Capitolo 52

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Non sono sicura che sia la scelta giusta, ma mi allontano con Luca e non ho idea di dove mi stia portando. Restiamo in silenzio fin quando non mi dice un timido " grazie" ed io rispondo stando sempre in silenzio. Avrei mille domande da fargli. Ma decido di lasciarlo parlare e vedere cosa ha da dirmi. E' cosi strano stare con lui di nuovo in macchina, averlo ad un passo da me. Non riesco a guardarlo. Mi fa male solo il pensiero di incrociare ancora quegli occhi e capisco che ancora mi deve passare del tutto, altrimenti mi sarebbe indifferente.
Riconosco questo posto. E', era, il nostro posto speciale. La nostra panchina.

< Lo sai vero, che portarmi qui non mi farà cambiare idea su di te? <

E mentre lo dico mi si stringe il cuore nel leggere le nostre scritte su quella maledetta panchina. " Noi siamo la nostra speranza". Eravamo cosi ingenui a crederci davvero. A volte è proprio la speranza che ci trascina nell' abisso. Ci aggrappiamo ad essa sperando di uscirne vincitori per una volta senza sapere, che ci siamo solo illusi.

< Non ti ho portata qui per farti sciogliere, ma perché questo è il posto in cui sento davvero di essere cambiato.<

Vorrei davvero prenderlo a sberle ma ho promesso di ascoltarlo senza interromperlo.

< Luca, dimmi tutto quello che hai da dirmi, una volta per tutte, ti ascolterò senza fermarti, poi vedremo<

Sono davvero pronta ad ascoltarlo?

< Vedi Francy, dopo che io ti ho lasciata andare, non sono stato più lo stesso. Stavo con Elena contro voglia, uscivo con lei perché dovevo.. La baciavo ma tu eri sempre presente in tutto. Sono venuto sotto casa tua parecchie volte ma non ho mai avuto il coraggio di bussarti. Sono sempre stato uno senza palle come dicevi tu. E ne ho pagato le conseguenze. Sono stato con lei per un anno ed è stato peggio di stare in carcere in isolamento. Poi un bel giorno mi sono svegliato e mi sono detto che dovevo reagire. L'ho lasciata. L'ho completamente rimossa dalla mia mente. Un giorno venni da te per dirti che ero ancora innamorato di te, ma tua sorella mi disse che stavi con un altro e che eri felice..<

Ricordo quel giorno. Mia sorella era strana con me ma non mi ha mai detto nulla. Forse perché io vivevo nel letto, tra cioccolata, libri e film. Era qualche settimana dopo che seppi che papà era malato e da li avevo smesso di vivere. Non so cosa avrei fatto se l'avessi visto. Ma ora non posso domandarmi questo, devo affrontare il presente e non il passato.

Continua..

< Non volevo crederci, ma sapevo che eri troppo speciale per stare da sola. Cosi mi sono subito arreso senza andare oltre. Dopo qualche mese ho saputo che tuo padre non stava bene. Quanto avrei voluto starti vicino, abbracciarti, essere il tuo sfogo, ma purtroppo sono sempre stato un vigliacco. Ho preferito starmene in disparte e guardarti soffrire da lontano che avere il coraggio di esserci. Ti seguivo spesso quando andavi con lui a fare le chemioterapie, e ti vedevo sempre piangere mentre leggevi un libro. <

Non ce faccio. Tutto questo è troppo. Troppo. Troppo.

Non può parlarmi di Papà cosi, non può dirmi che lui c'è sempre stato. L'unica cosa di cui avevo bisogno era Lui, ma non c'era. Non c'è mai stato. Può dirmi tutto quello che vuole, ma ha preferito fare da comparsa e non essere protagonista. Non mi ha aiutata. Non è stato realmente con me. Non mi ha lasciata piangere per ore sulla sua spalle. Io ero sola. Ho affrontato tutto da sola. Ho avuto la mia famiglia e le mie amiche, certo, ma ero comunque sola. Ogni volta che tornavo dall'ospedale avrei voluto addormentarmi tra le sue braccia e invece mi sono dovuta accontentare del cuscino. Mi addormentavo solo con la speranza, quella fottuta speranza, che forse il giorno dopo lui si sarebbe fatto vivo, ma non è mai successo...

Ed ecco che scoppio. Le lacrime scendono a più non posso e lui non sa cosa fare. Le sue mani si spostano cercando le mie ma mi ritraggo. Non voglio che mi tocchi. Sono debole in questo momento e non posso concedergli il mio perdono cosi.

< Mi dispiace..< Sussurra..

Il silenzio si è impadronito di nuovo di noi e aspetta che mi sia calmata per continuare.

< Ero anche al funerale, lontano da tutti, solo Lara mi ha visto ma l'ho pregata di non dirti nulla. Dopo Elena non sono stato con nessuno. Ho vissuto nel ricordo che avevo di me e di te e credimi se ti dico che mi pento di tutto. Io ti amo ancora, non ho mai smesso. Solo non sapevo cosa fare e come dimostrarlo. Ma ora sono un uomo nuovo e farò di tutto per te, per noi. So benissimo che non hai fiducia in me, so benissimo che è difficile. Ma iniziamo tutto d'accapo. Francy ti prego, innamorati di nuovo di me.<

Non ho mai smesso, vorrei dirgli.

< Luca.. è troppo tardi..<

Non ci credo nemmeno io mentre lo dico, ma non ce la faccio , mi fa sentire indipendente da lui e ci ho messo troppo tempo per trovare la mia strada e non posso buttare tutto in aria.

< Non è tardi per costruire un noi, ti prego Francy, una sola possibilità. L'ultima.<

Ed ecco che le nostre labbra si incontrano dopo anni.

Paura, delusione, ansia, passione, freddezza, calore, odio, amore.

Non so più cosa sto provando. Riavere il suo sapore in bocca mi riporta indietro nel tempo. E' dolce e mi tiene il viso tra le sue mani mentre io gli tiro i capelli e gli faccio male. Ma sembra che non se ne importi. Il mio cuore non sa più come battere. Prima va velocissimo, poi rallenta. E' una corsa nel tempo. E' una lotta tra il dovere e il volere.

Nessuno dei due riesce a staccarsi dall'altro. Le nostre labbra sono incollate come se volessero riprendersi il tempo passato. E anche le nostre lacrime si incontrano, diventano piccole pozzanghere. Il suo profumo si mischia con il mio, le sue braccia tendono a proteggermi dal freddo.
Ma non è dal freddo che mi devo proteggere è da Lui. 


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