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Quando sentii quel dolore lancinante al collo gridai, drizzandomi a sedere. Per poco non caddi dal letto. Impiegai qualche minuto per capire cos'era successo. Ero nella mia stanza. Stavo sognando? Accesi la lampada e mi guardai intorno: niente faceva pensare che mi fossi mossa di li. Il sogno più reale in assoluto, fino a quel momento. 

Sentivo l'odore di Dylan addosso, il calore delle sue braccia intorno alla vita. Mi alzai e andai in bagno. Mi misi davanti allo specchio, inclinando il collo: notai che c'era un macchia gonfia e arrossata, con un puntino minuscolo al centro. Ci passai sopra il pollice, e provai dolore. Eh no, adesso ne avevo abbastanza. Era come se una parte di me, quella che doveva stare calma, mi controllasse, e io mi sentivo un giocattolo telecomandato. 

Mi cambiai veloce, legai i capelli in modo che non mi dessero fastidio, presi il mio arco, e varcai la soglia di casa, facendo attenzione a non svegliare Vashi e Lucas. Dovevo affrontare assolutamente questa situazione adesso, continuando di questo passo sarei diventata pazza, e non l'avrei permesso nuovamente. Mi inoltrai nei buio, incapace di distinguere gli alberi o il sentiero nel buio della notte, era come se la rabbia nascosta in qualche posto laggiù nella mia anima si fosse risvegliata nuovamente. Non erano solo sogni, era la realtà, e il segno sul collo ne era la dimostrazione. Arrivai a un limite ben preciso, sentivo il rumore dell'acqua del ruscello, e mi ritrovai dove la volta precedente, questa volta facendo attenzione ai rami. Guardai la luna, e splendeva a mio favore. A un tratto sentì  passi verso di me, mi girai di scatto e mi misi in posizione di attacco, era come se qualcuno fosse vicino a me ma il buio mi impediva di vedere e distinguere qualsiasi cosa, la nebbia adesso era troppo fitta e a quest'ora della notte non avrei avuto vie di uscita. Non capi nemmeno io il motivo per cui raggiunsi il bosco, come se la mia mente sapesse dove trovare Dylan Potter. Allora mi venne in mente il luogo del sogno, ovvero al LifeBlood. Tornai indietro, cercando di non inciampare nel muschio umido, un gufo, mi fece sobbalzare dallo spavento, cercai di mantenere la calma, e continuai a percorrere il sentiero, a un tratto vidi una sagoma di fronte a me, nera da far paura, lo riconobbi subito, qualcuno aveva sentito la mia mancanza, abbassai l'arco e mi avvicinai ancora di più.. l'uccello dagli occhi dorati mi stava aspettando. Ero quasi arrivata ne ero certa, in lontananza riconobbi le luci della veranda di Vashi, mi avvicinai all'uccello, lo senti ringhiare ma non badai a questo, era davvero enorme, come lo avevo visto la volta precedente.

"Portami dal tuo padrone" l'uccello fece per alzare la testa, e poi la riabbassò, come se avesse annuito. Spiccò il volo, sbattendo le sue possenti ali, alzò una folata di vento potentissima da scuotere gli alberi intorno a me. Un ringhio lontano tuonò nel cuore della foresta, era il richiamo del padrone. Aspettai qualche minuto, poi decisi di camminare nella stesse direzione dell'uccello. 

"Mi stavi cercando?" mi girai di scatto verso quella voce, e fu allora che lo vidi, nonostante il buio potei notare anche il suo abbigliamento. Non indossava un cappotto questa volta, ma solamente una camicia e dei pantaloni, abbassai di più lo sguardo, e non potei non osservare i suoi piedi.. nudi. Era senza scarpe???

Avanzò  verso di me, ma non mi feci intimorire, l'imbarazzo e il segno di disagio questa volta potevano starsene per gli affari suoi in un lato del mio cuore, non avrei permesso di farmi manipolare nuovamente. Non l'avrei accettato, non adesso.

"Alt, non fare un passo in più" dissi sicura di me. Questa volta non abbassai lo sguardo, a testa alta incrociai i suoi occhi, e mi avvicinai, fin quando la mia punta della freccia di argento non toccò contro il suo petto. 

"Tu non mi farai del male" disse quasi come un ringhio. 

"Ne sei proprio sicuro? ti sei prendendo gioco di me.. stavi provando a..."

"Non è come pensi..però è  vero, io desidero il tuo sangue Allison"

"Se non è  come penso allora perchè ho questo segno nel collo?" gridai. In pochi istanti mi ritrovai tra le braccia di Dylan,  l'arco era terra e la freccia si era ridotta in mille pezzi. Ma come avrà fatto?

"Sei... sei... un Antico?" domandai, incapace di muovermi e di guardarlo negli occhi. Ecco che il mio imbarazzo, tornava a farsi strada.. in un istante.

"Nonostante il buio riesco a sentire il calore sul tuo splendido viso" alzai lo sguardo verso lui, e rimasi incantata dai suoi occhi, i suoi occhi adesso non erano neri come la notte, erano dorati. Alzai una mano, e con le dita giocherellai con i suoi capelli, avvicinai le mie dita sull'estremità dei suoi zigomi, sentivo la tensione del so corpo,  stava cercando di controllarsi, eravamo così vicini che mi parve di sentire persino la sua erezione premere contro il mio corpo. Non ho mai provato cosi' imbarazzo con un uomo in tutta la mia vita. Lo sentii ispirare il mio profumo, si leccò le labbra e mi sembrò di notare una scintilla nei suoi denti bianchi così perfetti.

"Non hai risposto alla mia domanda"

"Sono molto di più Allison, un giorno.. forse avrei le risposte che meriti" fece per allontanarsi e lo bloccai. 

"No, voglio saperle adesso. Non posso più aspettare" non mi resi conto, di avergli preso la mano, guardai la mia mano e la sua insieme, in confronto la mia mano era così piccola e innocente rispetto alla sua, e l'attenzione mi cadde nuovamente ai suoi piedi nudi. 

"Perchè... perchè sei a piedi nudi?" 

"perchè fai sempre così tante domande?"

Non risposi, mi allontanai e cercai di prendere l'arco nuovamente, ma fu più veloce di me,mi trattenne dalle spalle e mi abbracciò. Avvicinò il suo viso al mio, avevo le braccia bloccate e non riuscì a scappare dalla sua presa. Avvicinò le sua labbra vicino al mio orecchio, un leggero venticello, fece per scansarmi quei pochi ciuffi di capelli sul mio viso, le sue parole suonarono come una dolce melodia da cui mi feci cullare, non mi resi nemmeno conto che mi stavo mordendo il labbro inferiore, sentì un liquido caldo fra le labbra. Sentì il respiro farsi affannoso, e i battiti del mio cuore avevano ripreso il loro ritmo cavalleresco. 

"Vorrei tanto essere io a morderti quel labbro.. vorrei poterti baciare, abbracciare.. e invece non posso.." Furono le ultime sue parole prima di scomparire nell'oscurità, mi voltai nuovamente e mi ritrovai sola, solo dopo mi accorsi di essere davanti casa. Credo sia stata la cosa più erotica che abbia mai sentito in tutta la mia vita, lascio che le mie irrazionali lacrime scorrano senza freno, piango per sentirmi così vuota, piango per una cosa.. che non ho mai avuto... e che non posso avere.. che stupida.. piango per una cosa che non è mai esistita.  

Bleeding Love (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora