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Dylan uscì dall'auto e venne alla mia portiera. Feci per scendere e mi appoggiai ad essi.

"Allora.. grazie" sorrisi. Sembrava del tutto normale avere la compagnia di Dylan. Feci per camminare, ma un leggero mal di testa si fece capolino nuovamente. Dylan si avvicinò sembrava pronto a prendermi in braccio. 

"ce la faccio adesso, grazie" indietreggiò leggermente, appoggiando una mano al tettuccio della sua auto.

"Ok, vediamo" disse facendo il gradasso come se fosse sicuro che sarei caduta. 

Aveva ragione. Quando provai ad alzarmi, per poco non mi accasciai sul sedile. C'era qualcosa che non andava. Una botta di un piccolo ramo come poteva ridurmi in quello stato? Mi prese la mano e mi tirò su e in un attimo fui di nuovo al sicuro tra le sue braccia. Lui serrò la presa e solo allora mi accorsi che non aveva la giacca. La maglietta evidenziava i suoi muscoli scolpiti dalle braccia e le mani, grandi e forti, in quel momento desiderai che quel gesto fosse dovuto a qualcos'altro, a qualcosa di passionale, a qualcosa di proibito ma eccitante. Ci venne ad aprire Vashi, indossava il suo pigiama preferito. Non dimenticherò mai la sua espressione, lo sguardo confuso di vedermi con Dylan Potter, accompagnato da preoccupazione, guardai alle spalle e non riuscì a credere ai miei occhi, zio Tom era seduto nel nostro soggiorno. Sentì Dylan irrigidirsi, mi girai verso lui, avevo paura che zio Tom potesse sospettare qualcosa, così cercai di mandare via Dylan. 

"E' meglio se vai" lui fece un sorrisetto. Ero sconvolta.. Dylan era in pericolo, e lui mi trovava divertente? Guardò alle mie spalle, e il suo sorriso non morì nel momento esatto in cui incrociò lo sguardo di zio Tom, ne rimase sorpreso, quasi fosse divertito.. o addirittura sapesse già della sua presenza, sentì dei passi alle mie spalle, gli occhi inchiodati in quelli di Dylan.

"Ally.. piccola mia" mi girai, vidi zio Tom, aveva il viso stanco, una leggera barba bianca gli coprì il viso, l'abbigliamento scuro di mio zio, non era una dettaglio appariscente,  in questo eravamo molto simili. Era la fine, lo sapevo. Zio Tom ha sempre avuto un buon sesto senso, sui vampiri.. ma non sa che Dylan era qualcosa di più. Non volevo mettere Dylan in pericolo anche se lui era il mio nemico. Desideravo di poterlo tenere con me per sempre, ma come potevo desiderare ciò, da colui che non so cosa sia?  

"Ciao.. Zio Tom" mi avvicinai a lui, il suo tenero abbraccio mi confortò come quando ero bambina, le sua braccia erano un'abitudine così familiare che non mi accorsi per quanti minuti stetti così a contatto con lui tra le sue braccia, mi era mancato, d'altronde era anche lui la mia famiglia, senti Vashi tossire e mi divincolai quasi subito, imbarazzata. 

"Ally..forse è meglio andare alle presentazioni non credi?" domandò mia sorella confusa e imbarazzata, sicuramente per il suo pigiamino rosa. 

"già..scusate, Vashi, zio Tom, lui è Dylan Potter, il titolare del LifeBlood" la mano di zio Tom si bloccò in aria, non ci fu nessun contatto tra loro due. Zio guardò prima me e poi Dylan,  era un libro aperto, era facile capire i suoi stati d'animo , cercavo in tutti i modi di cercare una scusa e trovare delle distrazioni, so che avrebbe voluto dire qualcosa.. o meglio dire, forse sapeva chi fosse Dylan.  Dylan al contrario suo si comportò da vero gentiluomo.

"Piacere mio.. signor?" domandò guardandolo con aria sicura.

"Signor Trice,  sono Tom Trice" rispose zio Tom,  Dylan mi guardò fisso, per fortuna il disagio fu interrotto da Lucas che scese le scale di corsa, tutto eccitato, chissa perchè...

"Vash hai visto quella macchina? Dio, ma di chi..." quando alzò gli occhi vide la risposta alla sua domanda, accanto allo zio Tom, si izzittì. "Oh, mer.... ciao Dylan" a quella parole Vashi rimase di sasso, per la buffonaggine di suo marito. 

"Voi... vi conoscete?" Zio Tom domandò a Lucas in tono incuriosito, sentì accanto a me un leggero ringhio di Dylan, sorrisi al suo suono, ma feci finta di nulla, la vicinanza sua mi mandava scosse elettriche in tutto il corpo. Fu Dylan a interrompere il disagio e a rispondere per primo. 

"Si, siamo amici di vecchia data" fu la risposta secca di Dylan, lo sguardo dello zio sembrò accigliarsi, quasi avesse uno sguardo disgustato, non mi rivolse più uno sguardo e la cosa mi preoccupò molto, tenevo tanto a zio Tom, e se avesse avuto qualche sospetto o avrebbe agito nel bene o nel male, non gli avrei permesso di decidere per me. Lucas non rispose, restò pietrificato dalla presenza di Dylan e zio Tom in soggiorno. 

"Adesso devo andare, stammi bene Allison, buonanotte" suonava quasi fosse un addio, e mi sentì invadere da un senso di vuoto. Salutò tutti con un cenno, e lo accompagnai alla porta, chiusi la porta leggermente e lo accompagnai alla sua auto. 

"prova a dormire, domani starai meglio" prima di andarsene, mi baciò dolcemente sulla fronte. Non dissi nulla, rimasi a guardare mentre andava via. 

Bleeding Love (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora