Capitolo 64

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POV DI CHRISTIAN

Le lancio uno sguardo di fuoco. Sbaglio o questo è un ricatto bello e buono? Lei non può assolutamente permettersi di chiedermi, o meglio, di costringermi a far pace con mia madre! Lei non sa ciò che io ho passato a causa sua. Lei lo ignora completamente e non può neanche immaginarsi ciò che quella donna, con la sua indifferenza, e il suo magniaccia, con le sue botte e con le sue cicche, mi hanno fatto passare. Ho avuto un'infanzia di merda a causa sua, perché è sempre stata una madre  negligente e superficiale. Per ben ventiquattro anni, sono stato preda di terribili incubi che mi ricordavano la mia fottuta infanzia da schifo, e adesso lei non può tornare come se niente fosse, e pretendere che io la perdoni. Lei non merita un simile trattamento! Lei merita di soffrire come io ho sofferto a causa sua.

Christian: non posso perdonarla.
Dico tutto d'un fiato mentre vedo il suo sguardo celarsi all'improvviso di rabbia e di sofferenza. Ma che diamine le prende? Ultimamente i suoi comportamenti sono strani: iniziando dal suo singolare modo di cercare un bagno. Ridacchio al pensiero.

Diana/ Catherine: non puoi o non vuoi?
Mi chiede con voce fredda e incazzata. "Tosta la ragazza!" Mi acciglio. Questa sì che è una domanda diligente, Miss Grey! Sinceramente non lo so. Ho desideri, ma soprattutto pensieri, molto contrastanti riguardo all'argomento "Ella". Ci sono due parti nettamente in contrasto dentro di me che desiderano cose completamente diverse: una vuole solamente dimenticare tutta questa merda, perdonarla, riabbracciarla e integrarla nella mia vita in modo genuino e delicato in modo da non ferire Carrick e Grace. Poi però, c'è anche l'altra parte di me, che la odia e che gliela vuole far pagare a tutti i costi, non solo perché mi ha fatto del male, ma anche perché il mio orgoglio me lo impedisce.

Christian: non posso...e non voglio.
La mia voce risuona più dura del previsto.

Diana/Catherine: quindi suppongo che questa sia una questione di puro orgoglio? Non è così?
Dice con voce vellutata e dolce, troppo dolce per i miei gusti, ma anche troppo dolce per le sue abitudini, mentre mi fissa con uno sguardo distante e freddo. Il mio umore cala di colpo a picco, di nuovo. Ma che cosa pretende? Che dia una festa per aver ritrovato quella stronza che io osavo persino chiamare mamma? No. Questo mai! Non ci potrei mai riuscire. È più forte di me!

William: Kate! Kate! Dove sei?
La voce dell'amico, o meglio, del fidanzato di mia figlia e padre dei miei tre nipoti rimbomba fortemente tra i vari corridoi adiacenti alla sala in cui si stanno tenendo i festeggiamenti per la Benedizione del matrimonio di Mary e del figlio del mio strizzacervelli, che a parer mio sono troppo rumorosi. Chissà come farà quella poverina di mia nipote Charlotte a dormire tranquillamente con tutto questo chiasso. Forse era meglio che Victoria la lasciava a casa con la babysitter di Estelle. Almeno quella povera e dolce bambina avrebbe potuto fare il suo sonnellino senza nessuno che la disturbasse ogni cinque secondi.

Diana/Catherine: sono nel salotto dedicato a "Sofia av Swerige".
Urla di rimando mia figlia per sovrastare il rimbombo della musica moderna che ha riempito ormai la calma quiete che regnava nelle enormi sale del palazzo reale. "Grazie a Dio." Anzi. "Grazie a William." Sorrido vittoriosamente. Se non fosse stato per lui molto probabilmente non mi sarei riuscito a togliere di torno né mia figlia né il suo sfinente fottuto terzo grado. Anche se conoscendola bene, non credo che lascerà cadere questo discorso, che a parer suo: è di massima urgenza e di vitale importanza. Ma almeno per oggi sarò più o meno al riparo dalle sue domande troppo invadenti.

William: Charlotte sta piangendo inconsolabilmente da quando te ne sei andata. Invece George e Leonore sono completamente scatenati e io non riesco a star dietro a tutti e tre. Potresti...
La domanda implicita di William mi fa un po' sbuffare un po' ridere. Nonostante tra un po' di tempo diventeremo parenti non ha ancora imparato a non essere imbarazzato quando è in mia presenza. Forse lo intimorisco. Oppure ha solamente paura di un mio giudizio negativo, o meglio ancora teme che gli impedisca di sposarsi con mia figlia. Mmh...Infondo non sarebbe una brutta idea! Avrei per tutta la vita le attenzioni premurose di mia figlia, e non mi dispiacerebbe...ma purtroppo mi rendo conto che mia figlia deve crescere e fare delle determinate esperienze. E il matrimonio e la maternità sono due di quelle.

50 sfumature di Diana Grey// Parte secondaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora