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La mattina seguente Vashi mi svegliò con una tazza di tè.

"Come ti senti?" 

La guardai con gli occhi appannati e vidi che era già pronta per l'ufficio. Questo poteva significare solo una cosa, era molto tardi, e le pillole fecero affetto. Saltai giù dal letto e corsi in bagno, ma Vashi mi bloccò. 

"Perchè tutta questa fretta?"

"Ho bisogno... ho bisogno di uscire"

"Dove vorresti andare? cerca di riposarti, è sabato" 

"Una passeggiata.. ma allora perchè sei vestita così?" tornai a sedermi sul letto, a bere il tè. Nel frattempo, Vashi raccolse alcuni abiti da terra e infilò un paio di anfibi nel guardaroba.

"perchè ho un appuntamento... con il ginecologo" sorrise entustiasta.

"Come... non dirmi che?" 

"Ho un ritardo di due settimane, ho fatto il test di gravidanza l'altro giorno, scusami se non te ne ho parlato.. ma eri così stanca e presa dal lavoro...beh positivo, ma sai a volte possono sbagliarsi.." 

Mi sentì in colpa, mia sorella avrebbe voluto parlarmene, ma io con i miei soliti discorsi di vampiri pensai solamente a me stessa.  Avevo bisogno di liberare la testa dai brutti pensieri e non riuscivo a immaginare una cura migliore di diventare zia.

Istintivamente gli buttai le braccia al collo, e le lacrime gli bagnarono la camicetta."E' meraviglioso... ma Lucas?" 

"Mi accompagnerà lui.. ma è una sorpresa, non sa che siamo diretti dal dottore... oh Ally sono così felice.." abbracciai di più ancora mia sorella.

"Anche io sono felice per voi... ti voglio bene"

"Anche io Ally" 

Passai parte della giornata cercando di rimettermi in pari e rilassarmi, Lucas e Vashi avvisarono che pranzavano fuori, mia sorella era un fascio di nervi per avermi lasciato sola, non mi dissero niente per telefono avrebbero detto tutti i dettagli dopo,  ero eccitatissima, ho sempre desiderato diventare zia.  Quando non avevo qualcosa che assorbiva tutta la mia attenzione, la mente vagava verso pensieri oscuri. La cosa più spaventosa dell'ultimo incubo non era il fatto di vedere cose strane, ma che nessuno fosse venuto a salvarmi. La volta precedente Dylan mi aveva portata via dai mostri e il sogno era stato meno terrificante. Ma la scorsa notte, proprio quando avevo avuto più bisogno di lui, non era comparso. Stavo così male che a un certo punto presi la considerazione l'idea di scolarmi la bottiglia di vodka che Lucas teneva nell'armadietto dei liquori. Decisi che era arrivato il momento giusto di fare una passeggiata, era arrivato il momento di prendere l'arco e riprendere da dove mi ero fermata. Era una bella giornata, ancora fredda, ma mi sarei riscaldata subito camminando,

Afferrai il cappotto, che aveva un grande cappuccio, utile nel caso di un acquazzone e i miei guanti di pelle.  Una volta fuori, mi abbandonai alla musica, perdendomi nel paesaggio intorno a me. Seguii il sentiero che si inoltrava dalla finestra e continuai fino al punto in cui si biforcava, ma non ricordavo assolutamente più il sentiero, era come se le grandi piogge della settimana avessero devastato ed eliminato tutto quanto. Per qualche ragione, tuttavia, mi sentivo attratta verso il lato sinistro. Attratta in un modo irresistibile. Una vocina dentro di me diceva che non era una buona idea, in caso di pericolo ero partita molto attrezzata, ma non la ascoltai e preferii la parte ribelle che mi esortava a non avere paura, in fondo ero sempre stata così prima dell'incidente. Dopo circa venti minuti di cammino, il suolo iniziò a diventare irregolare. Sembrava che li la terra non fosse stata disturbata dall'uomo per molto tempo. C'erano tanti rami che mi obbligavano a fare zig zag nel sentiero. Sentii un rumore.. un rumore di acqua, mi avvicinai lentamente, e ben presto trovai un ruscello. Mi avvicinai per bere, a fianco a me trovai un un grosso tronco d'albero. Bene, è ora di iniziare il mio allenamento.. Presi il mio arco, facendo attenzione a non far scappare in qualche direzione una freccia e uccidere qualcuno, anche se il dubbio che ci fosse qualcuno nel bosco era improbabile, in fin dei conti chi è che girerebbe tutta sola in mezzo alla foresta? beh io.. 

Mi misi in posizione, riprendere l'arco scatenava in me mille emozioni, mille ricordi. Mille ricordi di una ragazzina guerriera alle prese con i vampiri. Non passò molto tempo dal suo utilizzo, ma guardandolo con attenzione ricordai zio Tom che diceva:

 "Piccola, questo l'ho comprato nel Nord America, è un arco molto potente.. Ideato per la caccia..ti servirà per poter tirare frecce più lontano e con potere di penetrazione maggiore.. le frecce sono di un argento particolare.. ti insegnerò come fare, diventerai una professionista!" 

Le parole di zio Tom, erano veritiere, diventai ciò che ha sempre desiderato lui e l'arco diventò il mio migliore amico. Mi misi in posizione difronte l'albero, la nostra distanza doveva essere su per giù di venti metri, feci un passo indietro, determinai il mio occhio dominante,  sono mancina, e il mio arco è adatto per mancini, quindi prendo l'arco con la mano destra, e tiro la corda con la mano sinistra. Perfetto. Dopo vari tentativi, cominciai a tremare, chiusi gli occhi e feci un respiro profondo. 

"Forza Ally.. c'è la puoi fare!"dissi fra me.  Mirai verso il tronco, e tirai la freccia. Quando la freccia partì, ritirai la mano che tendeva la corda, un leggero bruciore si fece capolino.. mi avvicinai all'albero e.. centro, nonostante non ci fosse tanta luce!! Dopo vari tentativi riusciti alla perfezione mi stropicciai gli occhi: ormai si erano abituati alle ombre della foresta. Sistemai l'arco alle mie spalle e continuai a camminare e ben presto capii di trovarmi nei pressi di un dirupo. C'era una capanna di tronchi circondata dagli alberi, non aveva un bell'aspetto, e avevo la sensazione di trovarmi nella stessa capanna di Hansel e Gretel. Sentii un ringhio, mi girai di spalle in posizione di difesa, presi il pugnale, mi guardai intorno ma non vidi nulla. I ringhi continuavano, cercai di avvicinarmi di più,vicino a quel ringhio,non sapevo con esattezza da quanto tempo stessi camminando, ma mi sembravano pochi minuti. Mi guardavo intorno.. vicino me non vidi nessun ombra, nessuna sagoma, pronto ad attaccarmi ma i ringhi erano sempre presenti.. come se fosse un richiamo, decisi di seguire l'istinto e mi precipitai sempre più. Il ringhio si intensificò. Ora mi trovano su un sentiero e quindi mi misi a correre. Riuscivo a distinguere anche delle parole insieme  ai ringhi, come se stessero pronunciando il mio nome, ma in un'altra lingua sconosciuta. Respiravo a fatica e mi faceva male il cuore per lo sforzo. Vidi un'apertura fra gli alberi.. la luce aumentava a ogni passò. Poi il ringhio sparì.. d'un tratto mi ritrovai davanti a casa. Non sapevo cosa fosse successo. Mi guardai intorno, sapevo solo che quel ringhio mi aveva portata a casa.. ne ero sicura.. Che fosse stato Dylan Potter?


Bleeding Love (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora