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Eccomi di nuovo li, proprio come il giorno prima. Quella sera tuttavia, c'era un'enorme differenza: non lavoravo più per Dylan e lui non era più il mio capo. Entrai passando i due buttafuori che mi lanciarono un'occhiata incuriosita. Chissà se sapevano che mi ero licenziata. Di una cosa ero sicura, non potevo più fingere. Ogni volta che vedevo Dylan, la mia dipendenza si aggravava e lo volevo sempre di più. I ricordi di ieri sera erano ancora vivi, quando Jack se ne fu andato, la mia mente viaggiava a possibili indizi, però reali. Quali possibilità avevo che fosse un'altra persona? non solo era la prima ragazza di nome Cecilia che incontravo, ma aveva anche i capelli rossi! Non c'erano dubbi, era la stessa persona, con una sola indifferenza, adesso era una succhia sangue, e Jack non ne aveva la minima idea. Cecilia, era la ragazza di Dylan. Tra me e Dylan c'era qualcosa, era inutile negarlo. Un legame anomalo che continuava a farsi scontrare. Eppure, lui ostinava a negarlo. Quindi volevo fare un'ultimo tentativo. Avevo bisogno di risposte, e le avrei avute, in un modo o nell'altro. 

Mentre mi avvicinavo alla scala che conduceva al privè, sentì un tuffo al cuore. Mentre andavo al bancone, mi accorsi che il tavolo d'onore era vuoto, mentre a tutti gli altri sedevano i clienti abituali. Quel posto era strano senza i Potter. Vidi la guardia del corpo di Dylan e mi precipitai da lui.

"Ho bisogno di parlare con Dylan"

"Venga con me per favore" alzando lo sguardo dal suo cappuccio nero.

"No, lo incontrerò sul balcone, oppure niente"

"Cosa?" osservandomi capì subito che non avrei ceduto ne al suo sguardo duro, ne alle sue obiezioni, così cedette.

"Bene, vado a informarlo!"

Nel frattempo era iniziato il concerto e il piano inferiore si stava riempiendo di studenti del college. Kevin mi si avvicinò e mi abbracciò con un sorriso amichevole.

"Ehi, signorina Trice, come vedo non riesci a stare lontana da noi.."

"Ciao, Kevin, ti sono mancata?" chiesi

"Ma certo, mia cara. Che ne dici di bere qualcosa?"

"preferisco di no, grazie" Kevin annuì, a un tratto si allontanò per rispondere al telefono. Era la prima volta che lo sentivo squillare da quando avevo iniziato a lavorare li. Dunque, non fui sorpresa di vedere l'espressione confusa di Kevin. A meravigliarmi, fu il fatto che mi passò la cornetta. 

"E' per te" annunciò.

Accostai il telefono all'orecchio perplessa, convinta di sentire un timbro familiare. Invece, udii una voce che proveniva dai miei incubi. 

Il mio passato mi aveva trovata! 

"Ciao....Allison..." era una voce cupa che alzava fuori dai miei ricordi. 

"Chi è?" 

"Oh, Allison.. Tu sai chi sono!"

nell'udire quelle parole, il mio cuore si sbriciolò e i miei occhi si riempirono di lacrime, che rotolarono subito lungo le guance.

"no, no, no! Non può essere vero!" urlai, e tutti i presenti si voltarono a guardarmi.

"Sono di nuovo qui Allison, e indovina un pò.. ti ho trovato..." Urlai con tutto il fiato che avevo in corpo e scaraventai via il telefono, che andò in mille pezzi. I clienti mi fissavano con un misto di sconcerto e piacere. Era appena entrato Dylan nella stanza. Scattai in direzione delle scale, dovevo correre, mi aveva trovato e ora dovevo fuggire di nuovo. Precipitai giù per i gradini, cercai di rimanere impassibile davanti alla fitta di dolore che mi provocò l'impatto con il duro pavimento di pietra. Non appena fui di nuovo in piedi ricominciai nuovamente a correre. Una volta fuori, feci per prendere le chiavi della macchina, mi caddero a terra, a causa del tremore delle mani, mi sentì toccare una spalla e gridai con tutta la voce che avevo. 

Bleeding Love (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora