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"Hai rintracciato la chiamata?

"No, è stata troppo breve. Non ti preoccupare. Dylan lo troveremo. ora lei è al sicuro. Credi che si ribellerà?"

"Senza ombra di dubbio"

Sapevo che la persona che aveva appena parlato era Kevin, cosa ci faceva lui qui in mezzo a loro?tenevo ancora gli occhi chiusi, ma udivo con chiarezza ciò che si dicevano. Non volevo che si accorgessero che ero sveglia, quindi rimasi immobile, in attesa. 

"Cosa farai se le ragazza si rifiuta e cercherà di scappare?" 

"Obbedirà, è testarda. Ma possiamo controllarla!" disse Dylan, e io trattenni il fiato. Dovetti impegnarmi per non alzarmi in piedi e tirargli un cazzotto. Come osava! non capivo cosa stava succedendo, ma non avevo intenzione di restarmene li in attesa di scoprirlo. Alla prima occasione, sarei fuggita. Certo, avrei dovuto capire come uscire da li.. ma dovevo farcela!

"Mio signore, c'è una cosa che dovreste vedere" 

Era la voce di Kevin, quanto avrei voluto alzarmi e dare un cazzotto anche a lui. Udii dei passi avvicinarmi, dove me. Riconobbi il calore e l'odore e capii che si trattava di Dylan. Continuai a respirare regolarmente, ma la tentazione di tirargli un pugno era talmente forte, che quando notai che si alzò mi morsi un labbro. Stava per andarsene, ma si fermò, credevo mi avesse scoperta, ma si chinò su di me e avvicinò la mano al mio viso, toccandomi la guancia con due dita. Non mi mossi, sperando di fregarlo. Sembrò soddisfatto adesso, perchè lo senti allontanarsi e attraversare la stanza. 

"Andiamo Kevin, fammi vedere" 

Li sentii uscire dalla sala e il rumore della porta che si chiudeva mi fece capire che era via libera. Aprii lentamente gli occhi, e si avevo la conferma che ero sola. Non avevo molto tempo. Mi trovavo in una stanza mai vista prima, c'era un enorme camino acceso nel mezzo della sala, grande a sufficienza come un elefante. Le cornici del soffitto erano dorate. All'altro capo della stanza c'era una seconda porta. La raggiunsi correndo e l'aprii appena , senza varcare la soglia. Poi, andai a una delle finestre, alte fino al soffitto. Mi nascosi dietro una di esse. Udivo un rumore di passi e la porta si aprì. Contai due voci, quella di Dylan e Kevin. Dylan si accorse quasi subito della mia assenza. Mi morsi il labbro, mentre la sua rabbia esplodeva facendo volare una sedia di legno, vicino a me. 

"Non può essere andata lontano, trovatela" urlò. 

Kevin scappò e Dylan aggiunge: "Quando la trovi portala subito da me, sarò nel mio appartamento" ordinò a Kevin. 

Al solo pensiero, rabbrividii.

"certo, la troverò" rispose Kevin prima di andarsene. 

Non appena sentii il rumore di una seconda porta che si chiudeva, sbirciai da dietro la tenda: la stanza era vuota. Schizzai alla ricerca di una terza via d'uscita. 

Sperai che non fosse chiusa a chiave. Ebbi fortuna e la aprii con cautela prima di oltrepassarla. Mi ritrovai in un'altra stanza ancora più piccola e aveva tutta l'aria di essere un magazzino. C'erano mobili e libri coperti di lenzuola bianche. Entrai in un corridoio che si affacciava su una scala. Guardai giù dalla ringhiera e mi accorsi che era più alta di quanto avessi immaginato: non riuscivo nemmeno a scorgere dove finissero i gradini. Fui presa dal panino. Come potevo uscire da li? seguire le scale?Dovevo continuare a muovermi non potevo restare li. Non mi fermai finchè non sentii delle voci. Mi appoggiai contro il muro, cercando di controllare il respiro. Continuai a camminare nel buio quando mi accorsi di una porta, stavo per aprirla, quando una mano si posò sulla mia spalla, facendomi urlare. 

"Shh, sono io" 

Mi ritrovai davanti Sophia, con in mano una lampada a olio antica. 

"Che ci fai qui Sophia?"

Bleeding Love (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora