Capitolo 54

205 14 2
                                    

POV DI ANASTASIA

La stanza in cui la governante di questa casa, che da ciò che mi ha raccontato la piccola e simpatica Estelle, si chiama Claire Johnsson, è molto piccola, intima e rustica. Tutte le pareti di questa piccola stanzetta sono ricoperte da una carta da parati che ha lo sfondo color bianco candido, su cui poi, ci sono stampati piccoli e fini ramoscelli con delle foglioline che sfumano dal bianco sporco al beige chiaro. Infondo alla stanza, ci sono due piccole librerie in mogano scuro, con vari ripiani, su cui sono riposti vari libri in ordine alfabetico, tra i tanti, riesco a riconoscere Tess dei d'Urbervilles, Grandi Speranze e Oliver Twist; mentre gli altri, credo che siano grandi classici sia della letteratura italiana e sia della letteratura svedese. Invece, sul caminetto ci sono tre foto: quella in mezzo, che è anche la più grande, ritrae la mia piccola Victoria, seduta su una sedia in stile ottocento, con i bordi placcati in oro, e rivestita da un un tessuto celeste chiaro. Lei indossa un vestito bordeaux con scollo a cuore lungo di seta, molto ampio, drappeggiato sul seno, e con un nastro di un tono di bordeaux più scuro del vestito, abbastanza alto che le accentua il suo esile punto vita, inoltre, verso la fine, la gonna è decorata con piccoli fiorellini di seta bordeaux con in mezzo un piccolo cristallo Swarosky sempre del medesimo colore del vestito. Victoria ha i capelli acconciati e fermati dalla corona di diamanti e di rubini. Il suo trucco è molto leggero; quasi non si nota. Inoltre, indossa, l'Ordine dei Serafini, il Royal family Order e una spilla a forma di fiocco in diamanti con il nodo di rubino che ferma il nastro azzurro; sui suoi lobi, invece spiccano gli orecchini di diamanti e rubini che le arrivano quasi alla fine del collo, e una collana sempre in diamanti e in rubini che le copre il piccolo solco dei seni che si intravede dallo scollo a cuore del vestito. Tra le sue mani, intravedo una piccola e graziosa clutch di satin bordeaux decorata con tanti cristalli Swarosky del medesimo colore del vestito. E i suoi polsi, sono imbanditi da due bracciali di diamanti e di rubini, e sul anulare della mano sinistra sfoggia l'anello di fidanzante fatto internante di diamanti che William le regalò molti anni fa; più precisamente quando entrambi avevano sui diciotto-diciannove anni. Inoltre, il suo sguardo è fisso verso l'obbiettivo del fotografo. Lei lo osserva con uno sguardo misto tra: fierezza del suo status di principessa, e al tempo stesso, da sofferenza. Il suo portamento è elegante come quello del padre; schiena perfettamente dritta, movimenti aggraziati e piccoli sorrisi che purtroppo non vengono dal cuore, ma dal dovere di farli. I suoi occhi grigi, che io ho amato sin dalla prima volta che li ho visti, sono competente vuoti. Sembrava che nel momento in cui le avessero scattato la foto fosse triste, sofferente e soprattutto costretta a fare qualcosa che non voleva visto il piccolo broncio che si intravede sul suo bel visetto. Vederla così triste, mi fa male. Non è bello, e neanche giusto che una ragazza della sua età soffra così tanto. E sapere, che gran parte del suo dolore sono stato io a provocarglielo, perché a tempo debito, sono stata un'egoista senza cuore, mi uccide ancora di più. Se forse avessi aiutato mio marito a superare le sue paure, invece di ostacolare il suo cammino insieme a nostra figlia, di certo adesso non ci ritroveremo a questo punto. Sono stata una vera stronza e anche una stupida. Ho allontanato mio marito da mia figlia solamente perché a suo tempo la credevo figlia di una relazione adulterina di solo sesso. E invece, Diana è mia figlia. È nostra figlia. E io da brava mamma qual sono l'ho allontanata per sempre da suo padre. Che schifo ! Mi dovrei solo vergognare per ciò che ho fatto ! L'ho fatta soffrire in una maniera impressionante solamente perché ero, e sono gelosa di mio marito. Dio mio ! Che madre di merda che sono stata. Per ciò che le ho fatto non sono neanche degna di sentirmi chiamare "mamma"; eppure sono troppo egoista per rinunciarci. Io la voglio. Io rivoglio mia figlia indietro. Io non posso e non riuscirei a rinunciarci per la seconda volta perché la gelosia che provo verso mia figlia, e il mio egoismo, che mi ha impedito di aspettare che le acque si calmassero solamente per non dare un motivo a mia figlia di odiarmi, sono troppo forti per essere contrastate. Io sono dannatamente gelosa di Lucrezia, perché lei, a differenza mia e a differenza di Christian, l'ha potuta crescere, l'ha potuta amare alla luce del giorno, l'ha potuta abbracciare, le è potuta rimanere accanto nei momenti difficili, l'ha consolata e le ha insegnato tutto ciò che c'era da sapere sul mondo e sulle persone. Lei si è potuta godere tutti i progressi di Victoria. Lei ha imparato a conoscerla meglio di chiunque altro. Lei sa tutto di mia figlia e io no. E sinceramente questa situazione mi fa arrabbiare e ingelosire allo stesso tempo. Lei è mia figlia; e io preferirei che lei abbia me come punto di riferimento, invece che Lucrezia, ma purtroppo non posso pretenderlo. Non posso costringerla a tagliare i ponti con la donna che l'ha cresciuta. Non sarebbe giusto farle fare una cosa del genere da parte mia; anche se, conoscendola sicuramente non mi darebbe ascolto perché lei la adora. Lei le vuole un bene dell'anima e io questo lo devo rispettare; anche se personalmente, non lo approvo. Io sinceramente non approverò mai che lei la riveda ancora perché quella donna è stata davvero cattiva con Victoria, ma di certo, se mia figlia vorrà continuare a starle accanto, non mi opporrò. Io so che per Diana è importante avere una famiglia solida alle spalle che la supporti; quindi cercherò di essere il più collaborativa possibile, sia nei confronti di mia figlia, sia nei confronti di Lucrezia, anche se ciò mi costerà molto. Ma non mi importa. Infondo, qui tutti noi vogliamo che lei sia felice. Questo è il nostro scopo principale e di certo, io mi alleerò persino con il mio nemico se ciò potesse rendere felice la persona che amo di più a questo mondo. Io farei di tutto per la mia piccola creatura; venderei persino l'anima al Demonio se questo potesse darmi la conferma che lei vivrebbe una vita agiata, felice e in salute. Ma purtroppo nella vita non si possono avere queste certezze. La vita è imprevedibile. Tu non sai cosa succederà o cosa ti può aspettare lungo il cammino; e io e Christian ne siamo un bel esempio. Abbiamo vinto mille battaglie e perse centomila; ma questo, non ci ha buttati giù; anzi, noi ci siamo sempre rialzati dal fosso in cui eravamo caduti, e continueremo a farlo. Ovviamente, quest'ultimo è il più buio e sofferente, ma questo non ci fermerà. No ! Noi ci riprenderemo l'azienda, la nostra vita, torneremo nella città in cui tutto è iniziato, io e la mia famiglia aiuteremo Christian a tornare l'uomo che era, e soprattutto lo aiuteremo a riavvicinarsi e a perdonare sua madre, daremo a Victoria e ai miei nipoti la famiglia che meritano, faremo sposare Diana, la toglieremo dalle grinfie di Daniel, di Hyde, di Lincoln, di Mr Dawson e di Giselle Bernadotte. Salvandola così, da una esistenza di sola sofferenza. Basta soffrire ! Basta ! Di sofferenza ultimamente ne abbiamo già assaggiata abbastanza. Adesso, invece è il momento di rinascere. E per rinascere si deve cambiare. E cambieremo iniziando con il conoscere la mamma di Christian ascoltando la sua storia.

50 sfumature di Diana Grey// Parte secondaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora