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Quando entrai in casa, non trovai più Vashi e Lucas ad aspettarmi, ma zio Tom accomodato nervosamente sul divano. Mi vide perplessa a disse: "Sono andati in camera letto, ti salutavano". Non dissi nulla, scrollai le spalle, e conclusi che la colpa doveva essere dei giramenti di testa e del dolore insopportabile. Dopotutto, era stata una strana serata. 

"Cosa ti è successo?" quando colsi il suo sguardo, lo vidi  intento ad osservare la mia piccola ferita.

"Oggi ho fatto una passeggiata nel bosco, un ramo di un albero era troppo esposto... così gli ho dato una bella.. testata" risi, ma notai che lui non aveva un'espressione divertita.

"Sputa il rospo zio Tom" dissi alquanto infastidita. C'era qualcosa di strano, e innanzitutto mi domandavo: perchè era venuto sin qui? si alzò, andò in cucina  e tornò con una bottiglia d'acqua e due bicchieri.

"Che ci fai qui?" domandai incuriosita.

"Volevo vedere come se la passava la mia nipotina" disse versando l'acqua nei bicchieri, mi accomodai sul divano, e mi appoggiai con lo schienale. 

"E ti saresti fatto tutte queste ore d'aereo per vedere come stava tua nipote? apprezzo il bene nei miei confronti zio Tom, ma sono sicura che ci sia qualcos'altro, qualcosa che non vuoi dirmi?" 

"Come lo conosci Dylan Potter? Bingo. 

"Lavoro come cameriera in un pub della città, LifeBlood, e lui è il titolare" risposi con sincerità, sperando che questo bastasse a fermare la sua curiosità.

"E questo LifeBlood... che locale è?" 

"Un locale come tutti gli altri zio Tom, musica rock, gente che balla, gente che beve..vuoi provare?" domandai in tono divertito,  distraendomi da un'unghia rotta. 

"Allison?" mi sentì chiamare, e lo vidi avvicinarsi e abbassarsi alle mie spalle, non rimasi impaurita, ma sentì il mio battito cardiaco accelerare, zio Tom sapeva che mentivo, mi conosceva troppo bene per fermarsi e limitarsi a tutto ciò, avrebbe voluto sapere di più, ma per il momento no, non potevo tradire Dylan, non so cosa ci fosse tra me e Dylan ma se stava nascendo qualcosa, forse doveva fermarsi li, nel momento esatto in cui iniziò. Rimasi ad ascoltare: "Non nascondermi nulla, per il tuo bene" la sua voce tuonò in quella stanza come una minaccia, non avevo paura di zio Tom, ma in quel momento di insicurezza mi sembrò di aver accanto a me un nemico. Mi alzai traballando come uno di quei pupazzi gonfiabili da prendere a pugni. "Buonanotte zio Tom" non aspettai una risposta. 

Il giorno seguente mi svegliai e scoprii di aver dormito per tutta notte, senza sogni né incubi. Ero sorpresa di aver preso sonno, considerati tutti i pensieri che mi erano ronzati nella testa dopo che Dylan se n'era andato, e la visita di zio Tom. Guardai il comodino e vidi che c'era una tazza di tè, ormai freddo. Controllai l'orologio, era quasi l'una. Sentii bussare lievemente alla porta; si aprì prima che facessi in tempo a rispondere. 

"Ehi, piccola come ti senti ?" la testa di mia sorella fece capolino, e mi tranquillizzai, non ero pronta ancora ad affrontare zio Tom. 

"Sto bene" lei sorrise un pò confusa.

"Tutto bene con lo zio?"

"Beh credo di si... ho qualche dubbio sulla sua visita" 

lei di tutta risposta, alzò le mani per difendersi. "Non sono stata io a chiamarlo. Giuro"

"Tranquilla Vashi, la scorsa settimana ci siamo  sentiti, mi aveva annunciato che sarebbe venuto, ma onestamente non credevo possibile che lo avrebbe fatto davvero.. d'altronde non ne aveva motivo"


" certo Ally che ne aveva motivo... tiene tantissimo a te"

"lo so, non lo metto in dubbio Ally, ma c'è qualcosa che mi nasconde, ne sono sicura.. e ho intenzione di scoprirlo"

"ah nono Ally, non lascerò che ti metterai nuovamente in pericolo, lo sai e.." lessi la preoccupazione negli occhi di Vashi, gli presi le mani e la rassicurai..

"Va bene" aggiunse. 

Dopo mi lasciò sola in modo che potessi vestirmi, ma non riuscivo a concentrarmi, avevo la testa confusa e non era la botta. Mi feci una doccia, e lavai i capelli con cura, erano sporchi a chiazze di sangue, poiché  i ciuffi ricadevano sulla fronte, indossai i miei anfibi, i miei adorati pantaloni neri e un maglioncino nero. I miei pensieri erano rivolti a Dylan, era diventato una droga e io la tossica bisognosa della prossima dose. L'astinenza non mi stava aiutando, i giorni passavano, zio Tom ci salutò e tornò nuovamente in Inghilterra, lasciandomi ancora più perplessa. Per alcuni notti andai a letto con la convinzione che non avrei mai preso sonno, invece fu il contrario. Non ebbi incubi ma feci dei sogni brevi. A un certo punto aprii gli occhi, inconsapevole se stessi sognando o meno, e vidi che l'uccello era tornato: mi stava osservando dalla finestra con i suoi occhi dorati. Ogni mattina mi svegliavo delusa pèrchè non sognavo Dylan, le giornate si trascinavano, il locale rimase chiusi per  giorni per ristrutturare un muro caduto, e io ne approfittai per riprendermi. Jack e Ava mi chiamarono per sapere come stavo, Gli raccontai della botta, lui insistette per venire a trovarmi, ma gli dissi che sarebbe stato meglio rinviare, non avevo voglia di vederlo. Quella sera suonò il campanello, Vashi rimase sbalordita, ma alla fine capì, per la bellezza di Sophia che fece capolino nella mia stanza. Fui sorpresa di vederla in jeans e felpa col cappuccio, anzichè con gli abiti eleganti. Si era fatta la coda e assomigliava a una bambolina. 

"Oh, mio fratello non scherzava quando mi ha detto che la tua testa aveva un brutto aspetto" al pensiero che le avesse parlato di me sorrisi, era stata semplicemente una botta. "Come stai adesso?"  quando guardavo Sophia, rimanevo sempre sconvolta dalla grazia con cui si muoveva.

"Sto benissimo Sophia, sono stata male solo per due giorni"

Onestamente non so cosa mi spinse a fidarmi di Sophia, sarà che era sorella di Dylan, ma se erano qualcosa di più o se volessero farci male, credo che lo avrebbero già fatto. Anche Ava mi venne a trovare, appena mi vide mi abbracciò, gli raccontai di ciò che successe nell'ultimo periodo e gli confidai della visita di zio Tom.

"Pensi che è venuto per altri motivi?"

"Si Ava, e voglio scoprire di più"

"Sono un ottimo braccio destro"

Risi insieme a lei, tirandogli un cuscino in testa.

"Ha detto Jack  che lassù succedono cose strane, dato che è all'oscuro di alcune cose!"

Un brivido mi percorse la schiena. Ava mi posò una mano sulla spalla. "Non gli ho detto nulla, tranquilla" 

Poco dopo Ava se ne andò, lasciandomi sola con le mie domande. Dovevo farmi dire da Ava perchè Jack odiava così tanto i Potter. Dal modo in cui ne parlava ogni volta sembrava che gli avessero ucciso qualcuno o fatto del male. Quando andai a letto, ancora turbata.. l'unica cosa di cui avevo bisogno in quel momento era di un sogno. La mia droga. Dylan.



Bleeding Love (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora