopo l'arma gli saltò via dalla mano. Harry gli aveva sparato al polso in una mira incredibilmente precisa e l'aveva disarmato. Non alzò la voce, ma parlò con un tono raggelante e irremovibile.
"Non alzi le mani su nessuno, è chiaro?"

Zayn posò le labbra su quelle di Katherine in un contatto urgente.
"Resta qui" mormorò, quando riuscì a staccarsi da quelle labbra rosa e soffici.
"No." Rispose semplicemente Katherine, togliendogli una pistola dalla cintura. Dall'espressione che fece, Zayn capì che era troppo pesante per lei.
"Katherine, non farmi perdere tempo. Vado a vedere che succede e torno da te."
"Non ti lascio andare da solo. Che è successo l'ultima volta che ci siamo separati?" chiese la ragazza, senza scomporsi.
Zayn sospirò.
"Kat..."
"No, Kat un cazzo! Che è successo?" ripeté lei, corrugando le sopracciglia e irrigidendo la postura.
"Ero nella merda, okay!? Vuoi che lo dica ad alta voce? ERO NELLA MERDA!"
"Appunto" rispose Katherine, con la voce sommessa al contrario di Zayn, che praticamente urlava.
"Resta qui" ripeté il ragazzo, implorandola con lo sguardo e cercando di calmarsi.
"NO!" scattò lei, e tolse la sicura alla pistola.
"Hai così tanta voglia di morire?!" la rimproverò Zayn, urlandole ormai addosso.
"Zayn, non sono una deficiente!"
"Ma guardati, non riesci nemmeno a sollevare la pistola!"
"Dammene una che possa usare!"
"Non sarò io a darti un'arma che io stesso disprezzo!"
Katherine gli rivolse un'occhiata offesa, penetrante, agghiacciante.
"Allora me la prendo da sola."
Zayn le si parò davanti ed essendo più alto di una ventina di centimetri la sovrastava e le impediva di muoversi.
"Tu non vai da nessuna parte e resti qui finché non è tutto finito!"
Katherine, all'improvviso, lo spintonò. Zayn barcollò all'indietro non perché in effetti lei fosse forte abbastanza da spostarlo, ma per la sorpresa. Non era ragazza che faceva così.
La ragazza sgattaiolò via verso il garage, dove c'erano le altre armi.
"KAT!" Zayn si affrettò a riagguantarla. La raggiunse con pochi passi e le prese i polsi in una presa ferrea.
"Zayn, lasciami stare!" esclamò lei, cercando di strattonare le mani. "Mi fai male!"
Sentendo quelle parole Zayn mollò all'istante la presa. La sola frase gli ricordò tutti i ricordi più brutti, che non erano nemmeno così vecchi.
Katherine rimase sorpresa che il ragazzo avesse ceduto così facilmente e lo guardò con i suoi occhioni che esprimevano stupore.
Zayn lasciò ricadere le mani lungo il corpo.
"Fai cosa ti pare, io non verrò in ospedale se ti fai male."
Detto così, uscì dalla cucina a grandi passi.

Quando Niall e Chiara arrivarono, era ormai troppo tardi. Chiara avrebbe voluto che la terra si aprisse e la facesse cadere giù pur di non assistere a quella scena.
Liam, con il braccio ancora ferito dal colpo del poliziotto nella Cyprus Bank, menava ganci e pugni come una perfetta macchina da guerra.
Rose lottava con un ragazzino che le teneva orgogliosamente testa. Era ossuto, con i capelli pieni di gel attaccati alla testa, ma era veloce e sfuggiva ai colpi di Rose. Ma la ragazza non era da meno. Riuscì finalmente a colpirlo con un calcio ben caricato e gli sferrò una ginocchiata nell'addome. Il ragazzo si piegò in due e Rose, con la stessa gamba ancora a mezz'aria, lo fece inginocchiare con un altro calcio. Poi con la pistola nella mano opposta, gli diede un colpo sulla testa con l'impugnatura, tramortendolo.
Niall si buttò nella mischia prima che Chiara potesse fermarlo.
"Ni-" Troppo tardi. Di nuovo.
Harry e Louis si proteggevano le spalle a vicenda. Dominic si liberò facilmente di Niall, spintonandolo e dandogli una testata. Ma per il resto, la banda avversaria stava perdendo elementi. La maggior parte degli scagnozzi di Dominic stava avendo la peggio.
Zayn entrò nella stanza a grandi passi e subito si buttò su Dominic. Senza dargli il tempo di realizzare qualcosa, lo afferrò da una spalla per bloccarlo e con la mano libera sganciò un pugno potente che si schiantò contro il suo occhio.
Chiara strabuzzò gli occhi. Non aveva mai visto Dominic vulnerabile. Come se potesse leggerle nel pensiero Dominic spintonò Zayn, facendolo cadere. Lo disarmò e gli puntò la pistola alla fronte, piegandosi sul ragazzo che era steso a terra.
Katherine superò velocemente Niall e un uomo basso e tarchiato che lottavano e arrivò alle spalle di Dominic. Gli saltò letteralmente alle spalle e gli coprì gli occhi con una mano, premendo sulle palpebre in modo da fargli mare.
"LASCIALO!" gridò.
Dominic si rialzò in piedi, sperando di scrollarsela di dosso, ma la ragazza era ben aggrappata. Urlò anche lui, accecato dalle mani della ragazza e disarmato.
"Vattene, troietta!" sbraitò Dominic, afferrando le gambe di Katherine e togliendosele di dosso di peso.
La ragazza ricadde in piedi e in quel momento il ragazzo si girò e l'afferrò con un braccio intorno al collo.
"Retirada!" gridò Dominic.
All'istante tutti la sua banda si allontanò correndo da quella di Louis. Il brasiliano si trascinò Katherine con un braccio intorno alla gola, mentre lei cercava di liberarsi, visto che non riusciva a respirare.
"KAT!" gridò Zayn, rimettendosi in piedi.
"Za-" mormorò lei, soffocandosi a metà parola, con il viso rosso per lo sforzo di respirare.
"Ci vediamo a Dubai tra due settimane!" esclamò Dominic, con un sorriso malvagio sul volto pieno di lividi e tagli.
Tutti si girarono verso Chiara. Dominic aveva parlato guardando lei.
"Non deludermi, dolcezza" proseguì il ragazzo, mentre i suoi scagnozzi aprivano il cofano della macchina.
Dominic ci buttò Katherine senza tanti complimenti. Poi fece il giro per entrare in macchina.
"E riavrete la vostra amichetta viva. Forse." Poi premette sull'accelleratore e sparì.
Chiara crollò sulle ginocchia, in lacrime. Tacere non era servito a niente, assolutamente a niente.
Zayn rincorse l'auto, zoppicando, ma era tardi. La macchina era sparita alla fine della strada, portandosi via il suo cuore.

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