Capitolo LXXXIII

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Usciti di galera, i ragazzi decisero in accordo di tornare al loro primo rifugio, un seminterrato grigio e senza luce.
Rose gemette in disapprovazione.
"Meglio la galera, almeno un po' di luce c'era!"
Louis si passò una mano sul viso.
"Proponi altro?"
Rose sbuffò.
"Dobbiamo cercare Harry e Kat."
"Non capisci?" Disse Liam. "Sono loro che ci hanno fatti liberare. Avranno convinto Ian a lasciarci andare, ma chissà che prezzo dovranno pagare."
Rose sperò che Harry non avesse dimenticato come preparare dei cubetti di ghiaccio avvelenati.
"Andiamo da loro." Disse Chiara, corrugando la fronte come se fosse ovvio.
"Significherebbe andare incontro ad un suicidio. Siamo sei contro una trentina di uomini e donne ben addestrati. Non abbiamo speranze in un attacco frontale." Intervenne Rose.
"Ashton e gli altri sarebbero con noi." Sottolineò Niall.
Zayn scosse la testa.
"Andiamo da loro. Non sanno nemmeno che Michael..." e lasciò la frase in sospeso, incapace di dire quelle parole.
"Vorresti andarci tu?" Domandò Liam, guardandolo apprensivo.
Zayn annuì, passandosi una mano sul viso.
"Ci andrei con Kat, ma chiaramente non posso."
Chiara accennò un sorriso. Non lo odiava più per ciò che aveva fatto a Katherine, e capiva che era un momento troppo difficile per stare a vedere tutti gli errori del passato.
"Ti accompagno."

Luke fissò gli impresari delle pompe funebri adagiare il corpo di Michael nella bara come se fosse ancora vivo, con delicatezza e attenzione.
Calum fissò l'abbigliamento del proprio amico, quello che avrebbe indossato per l'eternità. Aveva scelto lui cosa fargli mettere: una maglietta nera, dei Nirvana, e dei blue jeans strappati che gli piacevano tanto, abbinati alle Converse giallo canarino che richiamavano il logo della band.
Per completare aveva scelto una bella giacca di pelle, forse la più bella che possedeva e gli aveva messo tra le dita un plettro con il logo dei Green Day.
Ashton fissò la fiamma ossidrica nelle mani dell'impresario, mentre chiudeva la bara con un altro strumento di cui non sapeva il nome.
Una vita sempre circondato da amici e da ragazze, una morte con a malapena tre persone a guardarlo.

Il campanello era suonato alle tre di notte. Nessuno stava dormendo, avevano appena finito di divertirsi con delle ragazze straniere.
Calum andò ad aprire e si vide davanti una scena inaspettata e agghiacciante.
Ian, il capo, il più temuto, era sulla soglia, e li guardava in modo dispiaciuto.
Dietro di lui, Harry cercava di convincere Katherine a lasciar andare Michael.
"Dobbiamo lasciarlo alla sua famiglia, Kat!" Stava esclamando.
Katherine singhiozzava e scuoteva la testa.
"No, no, no, no! Lascialo, lascialo!" Gridava la ragazza, stringendo il corpo pallido del ragazzo a sé.
Calum aveva sbattuto le palpebre per lo shock, poi aveva sentito il mondo crollargli addosso.
Aveva gridato con ancora più fiato di Katherine, chiamando l'amico e sorpassando Ian.
Ashton e Luke avevano sentito l'urlo di Calum e si erano precipitati al piano di sotto.
"Michael." Aveva mormorato Ashton, e subito aveva raggiunto Calum, con il volto spaventato.
Luke era impietrito, e fissava le schiene dei suoi amici.
Katherine si era rifiutata di lasciar andare il corpo, e Ian e Harry erano stati costretti a separarla con la forza.
La ragazza aveva preso Calum dalle spalle, guardandolo negli occhi.
"Tornate all'hotel, recuperate il corpo di Nick, per favore...Seppellitelo insieme a Michael."
Calum aveva solo annuito, poi Harry aveva preso Katherine in braccio, senza sforzo e l'aveva riportata in macchina.
Il campanello suonò, risvegliando i ragazzi dai loro pensieri.
Fu proprio Luke ad aprire.

Rose rivoltò la frittata nella padella, mentre non riusciva a non pensare a Harry. Il comportamento di Ian era stato molto strano e non riusciva davvero ad immaginare il motivo per il quale avesse salvato Katherine e non lei. Dopo tutta quella sceneggiata per averla? Dopo quelle telefonate inquietanti mentre era a Dubai e quelle minacce gratuite? Dopo il culo che si era fatta per essere allo stesso livello di Jennifer e di Thomas?
Aveva lottato costantemente in quella villa, e da un certo punto di vista era stata contenta di essersi fortificata così tanto.
Ma non capiva ancora perché Katherine. Cos'aveva in mente Ian?
Louis entrò in cucina, interrompendo i suoi pensieri.
"Stai per bruciarla." Disse, indicando la frittata e togliendole di mano la spatolina per impiattarla.
Rose arrossì.
"Stavo pensando."
Louis fece un sorrisino, sghembo ma dolce nello stesso tempo. Si era lasciato crescere la barba, che evidenziava gli zigomi sporgenti e le labbra sottili.
"Immaginavo." Rispose, e le fece capire con gli occhi che non era nulla di grave.
Rose sospirò e si portò i capelli neri indietro con le dita.
"Stai tranquilla." Disse Louis. "Harry e Katherine stanno bene. Ian sa come difenderli e proteggerli. Sono sicuro che ci sia qualcosa sotto, mi ci giocherei le palle. Ma non è nulla che metterebbe a rischio la loro vita. Niente missioni suicide in banche o in gioiellerie e niente gare di velocità clandestine."
Rose sentì la tenaglia al cuore allentarsi appena.
"Mi dispiace per com'è finita tra noi." Disse Rose.
Louis accennò un altro sorriso mentre sbatteva le uova in una ciotolina.
"L'errore è stato mio sin dall'inizio. Ho un po' forzato la mano, ti ho detto ciò che volevi sentirti dire e ho approfittato della tua debolezza per farti invaghire di me."
Rose gli tolse di mano la forchetta con i cui rebbi stava sbattendo le uova e lo costrinse a guardarla negli occhi.
"Smettila di dipingerti come un criminale. Non lo sei più. La verità è che ti sei illuso e mi sono illusa. Con te ci sto davvero bene, non posso negarlo. E sono sicura di non essere l'unica. Tra noi c'è qualcosa, un'attrazione, un'intesa, e ci siamo illusi che fosse amore. Tu non volevi usarmi e tanto meno approfittartene. È solo che ora ti vuoi prendere tutta la colpa perché vuoi che io sia felice con Harry. Ma non ti permetto di vivere con il senso di colpa di aver tradito il tuo amico. Avevo lasciato il tuo amico, era finita, non l'ho e non l'hai tradito. Non ce l'ha lui con te, perché dovresti avercela tu con te stesso?"
Louis la stava ascoltando con gli occhi blu sgranati e le labbra leggermente schiuse. Avrebbe voluto baciarla per quanto era bella e per quanto gli stava facendo battere il cuore.
Ma si limitò ad un sorriso più ampio e sincero e ad un abbraccio caloroso, che fu immediatamente ricambiato.

Luke si fece da parte per far entrare Zayn, Chiara e Niall in casa.
"Luke, noi volevamo dir-..." Iniziò Zayn, ma Luke scosse la testa e gli fece segnò di seguirlo. Proseguì lungo il corridoio, fino ad una camera fredda e bianca, al cui centro c'erano le due bare.
Una era già chiusa, l'altra no. In quella aperta c'era il corpo di Nick, vestito con abiti diversi rispetto agli ultimi che Zayn gli aveva visto addosso. Sentì le ginocchia cedere alla vista di suo fratello, bianco e immobile, coperto da una sorta di velo bianco.
Accasciò le spalle e posò la fronte contro il bordo della bara, scoppiando in singhiozzi rumorosi e stringendosi una mano ad artiglio sul petto, come a volersi strappare il cuore.
Vederlo morire davanti ai propri occhi era stato meno doloroso, a causa del via vai che si era scatenato subito dopo.
Ora la situazione era più tranquilla e il dolore aveva tempo di insidiarsi e distruggere tutto.
Chiara si portò le mani alla bocca e iniziò a piangere anche lei, precipitandosi a scoprire il corpo di Nick e a riempirlo di carezze e lacrime. Voleva parlare, voleva salutarlo, ma le mancava l'aria e le uscì solamente un sibilo roco, impercettibile a chiunque nella stanza.
"Ciao Nick."
Niall le si avvicinò e avvolse un braccio attorno alle sue spalle, mentre piangeva anche lui, non riuscendone a fare a meno. Michael era suo amico, aveva vissuto le ultime settimane con lui e andavano d'accordo. Nick aveva aiutato Chiara a ricordare, e non poteva non essergli grato, nonostante tutto. Ma soprattutto non riusciva a trattenere le lacrime perché vedeva la propria ragazza, la propria principessa, piangere e soffrire.
La allontanò gentilmente dalla bara quando Luke gli fece segno di lasciare Zayn da solo con suo fratello, prima che gli impresari chiudessero anche quella bara.

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