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Il resto della settimana passò senza ulteriori incidenti. Dopo aver lavorato per altre tre sere al locale, cominciai a prendere dimestichezza con l'ambiente. ormai servivo dietro al bancone, e ogni tanto servivo i tavoli. Mike continuava a vegliare su di me: correva in mio soccorso quando mi impappinavo con il terminale POS. Una sera assecondai la mia curiosità, e cercai di sapere qualcosa di più sui Potter, ma le risposte furono vaghe ed elusive. Come facevo a scoprire se loro erano vampiri?

Alla fine non seppi molto, solo che Dylan era il capo famiglia. Spesso mi sorprendevo a sbirciare verso il piano superiore, ma poi mi giravo svelta dall'altra parte. Ogni giorno dovevo convincermi che non era successo nulla, che non abbia mai sognato quell'uomo, e che quei sogni non significassero nulla. Lavorare nel locale era una delizia e un tormento allo stesso tempo,. Quando ero al club sentivo una forza magnetica, finchè una sera non sentii sia il pugnale che il paletto di legno tremare nelle mie gambe.  Era tutto molto strano, specialmente perchè nessuno sapeva sapere nulla. Afferrai i miei soliti jeans e una maglia nera, ma optai per una canottiera, al club faceva abbastanza caldo, sciolsi i capelli perchè Mike diceva di tenerli così, non capì mai il perchè, ma ascoltai gli ordini. 

Quando arrivai il locale era ancora tranquillo. La band era appena arrivata e stava montando l'attrezzatura. Riconobbi il batterista, che l'altra sera si prese da bere al bancone, e si completò per me, per l'ottimo cocktail. Stasera era di tutto Mike e Federica, più un'altra ragazza che non avevo mai visto prima. 

"Occhio a quella ragazza, è veleno!" mi avvertì Mike. 

Il locale dopo un'ora si riempì in fretta, e non mi stupii di vedere Jerry e Mike all'opera. Fortunatamente era Mike a servire dietro il bancone insieme a noi. Nonostante il bar fosse molto affollato, riuscimmo a gestire la situazione. 

"Continua così piccola! Sei in...in... gamba" si fermò di colpò come se qualcuno lo avesse rimproverato. Guardò alle mie spalle, mi girai di scatto e non visti nulla. Mi rigirai verso Mike e lo vidi impallidire.

"Mike cosa succede?"

"No.. nulla.. ho visto una ragazza..la mia ex ragazza!" non so perchè, ma avevo la sensazione che fosse una bugia!

Approfittai un momento di tregua per andare al bagno, ma al ritorno trovai Jerry che mi aspettava impaziente, con una cassetta in mano.  Sbirciai all'interno: bottiglie contenenti un liquido strano. Non riuscivo a capirne il colore. 

"Chiudi la cassa, non sono affar nostri. Comunque devi farmi un favore. Portale all'altro bar!"

L'altro bar? Lo fissai sconcertata, sentendomi una perfetta idiota.

"Insomma Ally, di sopra" accennò. 

Era uno scherzo o una prova? Era l'unica  regola da rispettare. 

"Ma perchè? sicuro che posso salire?"

"Si, si" poi aggiunse. "Lo chiedo a te perchè sei l'unica che lavora qui e non mi ha mai assillato per salire sopra!" guardai Mike e vidi che mi strizzò un occhiolino.

"Adesso sali, stai attenta, quelle scale sono pericolose!"

Mi mollò la cassettà di bottiglie e si allontanò, prendendo il mio silenzio per assenso. Mi avviai in direzione delle scale, avevo avuto questa opportunità e adesso non volevo sprecarla. Avevo quasi raggiunto la rampa, quando un buttafuori mi mi parò davanti.

"Niente scale. Loro usano una porta dall'altra parte del palco" 

"ook" risposi con i denti stretti. Quando me ne stavo per andare, il  buttafuori si avvicinò nuovamente a me e disse: "Fai il più in fretta possibile, per il tuo bene!" 

Non dissi nulla e mi allontanai: "Voglio godermi invece, ogni momento" dissi fra me. 

Proseguii verso il palco e vidi la porta di cui mi aveva parlato il buttafuori. Era ben nascosta per questo non 'avevo mai vista prima. Aprii la porta e sulle pareti spoglie spiccavano i candelieri in ferro battuto. Salii le scale e trovai un'altra porta, in stile gotico. Aprii e osservai.Eppure l'ambiente era molto luminoso. Fu come entrare nel camerino di uno spettacolo teatrale. Cercai di ignorare gli sguardi puntati su me. Per fortuna la luce soffusa dell'ambiente nascondeva il rossore delle mie guance. Osservai i personaggi in quella sala, sembrava appartenere a un'altra epoca. Mi diressi verso il bar cercando di non incontrare gli sguardi che si lavavano al mio passaggio. Sent' quasi annusarmi, strinsi i denti e tirai dritta verso al bancone. Rabbrividii appena notai quelle persone, quelli dovevano essere un raduno di vampiri. Occhi come pozze rosse di odio, labbra increspate in un sorriso sadico. Li oltrepassai: "prima o poi vi staccherò il cuore, giuro!" dissi a bassa voce. Mi sembrò persino che alcuni avventori seduti a un tavolo avessero ringhiato al mio passaggio. Tentai con tutte le mie forze, di non girare la testa, ma era una battaglia persa in partenza. Lui era là. Sentivo la sua presenza. Alla fine mi arresi, mi girai. La sua figura spiccava sul resto dei presenti, e la sua poltrona aveva l'aria di un trovo. L'alto schienale in legno era intrecciato. I braccioli erano di marmo. Non si era accorto della mia presenza, o meglio credo facesse finta che non ci fossi. Con lo sguardo percorsi il suo corpo dal basso verso l'alto, come avevo fatto nel mio sogno. Indossava un completo con gilè, camicia e cravatta: tutto di colore nero. Il cuore cominciò a martellarmi nel petto, le sue labbra sono rosse in questo momento, fissava un punto lontano ma potei notare i suoi occhi diventare quasi.. come.. dorati. 

"Sò che mi senti.. tu sai chi sono.. sei più di un vampiro non è vero?" potei notare la sua  mascella indurirsi, adesso aveva un'aria arrabbiata. 

Posai la cassetta sul ripiano, l'uomo si girò verso di me. Intenta a guardarmi intorno nella sala, le mie povere braccia ne risentirono, e le allungai con una smorfia di dolore. 

"Tutto a posto?" 

"Si tutto a posto grazie, mi hanno detto che vi serviva questa cassetta e così mi hanno mandato qua" 

Il tipo continuò a fissarmi sorridendo. 

"Grazie mille ne avevamo un disperato bisogno,abbiamo quasi finito le riserve.. comunque mi chiamo Kevin e tu?" mi chiese porgendomi la mano.

Stavo per offrirgli la mia quando una donna dall'aspetto seducente si avvicinò a me. 

"Ciao Allison" mi spaventai, mi girai di colpo, sentì una voce femminile, mi girai verso lei e persi l'equilibrio, finendo addosso a qualcuno. 

"ottima presa, fratello! Piacere comunque io sono Sophia, e lui è mio fratello.. Dylan Potter" alzai la testa e vidi nuovamente quel volto perfetto chino sulle mie guance paonazze. Abbassai lo sguardo per la vergogna  e mi sistemai meglio. Avevo i suoi occhi fissi sui miei. Mi squadrò con sguardo impassibile: le mie ginocchia non avrebbero letto a lungo. 

"Tu sei la cognata di Lucas vero? sei la nuova ragazza che lavora al piano di sotto!"

"Si.. sono io" 

Osservai meglio Dylan, adesso le sue labbra non erano più rosse, e i suoi occhi adesso avevano un aspetto più del normale. Accidenti. 



Bleeding Love (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora