Capitolo 44

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POV DI LUCREZIA

Io e William stiamo correndo come due pazzi per arrivare in tempo dato che dobbiamo salvare mia nipote. William corre più veloce di me. Io invece corro più lentamente a causa della paura che provo. Essa è molto forte. Essa mi attanagli le viscere e il cuore. Essa mi sta uccidendo dentro. Essa mi fa accapponare la pelle. Essa mi fa tremare. Essa non mi fa reggere in piedi. Essa mi sta rendendo le gambe completamente di gelatina perché ho paura che i dottori la costringano ad interrompere la gravidanza con le maniere forti. E non voglio che lo facciano perché so con certezza che Kate ne soffrirebbe e rimarrebbe scioccata da tutta quella brutalità che useranno nel toglierle la bambina dal ventre, e sinceramente non voglio che mia figlia soffra per la millesima volta. Adesso credo che sia arrivata l'ora di dire basta alla sofferenza ed è proprio per questo motivo che mi opporrò con tutte le mie forze ad un ipotetico aborto terapeutico perché mia figlia non ne ha bisogno ! E di conseguenza, per non farle interrompere la gravidanza devo assolutamente portarla fuori da questo ospedale, e ovviamente lo farò. Io la salverò. Io salverò la mia piccola bambina anche se sarà l'ultima cosa che faccio. Questo è poco ma sicuro. Io non lascerò mai morire mia figlia. Lei è troppo importante per me perché Kate, oltre ad essere la persona e la cosa più importante che possiedo, è anche il ricordo più vivo di Christian. Infatti ogni volta che la guardo rivedo il mio ex dominatore di cui, anni fa mi invaghì come un'idiota, ma fortunatamente dopo tanti anni passati lontano da lui e lontano da Seattle e dalla sua cerchia di amici e parenti sono riuscita a dimenticarlo. Fortunatamente sono riuscita a dimenticarlo perché se non fosse stato così non saprei davvero cosa avrei combinato dato che all'epoca lo amavo tantissimo e avrei fatto di tutto per stare insieme a lui, ma sfortunatamente lui già aveva cambiato pagina....e quindi lasciai stare e cercai di crescere come meglio potevo la mia bambina che in quel periodo aveva solo sei mesi e mezzo, e ci riuscì. Ci riuscì molto bene, perché infondo è solo grazie a me se mia figlia è intelligente, studiosa, furba, coraggiosa, amorevole, sincera, idealista, un po' iperprotettiva nei confronti della sorellina e anche un po' viziata, ma nonostante ciò io la amo e non permetterò mai a nessuno di farle del male. E proprio per questo che dobbiamo arrivare il più veloce possibile nel reparto maternità di questo dannato ospedale! Speriamo solo di arrivare in tempo.

POV DI DIANA

Diana/ Catherine: papà......io non posso e non voglio uccidere mia figlia.
Dissi con voce bassa mentre alcune lacrime iniziarono a scendermi dalle guance a causa della sofferenza che in questo momento sto provando. Sinceramente non riesco a pensare che mia figlia crescerà senza di me, senza la donna che sta facendo di tutto per farla venire al mondo. Io non la vedrò crescere dato che, sarò già fortunata e miracolata se riuscirò a stringerla a me, a prenderla in braccio e a vederla almeno una volta dopo il fatidico parto. E ciò mi fa stare male perché io sto facendo di tutto per lei e non riesco a pensare che non potrò crescerla dopo tutte le battaglie che sto combattendo per cercare di farla nascere. È straziante sapere che io non sarò la donna che crescerà mia figlia. E sinceramente certe volte preferirei che lei muoia con me perché mi fa troppo male non poterla crescere, ma infondo lei ha il diritto di crescere e io non sono nessuno per toglierle questo diritto. Però, prima di lasciarla allo sbando qui sulla Terra devo assolutamente cercare di risolvere la situazione " chi crescerà mia figlia".

Diana/ Catherine: papà......se io non ce la farò.....tu e mamma sareste disposti ad aiutare William a crescere George e tua nipote ?
Dissi con un filo di voce mentre lo osservai molto attentamente per cercare di intravedere una qualsiasi emozione oppure reazione, ma purtroppo i suoi occhi erano diventati freddi come il ghiaccio e impenetrabili come le peggiori celle di isolamento in cui si rinchiudono i detenuti più pericolosi. Inoltre le nocche delle sue mani erano diventate bianche a causa della rabbia repressa che cercava di sfogare su se stesso, e la vena del collo gli si stava iniziando a gonfiare. È questo è un chiaro segno che sta arrivando all'apice della sopportazione e quindi, se non voglio far scoppiare una bomba in un luogo pubblico, cioè qui in ospedale è meglio se cambio discorso e se rimando la storia della vera madre ad un altro giorno perché non credo che possa sopportare anche questa notizia. E di conseguenza è meglio se cambio argomento se non voglio ritrovarmi in mezzo ai pasticci.

50 sfumature di Diana Grey// Parte secondaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora