Capitolo 48

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Ciao a tutti e a tutte ❤️
Come state ? Spero bene.
Oggi ho deciso di scrivere lo spazio autrice perché voglio dedicare questo capitolo alle persone che sono state colpite dal terremoto che ha distrutto Amatrice, Pescara Del Tronto, Accumuli, Arquata e Rieti. Queste povere persone stanno passando un momento molto difficile perché hanno perso figli, nipoti, parenti, amici e le loro case. Sono molto dispiaciuta per loro. Hanno perso tutto in pochi secondi, più precisamente in venti secondi. Questa situazione è veramente critica. I nostri concittadini hanno visto crollare le proprie case costruite con tanti sacrifici e hanno anche visto morire i propri familiari. Loro adesso non hanno più niente. Sono distrutti e addolorati. È una situazione davvero disastrosa; e quindi vi prego di fare una cosa prima di leggere il nuovo capitolo: se qualcuno vuole cerchi di fare un minuto di silenzio prima o dopo di aver letto il capitolo per solidarietà verso tutti quei morti che il terremoto si è portato con sé. Un grazie a chi lo fa. ❤️❤️
#PrayForItaly. ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️

POV DI DIANA

Diana/ Catherine: abbassa la pistola Adam.
Dissi con voce piuttosto calma mentre strinsi le manine dei bambini che guardavano impauriti la scena. Poveri piccoli. Che male hanno fatto per essere costretti a guardare tutto questo scempio ? Assolutamente nessuno. Loro sono delle piccole creature innocenti. Loro non hanno commesso nessun peccato. Eppure i codardi come Hyde, Lincoln e Daniel se la prendono proprio con queste creature più deboli. Loro non hanno la possibilità di difendersi. E sono anche il punto debole dei propri genitori. Loro sono il mio punto debole; e io ho paura che questi stronzi puntino la pistola contro i bambini. Ma ho anche paura che puntino la pistola contro William, o contro Estelle oppure contro ai miei genitori. E questa paura mi attanaglia le viscere.

Daniel: uscite dall'ascensore. Muovetevi.
Ci urlò contro mentre papà si infuriò ancora di più per poi cercare di fiondarsi furiosamente verso Daniel. Il tutto successe in un momento. Lui fu più veloce di me. Io non lo riuscì a fermare. Lui fu così tanto veloce che io non riuscì neanche a riprenderlo per il braccio. Papà, si fiondò con rabbia verso Daniel. Gli diede un pugno in pieno viso che lo stese a terra. Poi gli diede un calcio nelle palle e gli gridò:

Christian: questo è per mia figlia Diana, bastardo !
Gli urlò con voce rabbiosa mentre continuava a sferrargli calci in qualsiasi parte del corpo. Capisco che lui sia un'idealista. Capisco che secondo il suo punto di vista le donne non si violentano. Capisco anche che sia dannatamente arrabbiato a causa del piano diabolico che stavano mettendo in atto. Ma se continuerà a picchiarlo in questo modo lo ucciderà. E io non posso permettere che ciò accada. Non posso permettere che papà vada in carcere.

Diana/ Catherine: papà smettila così lo ucciderai !
Gli urlai cercando di farmi sentire. Ma lui nonostante ciò, continuò a picchiarlo; e contemporaneamente mentre io uscì dall'ascensore e mi avvicinai correndo velocemente a papà e a Daniel. Cercai di allontanare papà da Daniel; ma non ci riuscì. Ci provai per la seconda volta. Ma niente. Tutti gli sforzi che facevo erano inutili.

Daniel: staccatemelo ingrati !
Urlò all'improvviso il mio patrigno mentre quel bastardo di Lincoln caricò la pistola e la puntò verso mio padre. Il suo dito arrivò velocemente al grilletto. Io ero nel panico. Non sapevo cosa dovevo fare per prima; se proteggere papà con il mio corpo per non fargli arrivare il proiettile, oppure se staccarlo da Daniel per poi scappare velocemente. Ma purtroppo non avevamo tempo. Lincoln aveva premuto il grilletto e io non avevo altra scelta. Dovevo assolutamente cercare di proteggere mio padre. Così mi piazzai davanti a lui per proteggerlo, e lo abbracciai. Io non posso permettere che qualcun altro gli faccia del male. Lui ha già patito troppo. E non merita che questi stronzi gli facciano ancora del male. Poi lui quando c'è stato bisogno mi ha sempre protetta e aiutata. Ormai è ora di ricambiare il favore. E appena due secondi dopo che Lincoln premette quel dannato grilletto, mi sentì perforare e al tempo stesso bruciare il petto. Sembrava che mi avessero dato fuoco. La ferita mi bruciava tanto. Non riuscivo neanche a sentire e a respirare. Persino osservare lo sguardo pieno di lacrime e di dolore di William, della mamma, di papà e di Estelle divenne difficile. Le voci le sentivo ovattate. Non riuscivo neanche a capire cosa si stessero dicendo. Non riuscivo più neanche a vederli nitidamente. Ormai la vista si era appannata di molto. E l'udito era scomparso. La stanchezza e la svogliatezza nel combattere per riprendere la vista e l'udito svanirono. Ero troppo debole per combattere contro tutto questo dolore fisico e contro questo mal di testa atroce che all'improvviso si presentò. Era un dolore lancinante. Mi girava la testa. Avevo la nausea. La bambina la sentivo. Era irrequieta. Scalciava molto forte. Lei aveva la forza per combattere. Lei riusciva a combattere sia l'atroce mal di testa che l'incessante perdita di sangue. Ma io no. Io non riesco a combattere. Non riesco neanche più a stare sveglia. Il buio pian piano mi trascinò con sé in un sonno tormentato da angoscia, paura e un gran sollievo per l'incolumità di papà. Ma prima che io chiuda definitivamente gli occhi; lo vidi. Vidi lo sguardo sconvolto e pieno di lacrime di papà. E poi niente.

50 sfumature di Diana Grey// Parte secondaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora