Al club le cose erano cambiate dopo il weekend in cui avevo discusso con Lilly e Dylan. Erano passate settimane e lui non mi aveva mai rivolto la paura, a quanto pareva non gradiva quando le persone gli disobbedivano, ma non gli diedi tanta importanza. Mi rivolgeva occhiatacce, e io ricambiavo, accompagnato da leggeri sorrisi.. maliziosi. Al di fuori del lavoro, avevo trovato un equilibrio, decisi di continuare costantemente i miei allenamenti tutte le mattine, avevo bisogno di riprendere i ritmi frenetici che mi accompagnavano quando ero in Inghilterra, Ava alternandosi con lo studio decise di unirsi a me, ma la maggior parte del tempo lo passava sedendosi a terra e osservandomi. A Conway ormai mi sentivo a casa, come non mi capitava da molto tempo. Ma in un angolo della mia mente, nno riuscivo a dimenticare il senso di sicurezza che mi aveva trasmesso Dylan. Poi un giorno tutto cambiò, non mi sentivo più una ragazzina. Era iniziata come un giornata normale qualsiasi, con l'unica differenza che Jack mi aveva chiesto di uscire, e non trovando una scusa, avevo accettato. Cuore e cervello erano in lotta, e desideravo cosa diverse, cose che non si potevano avere. La testa mi diceva che dopo due settimane di silenzio e senza incubi, Dylan aveva chiuso per sempre con me. Il cuore, naturalmente non voleva arrendesi. Non era stata una decisione facile, continuavo a ripetermi che era solo un appuntamento. Cosa poteva mai succedere? Ci eravamo accordati per venerdi sera. Ero libera perchè una collega gentile, al contrario di Lilly, mi aveva chiesto gentilmente un cambio turno, quindi avrei lavorato sabato pomeriggio. Sophia ogni tanto veniva a trovarmi, ma poi decisi di spostare nostri incontri al bar del centro commerciale, ma ero sicura che il fratello non apprezzava in quanto veniva di nascosto accompagnata dal suo autista personale. Era misteriosa, come il fratello. Non l'aveva più nominato, e io avevo fatto lo stesso. Era giovedi sera, e io avrei lavorato. Arrivai con cinque minuti di ritardo, oltre al tempo che impiegai e cambiarmi nella stanza sul retro, perchè indossavo i vestiti con cui ero andata al centro commerciale, a comprare tutine per bebè con Vashi.
"Scusa, Kevin, è tardi!" dissi, sfrecciandogli davanti mentre portavo il primo vassoio ai tavoli. Quando tornai indietro mi bloccò. "Mi dispiace tesoro, non ho idea di cosa succede, ma il signor Dylan vuole vederti" Sentii un tuffo al cuore. Era l'ultima cosa che mi sarei aspettata. "Ehm, sai almeno di cosa si tratta?"
"Non ho idea, ma ti vuole subito al tavolo"
Mi venne voglia di scappare. Non ero mai salita sulla pedana "d'onore" prima di allora. Non solo avrei dovuto affrontare Dylan, ma un'intera tavolata succhia sangue maledetti. Come avrei voluto incontrarli all'esterno del locale, e divertirmi un pò. Poi sai il vassoio e feci un respiro profondo, come se stessero per gettarmi in pasto ai vampiri.
Mi avviai con il cuore che batteva all'impazzata. Dylan sembrò notare la mia agitazione. Decisi di rimanere in silenzio. Gli avrei fatto solo un cenno. Tanto anche volendo, non avrei trovato le parole, forse! Quando arrivai davanti al tavolo, rimasi di sasso. Sophia mi guardò e sorrise, distolsi lo sguardo da lei, gli altri mi fissarono avidi, come se mi volessero.. mangiare.
"perchè sei arrivata tardi?" chiede Dylan senza nemmeno guardarmi. Gli altri erano sorpresi dal tono duro. Rimasi in silenzio. Ma che diavolo voleva dimostrare?
Sophia stava per dire qualcosa, ma lui alzò la mano per fermarla.
"Avanti.. sentiamo" aggiunse in tono freddo, privo di qualsiasi emozione. La rabbia che scatenò in me smorzò la paura. "Questioni personali" risposi. Non era una bugia, ne tanto meno affari suoi. Mi morsi il labbro, fino a farlo sanguinare.
"bene.. in questo caso, domani sera.. lavorerai, per rimediare!" Sophia mi guardò dispiaciuta, avevo raccontato a lei dell'appuntamento con Jack ma non pensavo che sarebbe andata a riferirlo al fratello. Il modo in cui sottolineò la parola lavorerai, non lasciava spazio a ripensamenti.
"bene" risposi.
"E' tutto" concluse Dylan. Afferrò un bicchierino a forma di artiglio. Lo svuotò e lo posò sul vassoio che gli stava porgendo Lilly. Quando mi allontanai, dissi a voce alta ma girata di spalle: "Stupido riccone e pallone gonfiato", fui sicura di aver sentito un ringhio.
Per il resto della serata bolli di rabbia. Non potevo credere che Dylan potesse arrivare a tanto. Finito i il turno, mi cambiai gli passai davanti, come se volessi dimostrargli qualcosa, anche se non sapevo esattamente cosa. In ogni caso lui mi segui con lo sguardo.
Al piano di sotto, incontrai Jack e il resto del gruppo. Ava era venuta per sentire gli Skin.
"Ehi cos'hai?" sembri tesa" disse Jack raggiungendomi al bar.
Lanciai un'occhiata al privè, sapevo che da lassù poteva vedermi.
"Si, sono incazzata nera" dissi, ordinando una Coca. Ma poi cambiai idea e rettificai.
"Anzi, fammi una tequila"
"EHi, ma non devi guidare?"
"Si, ma una non mi farà ubriacare credimi, e poi fidati Jack, ne ho bisogno" la scolai in un sorso, senza sale ne limone.
"Wow sei proprio... tosta2"esclamò lui strizzandomi il mento con affetto. Poi non so per quale motivo, feci una cosa insolita.. non da me: mi alzai in punta di piedi e bacia Jack sulla guancia. E mentre lo facevo, lanciai un'occhiata al piano di sopra, in direzione di Dylan, e come volevo dimostrare, Dylan era alzato alla ringhiera che mi fissava.. con i suoi occhi.. dannatamente.. sexy.. e dorati.
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Bleeding Love (IN REVISIONE)
VampireAllison Trice è una cacciatrice di vampiri. E' stata addestrata dallo zio Tom, per sconfiggere questa forza del male che da milioni di anni, minacciano gli abitanti della Terra, molti umani vivono nel segreto, altri vivono per il loro nutrimento, al...