Capitolo 65

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Stranamente ho dormito come un ghiro. Mi preparo e vado a lavoro. Come aspettavo, Jack non è passato a prendermi. In parte lo capisco, ma dall'altra non concepisco il suo comportamento. Gli ho detto che sono innamorata di lui, gli ho detto che voglio stare con lui. Ma sembra non bastargli. Arrivata in azienda noto la sua auto parcheggiata e sinceramente non so nemmeno come salutarlo. I nostri sguardi si incontrano vicino all'ascensore. Mi cinge la vita e mi da un bacio sulla guancia.

< Buongiorno <

< Buongiorno a te < Lo guardo stranita.

< Che c'è? <

< Non so come comportarmi con te <

< Mi ami? <

< Si, ma devo stare accanto a Luca adesso<

Lo vedo deglutire e cambia espressione.

< Sto cercando di mantenere la calma e di lasciarti fare quello che senti, ma non escludermi. Ti è bastato rivederlo per dimenticare quello che è successo tra di noi <

< No, non è assolutamente vero. Te lo ripeto. Ti amo. Se rimango accanto a Luca è perché ha bisogno di me, ma non in quel senso. Per me ci sei solo tu ormai <

Arriva l'ascensore ed entriamo. Jack mi prende le mani e mi bacia. Con calma, come se non volesse lasciarmi andare. Arrivati al piano dove si terrà la riunione stacca le sue labbra dalle mie e andiamo dal capo.

Dopo due ore di riunione, dopo aver spiegato il lavoro svolto a Londra, chiedo il permesso di andarmene prima da lavoro. Jack si offre per accompagnarmi all'ospedale ed io accetto. Sono solo 24 ore che siamo tornati e non abbiamo avuto un momento per stare un po' da soli. Stamattina quando mi sono svegliata, speravo di averlo accanto a me, ma non c'era e ho capito, ancora una volta, che ormai mi sono innamorata di lui.

Sono di nuovo in ospedale da Luca, i medici hanno detto che ha passato la notte in modo tranquillo, ma ancora si deve svegliare. Per fortuna è fuori pericolo ma non si sa quali danni collaterali abbia potuto subire il suo cervello. Entro nella stanza e mi siedo accanto a lui mentre Jack rimane fuori per darci un po' di privacy.

< Buongiorno Luca < Parlo come se potesse sentirmi.

< Ho pregato tutto il tempo per te, sperando che servi a qualcosa. E' solo un giorno che stai cosi, ma a me sembra un'eternità... < Faccio una piccola pausa e poi continuo..

< Quando stiamo insieme non riesco mai ad esprimermi come vorrei, non riesco mai a dirti tutto quello che penso.. In questi anni che non ci sei stato, mi sei mancato. Ogni giorno che passava una parte di me sperava di vederti anche per caso, sperava in una tua chiamata, in un tuo messaggio. Ma non è mai successo. Quando ti ho visto al cimitero, non ho detto una parola. Ti ho solo abbracciato forte.. se avessi potuto, sarei rimasta per giorni interi tra le tue braccia, cosi avremmo potuto riavere indietro il tempo perso. Ma non è cosi che funziona.. Ho sempre pensato che se fossi tornato da me, io ti avrei detto subito di si. Credevo di essere ancora innamorata di te. Ma poi.. poi hai detto che non mi hai mai dimenticata, che mi amavi, ed io non ho provato nulla. Mi hai illusa, molte volte. Sono stata male a causa tua. Ho sempre creduto di non essere abbastanza. Ho sempre creduto che ero fatta in modo sbagliato. Ho sempre creduto che la colpa era mia. Anche tu non mi hai mai amata realmente. Amavi l'idea che avevi di me. Ti elettrizzava avere due ragazze che stravedevano per te. Abbiamo creduto di avere qualcosa che in realtà non c'è mai stato. A volte siamo noi stessi a volerci convincere di qualcosa che invece non esiste. Ero sicura al 100% che ti amavo.. ma ci siamo baciati ed io non ho provato amore.. Solo affetto. Mi sono aggrappata al tuo ricordo perché credevo fosse tutto reale. Ma mi sbagliavo. Il mio cuore odiava la mia mente.. La mia mente odiava il mio cuore.. Io li odiavo entrambi.. Ed ora che siamo entrambi cresciuti, ora che ti ho davanti, anche se non puoi sentirmi e rispondermi, posso dire che ti voglio bene, ci tengo a te, ma non è Amore, non lo è mai stato. <

Ritorno a respirare per un attimo. Ho detto in parte ciò che mi portavo dentro da troppo tempo e scoppio. Un pianto liberatorio che fa di me una nuova Francesca. Un pianto liberatorio che mi porta a girarmi verso Jack, che è ancora li, seduto ad aspettarmi. Lui è il mio amore.  


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