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Avevo accettato volentieri di anticipare l'inizio del lavoro: finalmente avevo qualcosa da fare, e magari chissà.. nonostante tutto ero felice di essermi trasferita in America, e la prima a notare un cambiamento fu zio Tom, non appena mi sentì al telefono. "Sembri... di buon umore. Ti diverti laggiù? tua sorella si prende cura di te?"

"Si zio, mi diverto, e Vashi mi tratta benissimo!" 

"Fantastico. E' una zona tranquilla?"

Non volevo metterlo al corrente dei miei dubbi fin quando non avessi avuto certezze, quindi mi limitai a dire: "Si, una vita normale"

Al pensiero di tornare in quel locale, mi sudarono le mani. Di certo, mi sarei sentita più a mio agio se non ci fossero stati i Potter. Cosa aveva quell'uomo di speciale per ridurmi in quello stato?

"tesoro.. sei ancora in linea?" 

"Si zio scusami..mi ero distratta"

"Ascolta... forse la prossima settimana sarò li in America, ma non saprò dirti con certezza"

Da come lo disse, credo che mio zio ha qualche piano.. di cui non vorrebbe parlarmi. La sua voce sembra ansiosa. 

"Cos'è successo? 

"no niente di cui preoccuparti tesoro.. volevo venire solo a trovarti"

"Accidenti.. beh si ne sarò felice allora.. adesso devo lasciarti.. a presto!"

Staccai la chiamata con zio Tom, Lucas aveva deciso di accompagnarmi. Era una notte limpida, ma l'aria fredda e pungente. Tirai il bavero della giacca fino a coprirmi le guance. Ero in anticipo di una ventina di minuti, ma non era certo un problema. Mi avrebbero mostrato il locale per farmi prendere dimestichezza con il lavoro e l'idea mi elettrizzava. Quando mi avvicinai all'ingresso mi accolsero i buttafuori della sera prima e questo servì a distendermi un pò i nervi. Era presto e c'era poca gente. La sala sembrava più grande adesso che non c'era nessuno.

"ehi, sei in anticipo" Dal piercing al labbro dedussi che era Jerry, mi venne incontro con un'aria molto rilassata. Era alto e magrissimo; era persino più pallido di me, il suo sguardo appena si avvicinò era nervoso. 

"Tu devi essere Jerry!"

"Si, in carne e ossa. Tu sei Allison!"

"Si, chiamami Ally. comunque spero non sia un problema che sono in anticipo. Farfugliai.

Annui come se fosse sovrappensiero: fissava un punto indistinto alle mie spalle con sguardo spaventato. Stavo per girarmi quando Jerry si riprese e tornò a concentrarsi su me. "Ok, cominciamo!" 

Lo seguii, ma prima lanciai un'occhiata alle mie spalle, ovvero dove il privè. Non vidi nulla, solo ombre distinte. Forse c'era la signora delle pulizie. 

"C'è un cosa di cui voglio avvisarti. E' la prima regola da rispettare! si guardò intorno e si avvicinò come se stesse per rivelare un grandissimo segreto. 

"Nessuno può salire al piano superiore. Mai!" Avvicinò di più il viso al mio e il suo alito acido mi diede la nausea.

Gli sorrisi per non sembrare maleducata. "Ok, io inizierei"

"Allora andiamo con le presentazioni, questo è Mike, laggiù c'è Federica. Mike ti guiderà nei primi passi, ma non ti preoccupare: stasera ti limiterai a ritirare i bicchieri vuoti, fin quando non ti sarai ambientata." lo disse con un tono strano. Questo posto no sembrava affatto reale. C'era qualcosa che non andava. 

Mike rimane con me tutta la sera e si rivelò un tipo spassoso. Alzavo quasi spesso gli occhi verso il piano superiore, quasi avessi la sensazione di essere osservata. Con il passare del tempo il bar cominciò ad affollarsi. Non mi ero nemmeno accorta che una band aveva cominciato a suonare finchè non arrivò il mio turno di raccogliere bottiglie e bicchieri vuoti, mentre Mike si occupava dei clienti al bancone. La serata passò in fretta, e solo quando portai fuori la spazzatura nella notte mi resi conto che le mie due ore di prova erano diventate sei. Mi guardai intorno, alla mie spalle vi era la foresta, ma quando cercai di vedere dov'era finto il muro laterale i miei occhi si persero in un abisso senza fondo. Quanto era grande l'edificio? mi scrollai dosso la sensazione che qualcuno mi stesse osservando e mi avviai verso il punto indicato da Mike. Senti un rumore, che lacerò il silenzio della notte.

"Chi c'è, esci fuori" feci per abbassarmi e in una mossa presi il paletto. C'era stato un rumore, ne ero sicura. Setacciai lo sguardo tra gli alberi, ma non vidi nulla. Aspettai altri minuti ma niente, nessuno uscì allo scoperto così rientrai. 

"Allora? com'è andata?" VAshi era seduta sull'enorme divano con le ciabattine rosa felpate che sbucavano dalla coperta. Aveva un'aria molto seccata.

"Bene. Mi sono proprio divertita!"

Mi guardò con aria scettica. "Ma davvero.." commentò. 

"Piccola, tesoro..."

"Tu taci, se mia sorella sarà in pericolo sarà solo colpa tua! detto questo si alzò, mi salutò e salì in camera da letto. Dopotutto, Vashi era solo preoccupata per me. Glielo leggevo negli occhi, e questo mi faceva sentire immensamente in colpa. 


Bleeding Love (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora