Capitolo 16

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La festa è appena finita, io e gli altri siamo tornati a casa, mi sono appena messa al letto dato che sono le tre e mezza di notte, sono stanchissima perché mi sono fatta ben trenta danze tutte di seguito, inoltre ho parlato con più di mille persone stasera. La mia mente e i miei piedi chiedono clemenza, e menomale che il matrimonio è domani pomeriggio, perché se esso fosse di mattina io non riuscirei neanche ad eseguire una frase oppure un ballo correttamente perché sono stanchissima.

Le palpebre mi si iniziarono a chiudere pian piano, mi mancava poco per addormentarmi e cadere finalmente tra le braccia di Morfeo, ma proprio in quell'instante sentì lo scricchiolio della porta che si apriva e aprì gli occhi di scatto, accesi l'abat-jour di cristallo e mi sedetti sul letto.

Il mio sguardo andò subito in direzione della porta e lì vidi papà. Sicuramente è qui per parlare. E bene, parlerò, se vuole sapere tutto gli racconterò tutto.
Almeno non mi ricorderà ogni volta la stessa cosa e non dovrò più sorbirmi le sue suppliche e prediche.

Christian : credo sia giunta l'ora.....

Chiuse la porta e si avvicinò al letto, si sedette sulla parte sinistra  e si mise sotto le coperte.  Posò il suo sguardo su di me e poi mi prese la mano e la strinse con vigore.

Bene Kate, è arrivato il momento.

Diana / Catherine: Mr Dawson, ha provato a portarmi a letto con squallide battute e ha anche provato a toccarmi. Dopo che Andrea lo ha cacciato mi sono messa a piangere come una bambina, inoltre ho pregato la tua segretaria di non chiamarti, ma lei lo ha fatto. Pensavo che tu saresti venuto subito a vedere cos'era successo, ma invece hai preferito consolare tua moglie che aveva perso solo dei trovatelli che venire a vedere cos'era successo al sangue del tuo sangue e me ne sono andata per questo motivo.

Sospirai e poi aggiunsi

Diana / Catherine: so che ho sbagliato e che ho agito d'istinto ad andarmene così senza dire nulla, ma non è colpa mia, quella volta invece del buon senso hanno prevaricato su di me gli insegnamenti bruti di Emily.

Mi voltai verso di lui e notai che ci era rimasto male. Perdonami papà, ma non è colpa mia, io non volevo cambiare, ma mi hanno costretta, sono entrata a quattordici anni in quella scuola,ero un'adolescente, ero nella fase in cui potevo essere manipolata, nonostante io ho cercato in tutti i modi di rimanere me stessa, ci sono riuscita solo in parte, lei alla fine è riuscita a farmi vedere l'uomo come un mostro e un nemico, io non volevo che lei mi entrasse in testa, ma alla fine quella grandissima troia è riuscita a cambiarmi, adesso sto lavorando a tornare come prima, mi sto impegnando tanto e ti prometto che ci riuscirò.

Christian : perché invece di andartene non sei venuta da me per parlare ?

Chiese con tono duro e rabbioso.
Bene, un cambiamento d'umore, sapevo che non sarebbe cambiato, dovevo prevedere che non ci sarebbero stati cambiamenti da parte sua.

Diana / Catherine: sono venuta all'Escala ma non c'eri

Posai il mio sguardo su di lui e vidi che i suoi lineamenti facciali iniziarono ad ammorbidirsi. Si mise le mani sugli occhi con fare drammatico e poi mi disse

Christian : non farlo mai più Diana, ho sofferto come un cane

I suoi occhi erano incastonati nei miei, grigio contro grigio. Essi erano velati di lacrime ma non piangeva, aveva un mezzo sorriso sulle labbra e mi guardava divertito.

50 sfumature di Diana Grey// Parte secondaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora