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Si avvicinò e il mio cuore fu travolto dal panico.

"No, per favore! ripetei. 

Funzionò èperchè Dylan si bloccò. 

"Se è la verità, allora non hai niente da temere, la casa di Vashi e di Lucas, compresa casa dei tuoi genitori sono controllati dai miei uomini!"

"Davvero?"  battei gli occhi più volte, perchè le lacrime mi impedivano di guardare. Mi morsi il labbro e fu un errore grande perchè Dylan se ne accorse!"

Si tolse la giacca, e vidi il suo torace muscoloso aderire con la sua maglietta bianca.

"Allison, non hai nessuna ragione di andartene!"

Non potevo crederci. Erano tutti sani e salvi? 

"Tu da qui non te ne vai, Allison!" Parlò con voce dolce e implorante, pronunciando il mio nome come faceva nei sogni.

"non capisco.. perchè.. perchè dovresti fare tutto questo per me?" chiesi.

"Non lo capisci?" disse, guardandomi come mai aveva fatto, come se avesse bisogno di me, come se mi volesse.

Abbassai lo sguardo imbarazzata. Lo desideravo così tanto, non riuscivo a farne a meno.

"Ho aspettato troppo, basta!" urlò, e prima che potessi parlare passò all'azione. In pochi secondi me lo trovai di fronte. Mi prese il viso tra le mani e mi baciò con una tale passione che il mio corpo fu sul punto di cedere. Mi stava divorando con le labbra, sentì i suoi canini, le accarezzai con la lingua e sentì del liquido caldo. Le mie gambe diventarono burro, mi passò un braccio intorno alla vita per sorreggermi e mi sollevò un pochino, in modo che gli fossi ancora più vicina. Con la bocca incollata alla mia, si prese tutto quello che voleva da me. Mi possedeva, mi dominava e io mi arresi a lui come una vittima sacrificale. Con una mano mi cinse la vita, con l'altra mi strinse il fianco: un puro gesto di possesso. Ero sua. Mi baciò con un'intensità travolgente finchè non fui tutta un fuoco. Accese di passione ogni centimetro del mio corpo. Facendomi piegare la testa di lato assaporò con la lingua ogni centimetro del mio collo. Mi sfuggì un gemito e lo senti sorridere, prima di staccarsi da me. Lo desideravo. Mi condusse alla scrivania, continuando a sorreggermi con un braccio. Con l'altro sgombrò il ripiano dagli oggetti che lo affollavano. Con un gesto buttò tutto sul pavimento, i nostri volti erano vicinissimi. La sua mano risalì dal collo alla nuca e le dita affondarono nei capelli. Mi baciò e una serie di brividi mi percorse la schiena. Chiusi gli occhi e la stanza iniziò a girare. Avevo la pelle infuocata e appiccicosa. e anche lui se ne accorse quando mi scoprì le spalle, togliendomi la maglietta e lasciando che l'aria rinfrescasse il mio corpo in fiamme. Mi guardò quando vidi quegli occhi scuri carichi di lussuria, provai un tuffo al cuore. Mi sorrise mentre mi afferrava le gambe, le divaricò con uno strattone e mi attirò a se, cancellando ogni distanza. Non mi ero mai sentita così, nessuno mi aveva mai baciato in quel modo. Eravamo fatti l'uno per l'altra. Finalmente si tolse la maglietta e trovai il coraggio di toccarlo. Il bacio si addolcì, staccò con un gesto il codino che mi teneva i capelli, e lo tolse, lasciando liberi i miei capelli,come una cascata. Con la voce arricchita di desiderio disse: "Mia" chinai la testa e i capelli coprirono l'imbarazzo dal mio viso.

"Una bellezza come la tua non dovrebbe mai stare nascosta" disse, sollevandomi il mento e scostandomi i capelli dal volto.

Ormai ero una bambolina nelle mani del suo padrone. Mi tirò nuovamente a se. Tutto quello che stava accadendo era sbagliato.. così sbagliato che era proprio.. da me!

"Non possiamo!" riuscii finalmente a dire, non mi sembrò convinto Dylan le sua mani scivolarono intorno alle mie mutandine, mi sfuggì un gemito e sulle sue labbra comparve un ghigno soddisfatto.

"Sicura?" chiese, chinando la testa per guardarmi negli occhi.

Non cedetti e lo respinsi di nuovo. Solo allora mi prese sul serio e mi lasciò andare.

"Cavolo Allison, non sono d'accordo e neppure il tuo corpo lo è. Smettila di lottare contro le tue sensazioni! disse, smaniando per riavermi. 

Era sbagliato. 

Dylan, stai con Cecilia. Io non posso fare la parte dell'amante"

Dylan apparteneva a lei e io ero gelosa da impazzire.

Tuttavia mi sembrò divertito.

"E sarebbe questo il motivo per cui non posso averti come dovrei?"

"Non ti sembra sufficiente?" lo spinsi con le mie mani che toccarono i suoi muscoli, ne fu divertito e scoppiò in una risata malefica. 

"Non si tradisce la propria donna" 

"Quindi ai tuoi occhi sto commettendo.. un peccato!" 

"E tu come lo chiameresti mio signore?"

Si avvicinò a un telefono interno a muro e premette un pulsante rosso.

"Cecilia, vieni qui per favore!" disse, e provai un tuffo al cuore. Dopo qualche istante entrò la sua fidanzata, radiosa come sempre. E adesso?

Bleeding Love (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora