William and the Royals: Addio Amori Miei ❤️

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Una serie di strette di mani, di inchini e di lunghi discorsi da parte dell'arcivescovo di Canterbury, della regina Elisabetta, di Daniel e del re emerito di Svezia Carlo Guatavo hanno caratterizzato ampiamente il Te Deum di ringraziamento per la nascita dei gemelli e di Charlotte. La messa è stata detta in inglese perché volevamo che tutti capissero ciò che veniva detto e la piccola chiesetta privata è stata addobbata con rose e lilium bianchi. Al Te Deum di ringraziamento, io e Will, abbiamo deciso di invitare solamente i parenti più stretti e più vicini a noi. Infondo questa non è una festa importante come un battesimo o come un matrimonio, diciamo che è più una specie di tradizione che la famiglia reale svedese ama rispettare, quindi a parer nostro, non era adatto invitare tutte le famiglie reali a cui siamo lontanamente legati da legami di sangue. Questa scelta che io e Will abbiamo preso, penso che sia piaciuta molto a mio padre perché infondo, è risaputo che non ama molto le famiglie reali, ma soprattutto a mia madre perché non si sente a disagio. Per quanto riguarda Daniel e mia madre Lucrezia, penso che avrebbero preferito che invitassi anche i reali, ma nonostante ciò, non hanno contestato nulla della festa, e per questo gliene sono davvero molto grata.

<<Kate.>> La voce autoritaria, e al tempo stesso, dolce di mio padre mi risvegliano dal mio stato di trance e mi fanno rinsavire.

<<Dimmi.>>

<<Allora, cosa mi dovevi dire?>> Bene, Kate. Ora è il tuo momento. Raccontagli tutto quello che Daniel ha fatto per te quando tu ne avevi bisogno.

<<Ti ho mentito, papà. Anzi, ti abbiamo mentito.>> Il mio cuore batte all'impazzata per l'ansia e per la paura, mentre lui si acciglia non capendo cosa gli voglio dire. Prendo un bel respiro d'incoraggiamento e continuo.

<<Era il 23 febbraio e tutti noi eravamo in procinto di festeggiare il primo compleanno di Estelle. Io, Daniel e mia madre Lucrezia eravamo alla festa quando venimmo a sapere ciò che Hyde stava combinando.>> Lui apre la bocca per dire qualcosa ma alzo la mano fermandolo. Non voglio che parli perché tutto ciò che in questo momento potrebbe uscire dalla sua bocca potrebbe bloccarmi. Prendo un'altra lunga boccata d'aria e riprendo la storia.

<<Una guardia ci avvisò che Hyde, insieme ad un'altro uomo, che poi si scoprì che era Lincoln, avevano appiccato un'incendio al palazzo di Solliden, la nostra casa delle vacanze, ma non solo, scoprimmo anche che gli uomini che ci avevano puntato un coltello alla gola erano loro.>> Prendo un'altro lungo respiro cercando di controllare, e di conseguenza, di sopprimere la rabbia che mi sta annebbiando la vista.

<<A chi avevano puntato un coltello alla gola?>> La sua voce è cambiata. È dura. Fredda. Incazzata. I suoi occhi sono chiusi in due piccole fessure e le sue mani si stanno chiudendo a pugno. Il cuore mi balza in gola. Kate, dai su, non avrai mica paura di tuo padre?

<<A me, a mia madre e ad Estelle.>> Lui sbatte d'impulso una mano sul tavolino di cristallo, facendomi trasalire. Cazzo! È realmente arrabbiato! Forse questo piccolo particolare glielo avrei dovuto raccontare prima...

<<Perché non me lo hai detto?>> Perché? Ma che cazzo di domanda insensata è questa? Mi sta chiedendo sul serio il perché? Non è intuibile, forse? Molto probabilmente perché tu non mi calcolavi?

<<Ti ricordo che all'epoca io e te non avevamo un rapporto.>> Lui rimane a bocca aperta. A quanto pare il mio tono di voce tagliente lo ha sconvolto. Forse non se lo aspettava. Già, forse sono stata un po' troppo cruda, ma non mi interessa, perché almeno, attraverso il suo apparente shook, mi sono un po' di silenzio.

<<Io e Daniel eravamo stanchi di loro, così io e lui ordimmo un piano che avrebbe giovato a tutti, anche a te.>> Prendo un'altra boccata d'aria e riprendo il racconto.

50 sfumature di Diana Grey// Parte secondaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora