Capitolo LXXXVII

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Katherine stava sognando un bimbo con i capelli ricci e quegli occhioni color nocciola che tanto amava, quando sentì dei baci ruvidi sulle guance.
Il piccolino sparì e Katherine fu costretta ad aprire gli occhi.
"Ben svegliata" mormorò Zayn, con la voce roca e bassa, essendo anche lui sveglio da poco.
Poi continuò a baciarla lungo il collo, facendo vagare le mani lungo le sue cosce.
Katherine sorrise pigramente e si girò verso di lui per intercettare i baci sulle labbra.
"Oggi niente pasticceria, vero?" Chiese il ragazzo, stringendo le dita attorno ad un seno di lei tramite la maglietta del pigiama, facendo trapelare il desiderio che aveva.
"No, ho lasciato le istruzioni al personale ieri sera." Rispose lei, posando una mano sul suo addome scoperto.
Zayn mugolò in assenso mentre le sfilava la maglietta.
Katherine rise.
"Zayn, oggi niente pasticceria, ma c'è il matrimonio e ho da fare anche più cose, se possibile!"
Zayn rise a propria volta, facendo vibrare la propria risata sommessa e sexy contro l'orecchio della ragazza.
"Prima, però, inizia la giornata al meglio." Bisbigliò con la voce bassa, soffiando in modo caldo contro il suo lobo. E senza darle il tempo di replicare altro, le sganciò il reggiseno e la baciò intensamente.

Liam affisse fuori dalla libreria un cartello: "Chiuso per amore" e subito sotto, "Niall e Chiara, oggi sposi."
Sorrise soddisfatto e rientrò in macchina.
"Libreria fatto, prossima tappa?" Chiese al suo compagno di avventure, Louis.
"Allora..." Louis tentò di interpretare le varie calligrafie riportate su quel foglietto. "Pasticceria è stato sbarrato, Kat ha lasciato qualche suo collaboratore. Aveva delle prenotazioni e non può permettersi di perdere del guadagno proprio adesso. Chiara ha scritto che in concessionaria c'è Bob, quindi nulla da preoccuparsi...Uhm, prossima tappa lavanderia. Dobbiamo ritirare i completi di tutti. Compreso quello di Niall."
Liam annuì in assenso e partì alla volta della lavanderia.
Erano passati tre mesi dalla morte di Ian, era ormai giugno inoltrato.
In quei tre mesi Louis, Harry e Zayn si erano impegnati per cacciare, o meglio, sradicare ogni criminale nella zona e rendere quel quartiere molto più rispettabile. La villa non era più un covo, ma era pullulante di vita e felicità.
Tutti erano felicissimi per i preparativi del matrimonio.
Ma nel frattempo, le ragazze non erano state a guardare.
Katherine aveva deciso di aprirsi una pasticceria nelle vicinanze. Aveva comprato l'attività che un signore ormai in pensione aveva messo in vendita.
Era successo poco dopo la morte di Ian, in una sera, e fu una delle cose più istintive e pazze mai fatte dalla ragazza.
Aveva assunto dei collaboratori, tra cui Niall e Liam, perché da sola non poteva gestire tutto. Si chiamava "Al vecchio hotel" e i guadagni andavano molto bene. Era un luogo in cui andavano sia ragazzi il venerdì e il sabato sera, sia le famigliole la domenica mattina.
Ispirata dall'amica, Rose aveva racimolato i vecchi libri di Ian e si era aperta una libreria. Se la vedeva da sola, non aveva bisogno di aiuto a gestirla e programmava già di ampliarla al più presto con un piccolo bar.
Ora che Harry e gli altri si stavano impegnando ad uscire completamente dal giro, cosa non affatto facile, dovevano pensare già ad altre entrate che non provenissero dalla criminalità.
E così anche Chiara, Luke e Calum avevano aperto una concessionaria di auto sportive, affiancata poi da un'officina meccanica gestita da Ashton.
Ma quello era il gran giorno e non esisteva lavoro.
Chiara si era svegliata presto per l'agitazione e l'emozione, e per calmarsi si era immersa nella vasca per un'ora abbondante. Ma appena uscita dall'acqua calda aveva sentito il fiato mozzo per l'emozione e un sorriso ebete sollevarle gli angoli della bocca.
Indossò l'intimo e subito dopo una vestaglia per coprirsi e scese a fare colazione.
Immediatamente Katherine la spinse nuovamente in camera.
"Dove vai?!" Aveva i capelli tutti scompigliati e gli occhi brillanti. "Stavo venendo a svegliarti!"
Chiara rise per l'aspetto della ragazza.
"Mi sono già fatta il bagno."
Katherine sgranò gli occhi.
"Di già?! Hai usato le creme di Rose? Lo scrub? Il nutriente?"
Rose arrivò in quel momento, con un vassoio pieno di leccornie per la colazione.
"Cosa mio?" Domandò, posando il vassoio sul comodino.
"Le creme!" Esclamò Katherine.
Rose sobbalzò immediatamente e chiuse la porta dietro di loro.
"Ah sì, ho recuperato delle maschere per la pelle!" Estrasse dalla tasca della vestaglia circa una decina di maschere diverse con diversi effetti.
Chiara ruotò gli occhi nocciola e sospirò, pensando che sarebbe stata una mattinata interminabile.
Tuttavia i preparativi si rivelarono molto divertenti, perché presto Chiara capì che quelle maschere non erano tutte per lei.
Sembrava un pigiama party: tutte e tre chiacchieravano, mangiavano e si facevano le unghie, come tre adolescenti.
Avevano poco più di vent'anni, e non sapevano neanche cosa fosse un pigiama party.
Il momento di indossare il vestito arrivò fin troppo presto, e poco dopo Harry bussò alla porta. Si sarebbe occupato lui delle foto.
Katherine e Rose aprirono la porta con un sorrisone.
"È pronta?" Domandò Harry, emozionato quanto loro.
Rose annuì e si protese per baciargli teneramente le labbra.
"Tu non ancora, vedo!" Rose rise.
"La sposa ha la precedenza!"
Harry le stampò un altro bacio lungo e dolce.
"Muoviti, splendore." Poi si girò verso la sorellina e la abbracciò con un solo braccio, perché nell'altro manteneva la macchina fotografica.
Chiara uscì dallo spogliatoio, con un sorriso smagliante.
Harry la abbracciò immediatamente, mentre gli occhi si inumidivano.
"Ma come siamo belle!" Esclamò.
Chiara non riuscì a far altro che a sorridere.
Rose spinse il ragazzo fuori dalla camera.
"Dai, andate! Noi siamo ancora in queste condizioni!"
Chiara rise e seguì il fotografo fuori, mantenendosi elegantemente l'abito. Katherine sorrise. Non assomigliava più a quella ragazza pazza. Era una donna elegante e adulta, pronta a giurare fedeltà eterna.
Rose le lesse nel pensiero perché mormorò: "È una donna con il sorriso felice di una bambina."
E Katherine annuì, con lacrime di gioia agli occhi.

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