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Nuovi panorami. Nuovi odori. Il New England. Cavolo se faceva freddo! Dovevo abituarmi in fretta, considerato che avevo scelto questo posto così lontano per un periodo di riposo, dopo aver ridimensionato la mia concezione di vita folle a soli diciotto anni. Dopotutto, era la mia opportunità di "ricominciare da zero", come mi avevano ripetuto i miei genitori e zio Tom. E chi poteva biasimarli? io no di certo, sono una cacciatrice di vampiri, ma sentivano il bisogno che me ne andassi, per il mio bene. Naturalmente, come ogni brava ragazza, accettai e sotto scrissi a ogni loro parola, così mi ritrovai a bordo di un aereo, senza nemmeno rendermi conto che ero già arrivata alla destinazione. Salutarli era stato difficile, le lacrime dei miei genitori erano ancora vivide nella memoria, ero l'orgoglio della mia famiglia, mia sorella Vash scelse una strada diversa, voleva stare lontano da questo mondo, vivere una vita normale ed avere la sua famiglia, così si sposò con Lucas, mio cognato.

All'arrivo all'aeroporto mi feci largo alla folla, cercando il volto emozionato e ansioso di mia sorella; come previsto, la trovai al cancello, accanto a Lucas. A vederli, erano una coppia perfetta. Il braccio robusto di Lucas cingeva le esili spalle di lei, proteggendola dalla folla impetuosa dei passeggeri. Ero stata così contenta che due anni fa mia sorella maggiore avesse incontrato un uomo come Lucas: aveva un sorriso caloroso, capelli biondo scuro cenere spettinati e occhi color nocciola. Pur avendo un'aria tranquilla, lui era massiccio e muscoloso, perciò incuteva un certo timore. Quando Vash portò Lucas a casa capimmo subito che erano fatti l'uno per l'altra. Si intuì che erano anime gemelle, destinate a trascorrere tutta la vita insieme. Così mia sorella si ritrovò sposata in breve tempo e si trasferì qui nel New Hampshire. Era la cittadina dove era cresciuto Lucas. Per quanto mi aveva rattristato, ero felice per lei, io non ero fortunata con i ragazzi, e la verità era che ero io a cacciarli via. La mia vita consisteva nel cacciare, passavo la maggior parte delle notti fuori casa, alla ricerca di qualcuno a cui infilzare la mia freccia di legno, era questo ciò che mi rendeva felice. 

Sfoderò quel sorriso meraviglioso non appena mi vide, io ricambiai. Santo cielo, quanto mi era mancata! mollai la valigia e mi precipitai fra le sue braccia. Il suo profumo fragrante mi investì insieme a un'ondata di ricordi, facendomi commuovere. Non eravamo soltanto sorelle: eravamo anche ottime amiche, perciò il nostro legame non si era affievolito con la lontananza, anzi lo rafforzò sempre più.

"Ally" mormorò, mentre le lacrime le scorrevano lungo le guance rosse. 

"Vashi" la chiamai da sempre  così, ero sempre stata del parere che Vash fosse un nome maschile.

"Mi sei mancata piccola. Come stai?" mi chiese, guardandomi con la testa inclinata da un lato, come aveva iniziato a fare da quando c'era stato l'incidente. Era il nome che etichettava il mio passato oscuro, di cui non parlavamo mai, ma che era sempre vivo nella nostra memoria. 

"Bene.. sto benissimo" esageravo sempre quando rispondevo a questa domanda, come se dentro di me scattasse un pulsante per farmi dire quello che tutti si aspettavano, o la risposta più semplice da accettare. Detestavo essere al centro della scena ma, considerato che questo era un nuovo inizio, o almeno qui nessuno era a conoscenza del mio lavoro, tranne mia sorella e Lucas, alle loro spalle avrei continuato a fingere che andasse tutto bene, per iniziare come lei una nuova vita, ma in realtà è come se fosse il mio pane quotidiano e io non posso farne a meno.  D'altra parte, mia sorella mi conosceva bene e finse di essere felice della mia risposta, anche se sapeva la verità. Nostra madre l'aveva tenuta informata circa i miei "progressi".

"bene, prendiamo i bagagli, e andiamo a casa, sto gelando!" Sorrisi, Vashi non aveva mai sopportato il freddo, per me invece non era un problema. Eppure mi godevo le stagioni, accogliendo con gioia i colori che animavano gli alberi, i profumi che riempivano l'aria e più di tutto la neve. Amavo la neve, il modo in cui trasformava totalmente il paesaggio, facendolo apparire tutto fresco e pulito. 

Quando arrivammo a casa rimasi li a fissarla ad occhi sgranati, senza parole. Notando la mia espressione inebetita, un ampio sorriso illuminò il bel viso di mia sorella.

"Direi che ti piace, eh?" era una domanda retorica.

"E' così.. grande" risposi senza bisogno di esagerare. 

"Benvenuta nella nostra casa, ragazza!" esclamò Lucas, mentre afferrava i miei bagagli con una mano e copriva la porta con l'altra. L'edificio era immenso e aveva un aspetto antico, quasi fiabesco. Non era il mio genere, però rimasi estasiata dalla vernice bianca sbiadite nel tempo, delle finestre  di varie forme e dimensioni. La facciata era circondata da un ampio portico, con una sedia a dondolo che aveva l'aria di essere antica quanto la casa. 

A stupirmi ancora di più era da un lato la fitta foresta, con un flusso continuo di montagne ricoperte di alberi  e dall'altro un oceano con tutte le sue sfumature. La bellezza del paesaggio mi mozzò il respiro, erano ancora le quattro del pomeriggio, e finché il sole non sarà tramontato se in questa zona vi sono dei vampiri potrò stare tranquilla. Un nodo mi strinse la gola: ormai vivevo così le mie emozioni, serrai i pugni e mi concentrai sul respiro:  Allison Trice c'è l'avrebbe fatta.

Bleeding Love (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora